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Sanitari a rischio sospensione, in 700 rispondono all’invito a vaccinarsi: 11 i no vax nell’Ulss 7

In totale sono 4100 le lettere inviate dalle due Ulss vicentine al personale sanitario che non si è ancora vaccinato. Per chi non si mette in regola scatta la diffida

Sono 4.100, 1.600 nella 8 Berica e 2.500 nella 7 Pedemontana, le donne e gli uomini del personale sanitario che  a oggi non hanno risposto all’invito a vaccinarsi. In questo numero sono compresi medici, infermieri e operatori di case di riposo che dovranno provvedere al più presto a mettersi in regola con la profilassi anti-Covid per non correre il rischio di essere sospesi.

Le Ulss Vicentine hanno inviato a tutti le lettere con richieste di chiarimento sulla mancata vaccinazione mentre, nei giorni scorsi, la Federazione degli ordini dei medici ha fatto pressione agli ordini provinciali per l’attivazione del provvedimento di sospensione agli operatori che rifiutano a priori il vaccino, non appena le Ulss di riferimento comunicano i dati.

È da precisare che le lettere spedite dalle aziende sanitarie locali ai dipendenti sono appunto di richiesta di giustificazione per la mancata vaccinazione. I motivi possono infatti essere molti e non necessariamente per un rifiuto a priori del vaccino. Ad esempio un motivo può essere di natura sanitaria o di incompatibilità con il vaccino, oppure perché alcuni sono già andati o stanno andando in pensione.

A quanto risulta, sono 700 su 2500 gli operatori che hanno risposto alle lettere inviate dalla Ulss 7 Pedemotana, mentre i dati della Ulss 8 Berica non sono ancora disponibili. E su 700 risposte esaminate, i no vax – vale a dire chi è contrario al vaccino in assoluto – sono solo 11. Per loro ora dovrebbe scattare la sospensione temporanea fino a che non si mettono in regola.

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