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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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I Pfas? «Vanno banditi»

Il coordinamento delle madri che si battono contro la presenza nell'ambiente dei «temibili derivati del fluoro» lancia un nuovo monito alle istituzioni dopo le ultime novità uscite dal processo in corso nel capoluogo berico dove il 28 aprile è previsto un incontro per fare il punto in merito agli aspetti giudiziari del caso Miteni

«I figli di madri contaminate da Pfas ricevono un'eredità tossica sin dal loro concepimento. Queste sostanze pericolose vanno bandite al più presto». È questo uno dei passaggi salienti di una nota diramata oggi 23 aprile dalle Mamme No Pfas, il coordinamento di genitori veneti che si batte contro la contaminazione da derivati del fluoro, «i temibili Pfas appunto», ascritta alla Miteni, una industria chimica trissinese oggi fallita che sta affrontando una serie di guai con la giustizia.

«Giovedì 21 aprile 2022, presso il tribunale di Vicenza, si è svolta un'altra udienza del processo Miteni durante la quale - si legge - la dottoressa Francesca Russo, direttore Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria della Regione Veneto, ha confermato quello che già purtroppo sapevamo: Miteni era a conoscenza della pericolosità delle sostanze che produceva almeno sin dal 2000, quando ha iniziato un biomonitoraggio sui lavoratori dipendenti ricercando e trovando anche a concentrazioni elevatissime Pfas nel loro sangue. Ha inoltre dichiarato - si legge ancora - che nella cosiddetta area rossa ossa la mortalità e l'incidenza di alcune patologie correlabili all'esposizione a Pfas è maggiore rispetto ad altre aree venete in cui lo stile di vita e le condizioni della popolazione sono del tutto simili».

E ancora: «La dottoressa Russo ha anche confermato come gli studi scientifici internazionali dimostrino che queste sostanze pericolose vengono trasmesse dalla madre al bambino fin dal concepimento attraverso la placenta. Quindi noi stiamo lasciando ai nostri figli un'eredità tossica che non avremmo certo voluto lasciare. Qualcuno è responsabile di questo e il processo al quale stiamo dando il nostro contributo ha proprio lo scopo di accertare chi dovrà essere condannato per questo, perché quel che sta succedendo qui nel Veneto non si ripeta in altre popolazioni».

La questione non è di poco conto perché a processo la testimonianza della Russo costituisce in qualche modo un cambio di passo rispetto al passato quando la Regione aveva in parte minimizzato l'impatto dei Pfas su salute ed ambiente. La situazione è così tesa che il 28 aprile a Vicenza la rete ambientalista ha organizzato un evento particolare intitolato «Storia, salute giustizia» nell'ambito del quale i relatori faranno il punto della situazione ad un anno dall'inizio del processo Miteni. La serata è in calendario alle 20,30 presso il salone d'onore di Palazzo Chiericati in piazza Matteotti appunto a Vicenza.

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