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Lutto nella società vicentina, addio a Matteo Quero

Si è spento a soli 55 anni l'ex assessore alla cultura della giunta Variati. Un intellettuale progressista che ha contribuito alla crescita culturale della città, a cominciare da Vicenza Jazz, di cui fu tra i principali promotori

Se n'è andata una figura a suo modo rivoluzionaria e forse di vedute anche troppo ampie per la società vicentina. Matteo Quero, ex assessore alla cultura di Vicenza, è morto a soli 55 anni nella notte tra martedì e mercoledì all'ospedale di Padova dopo la lotta contro un malattia che non gli ha lasciato scampo nonostante la sua volontà di lottare contro il male, fino all'ultimo istante. "Il mio corpo è forte, ma di conseguenza il male che ho è altrettanto forte", aveva confidato qualche mese fa, senza cambiare di  una virgola il suo atteggiamento verso l'esistenza, sempre ottimista, sempre "filosofico".

Da tempo Quero aveva lasciato la politica, che aveva iniziato a frequentare a 14 anni nelle file dei "giovani liberali"  e verso la quale si era sempre considerato un "anti-casta". Nella sua carriera ricoprì il ruolo di consigliere Provinciale del Pd e di assessore alla cultura della giunta Variati. Un assessorato, quest'ultimo, attraverso il quale introdusse alcune innovazioni al tempo inusuali per la città, come la creazione della "Festa della Musica" che permetteva agli artisti di suonare in ogni locale della città che ne facesse richiesta e soprattutto del  "Sistema Musica", per la creazione di un sistema culturale per la prima volta integrato (pratica purtroppo ora estinta). Quero, musicista e appassionato jazzista, la musica l'aveva nel sangue. Nel 1995 fu tra i fondatori e organizzatori del festival "Vicenza Jazz", una manifestazione cresciuta negli anni in maniera importante. Una passione, questa, che ha trasmesso anche a sua figlia Linda, in arte "Shorelle", famosa cantante K-Pop. 

La politica, per Quero, voleva in ogni caso sempre dire partecipazione e occhio attento alla società, come quando fondò il primo circolo tematico del Pd Vicentino "Nessuno Escluso", con il quale introdusse per primo, in un partito un po' troppo ingessato e confuso, temi di riflessione pubblica aperti alla cittadinanza, quali la riforma della pubblica amministrazione e le prospettive delle municipalizzate. E proprio nelle municipalizzate, come amministratore unico di Amcps, concluse la sua carriera "politica". Quella politica che, forse, non ha mai capito fino in fondo il suo potenziale. "Senza cultura non c’è alcuna libertà possibile", amava ripetere. 

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