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Omicron: i nuovi divieti per Natale e Capodanno

Omicron galoppa ma non ci saranno né lockdown né chiusure generalizzate: "raccomandazioni" per il Natale e poi dal 27 dicembre un decreto che imporrà divieti. Dopo Capodanno i cambi di colore più impattanti

Domani è in programma la cabina di regia che dovrà stabilire le nuove regole della quarta ondata. "La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità", ha spiegato il premier in mattinata alla Conferenza degli ambasciatori. Non ci saranno lockdown né chiusure generalizzate: "raccomandazioni" per il Natale e poi dal 27 dicembre un decreto che imporrà misure più severe. Le misure più probabili sono le seguenti: le mascherine dovranno essere indossate anche all’aperto, la durata del Super Green Pass verrà ridotto a sei mesi e gli eventi di piazza e le feste in discoteca saranno sconsigliati. Accantonata l'irrealistica ipotesi di imporre tampone ai vaccinati in ristoranti, cinema e teatri. Sul tavolo c'è la proposta lanciata da Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni: "Meglio puntare sulla terza dose per accedere ovunque". Quindi, alcune attività potrebbero essere permesse solo a chi ha fatto anche la terza dose. Non basteranno, come adesso, averne fatto due o essere guariti dal Covid.

Qual che è quasi certo è che per la sera del 24 e il pranzo del 25 il governo dovrebbe limitarsi a raccomandazioni sulle feste in casa, dove non è possibile disporre divieti. Evitare assembramenti, buffet e contatti con i non vaccinati, soprattutto in presenza di persone fragili. Per accedere a ristoranti al chiuso, cerimonie pubbliche, cinema e teatri basterà l'attuale Super Green pass, quindi due dosi di vaccino o essere guariti. Se il Green Pass a durata ridotta (da 9 a 6 msi) sembra quasi cosa fatta, potrebbe scattare a breve anche il vaccino obbligatorio per i lavoratori della ristorazione e il milione di dipendenti pubblici per i quali non è ancora scattato. Ma questo, così come il Green Pass rafforzato anche per salire su treni ad alta velocità, navi ed aerei verrà deciso domani in cabina di regia.

Le incertezze sono tante. Tra le altre cose, devono in ogni caso ancora essere convertiti in legge il decreto sul Super green pass, che scade a fine gennaio, e il Dl con cui è stato prorogato al 31 marzo lo stato di emergenza per il Covid, da “licenziare” entro febbraio: per ora la proroga dello stato di emergenza è solo un comunicato stampa.

In definitiva, a Natale chi ha fatto la terza dose può stare un po' più tranquillo? Per quello che sappiamo, la terza dose assicura un buon livello di protezione anche contro la variante Omicron. "Il booster fa aumentare gli anticorpi in brevissimo tempo, pochi giorni – precisa Pregliasco –, quindi anche un'iniezione "last minute", prima di Natale o di Capodanno, può consentire feste più serene".

Le regioni in zona arancione il 3 e 10 gennaio 2022

In questo momento sono in zona gialla Friuli-Venezia Giulia, Alto Adige, Trentino, Calabria, Veneto, Liguria e Marche. Ci sono già alcune regioni a rischio zona arancione. La zona arancione anche nella peggiore delle ipotesi non scatterà comunque tra Natale e Capodanno, bensì a cavallo dell'Epifania, prima e dopo, i lunedì 3 e 10 gennaio 2022. La variante Omicron ha un impatto devastante sul numero dei casi, ma decisivi sono i numeri degli ospedali, non i numeri dei contagi.  Con i parametri attuali, si finisce in zona gialla, arancione o rossa quando si superano a livello regionale contemporaneamente tre parametri prestabiliti. E quindi la zona arancione non è vicinissima per nessun territorio. Tre grandi regioni sono in bilico e potrebbero lasciare la zona bianca entro fine anno: Emilia-Romagna, Lombardia e Lazio, che insieme da sole hanno circa 21 milioni di abitanti.

Si passa in zona gialla con incidenza oltre i 50 casi ogni centomila abitanti, 15 per cento di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ordinari, e 10 per cento di posti letto occupati nelle terapie intensive Covid. Per la zona arancione, incidenza superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 30 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 20 per cento nelle terapie intensive. Per la zona rossa, incidenza sempre superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 40 per cento di posti letto occupari nei reparti ordinari e 30 per cento nelle terapie intensive.

Sono provincia di Trento e Friuli Venezia Giulia le regioni che in caso di aumento dei ricoveri (l'incidenza è gia da zona arancione/rossa) rischiano per prime, già il 3 gennaio forse, il passaggio in zona arancione. A seguire nelle settimane seguenti Marche, Bolzano, Veneto, Liguria e Calabria. Ma a meno di un aumento clamoroso dei ricoveri nei prossimi giorni, le eventuali restrizioni da zona arancione non scatteranno in nessun territorio prima del 10 gennaio 2022. Se la tendenza al rialzo dei ricoveri causa Delta più Omicron dovesse confermarsi, occhi puntati sulle ospedalizzazioni in aumento in Liguria (TI 14%, ricoveri 23%): rischia l'arancione anch'essa dal 3 gennaio. Toti pur senza dare date ha definito "possibile" il cambio di colore. Il Veneto (TI 17%, ricoveri 18%) merita un discorso a parte. La zona arancione è messa in conto da Zaia: "Il nostro modello dice che fino alla prima settimana di gennaio saremo in crescita con i contagi e ci avvicineremo" al passaggio di fascia. Zona arancione dal 10 gennaio dunque più che possibile.

In conclusione, secondo il Corriere della Sera a gennaio (il 3 o 10) rischiano seriamente la zona arancione il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto, la Liguria e la Calabria.

Per quel che riguarda il passaggio da zona bianca a zona gialla, il Lazio è già oltre il limite nelle terapie intensive e sull'orlo dello sforamento per quanto riguarda i ricoveri (14%). Ma Zingaretti ha già firmato un'ordinanza che prevede, tra l'altro, l'obbligo di mascherine all'aperto. Cambierebbe davvero poco con il passaggio in giallo. E' oltre la soglia limite nelle rianimazioni anche la Lombardia, salvata dal giallo grazie ai ricoveri ordinari, così come l'Emilia-Romagna (12% i tutti e due i parametri). Tutte e due resteranno in bilico fino a venerdì. Potrebbe abbandonare la zona bianca anche il Piemonte (10% terapie intensive e 14% ricoveri), così come nelle ultime ore si è avvicinata alla zona gialla anche la Sicilia (8% Ti e 15% per ricoveri ordinari).

Cosa cambia tra zona gialla e zona arancione

La differenza principale da zona bianca a zona gialla è che tornano obbligatorie ovunque le mascherine all'aperto. Sul resto rimane la rigorosa applicazione delle norme sul Green Pass. In zona arancione, chi non ha il Super Green pass non può uscire dal Comune di residenza, se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza. Le attività restano aperte, ma restano le regole di accesso con il Green pass e quello Super. In zona rossa non si può uscire dal Comune di residenza se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza. Ristoranti e bar sono chiusi, consentito soltanto l’asporto e la consegna a domicilio. Restano chiusi tutti i negozi ad esclusione di quelli con codice Ateco consentito, in particolare alimentari, supermercati, farmacie, edicole, tabaccherie e abbigliamento per bambini. In tutti i casi i trasporti sono sempre aperti e accessibili, ma bisogna avere almeno il Green Pass 'base'. Zona arancione, dunque. Finirci, per i non vaccinati, significherebbe subire diverse restrizioni. Dallo stop agli spostamenti tra comune e regioni, all'obbligo di Super Green pass nei ristoranti anche all'aperto o per lo sport di contatto (qui le regole della zona arancione). 

Fonte: Today.it

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