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Morti sul lavoro, la strage infinita: Vicenza maglia nera in Veneto

La tendenza è sempre più drammatica, aumentano del 4,3%. Sono 85 al mese le vittime rilevate in Italia da gennaio a luglio. Nella tragica classifica dei decessi in occasione di lavoro la provincia berica, con 12 morti, è al sesto posto in Italia e al primo in regione

Una strage continua e una zona d'ombra della società ben lontana da essere risolta. Le morti sul lavoro sono aumentate del 4,3% rispetto allo scorso anno. Sono 432 le vittime nei primi sette mesi del 2019 in occasione del lavoro mentre 167 gli infortuni mortali in itinere per un totale di 599 lavoratori deceduti. Uno su cinque è straniero. Con una media mensile complessiva di mortalità come sempre drammatica: 85 vittime al mese da Nord a Sud del Paese. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel 2019 sono 22. Mentre sono 29 quelle decedute in itinere.

Il maggior numero di vittime in occasione di lavoro sono avvenute in Lombardia (62), Lazio (43), Piemonte (40), Campani (38), Sicilia (35) Emilia Romagna e Veneto (44).  Le province in cui si muore di più sono Roma (31), Napoli (16), Milano e Torino (15), Brescia (14) Foggia e Vicenza (12) Cuneo e Palermo (11), Avellino, Bolzano, Verona e Firenze (9). In regione la provincia berica , con 12 morti, è al primo posto della triste classifica dei decessi in occasione del lavor, seguita da Verona (9), Padova (5), Treviso e Rovigo (3) e Venezia (2)

I numeri fanno rabbrividire. E ancor più le variazioni rispetto allo scorso anno. Perché non solo si continuano a contare centinaia di vittime sul lavoro nei primi sette mesi del 2019, ma ad emergere è anche e soprattutto l’incremento del numero dei decessi in occasione di lavoro: +4,3%”. E’ questo il primo commento di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre innanzi all’ultima indagine elaborata dall’osservatorio sulla base dei dati Inail.

A mietere più vittime in occasione di lavoro sono: il settore delle Attività Manifatturiere (59) e quello delle Costruzioni (55). Seguono: Trasporto e Magazzinaggio (45), mentre nel Commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli i morti sono (26). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è tra i 45 e i 64 anni (280 vittime). Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 78 (pari al 18,1% del totale). Mentre sono 33 le vittime straniere rilevate in itinere. Rumeni, albanesi e marocchini i più coinvolti dal dramma.

Per quanto riguarda, invece, l’indice di rischio di mortalità più elevato rispetto alla popolazione lavorativa (per milione di occupati) è il Molise a far emergere il dato peggiore con un’incidenza di 57,2 rispetto ad una media nazionale di 18,8.

In Veneto un bilancio sempre drammatico, per quanto riguarda i numeri assoluti (morti in occasione del lavoro e in itinere) che parla di 54 vittime, 34 delle quali hanno perso la vita in occasione di lavoro e 20 in itinere. Dati, questi, che portano il Veneto al terzo posto in Italia dopo la Lombardia (88) e il Lazio (59). Ed è sempre tra le regioni più colpite considerando esclusivamente gli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro. Gli stranieri deceduti sul lavoro nei primi sette mesi del 2019 sono 13 (9 dei quali in occasione di lavoro). Praticamente in Veneto una vittima su 4 è straniera.

A Verona il maggior numero di infortuni mortali (16), Seguita da Vicenza (15) e Padova (8), Treviso (6), Venezia (5) e Rovigo (4). Nessuna vittima nel bellunese. Osservando, invece, la situazione degli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro, a contare più vittime è appunto Vicenza (12); seguita da: Verona (9), Padova (5), Treviso e Rovigo (3) e Venezia (2).

Più della metà dei lavoratori deceduti aveva un’età compresa tra i 45 e i 59 anni. I settori maggiormente colpiti dal dramma sono: attività manifatturiere, trasporto e magazzinaggio e costruzioni.

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