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Mario Baratto del ristorante da Remo, un grande 'Cogo' se ne va

Insegnò il mestiere a Cracco, generazioni di vicentini si sono accomodati alla sua tavola

"Vien qua che te fasso saggiare 'na roba" così accoglieva in clienti, che considerava amici, parte della sua famiglia,

Ci ha lasciato all'età di 77 anni Mario Baratto, gestore dello storico ristorante "da Remo" a Cà Balbi, anima del locale per oltre 40 anni fino alla chiusura nel 2018. Amava la cucina tradizionale, con i sapori del territorio, tutti si sono accomodati alla sua tavola in qualche occasione. Poi la famiglia si è spostata a Bertesina nella nuova location a Villa Cariolato.

Non era solo un cuoco, ma un uomo che metteva il cuore nel lavoro, presentava i piatti come solo lui sapeva fare, voleva che i clienti fossero soddisfatti. Si è dedicato anche all'insegnamento, durante le lezioni all'alberghiero di Recoaro ha preso sotto la sua ala protettiva quello che diventerà uno degli chef più famosi: Carlo Cracco.

Mario Baratto nasce a Costabissara in provincia di Vicenza nel 1944. Ancor prima di terminare gli studi i genitori decidono di assecondare la sua passione e di farlo lavorare in un ristorante. Qui Mario apprenderà una delle sue regole: “in cucina non si insegna niente, si ruba con gli occhi”.
Frequenta la scuola di formazione alberghiera e di servizi di ristorazione a Venezia. Le Olimpiadi di Roma nel 1960 lo vedono nelle mansioni di cuoco nel villaggio olimpico.

Il suo primo locale, la "Trattoria da Mario", è del 1971. Inizia la sua gestione del ristorante da Remo nel 1977 e gli arriva la meritata fama, da lui cenano personaggi importanti. La famiglia intera collabora nel lavoro e lo sostiene. Svariati i riconoscimenti, dei quali per modestia parlava poco, ottenuti nel corso della sua carriera: l’Oscar della cucina italiana; il Premio Aurum, conferito ogni anno dal Consiglio Europeo delle Confraternite Enogastronomiche; l’Attestato di Buona Cucina rilasciato dall’Accademia Italiana della Cucina. Oltre all’appartenenza alla Chaine des Rotisseurs, la cosa di cui andava orgoglioso era l’essere Ambasciatore Internazionale del Baccalà. Titolo riconosciutogli dalla Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina di cui fa parte dal 1987.

"É una perdita importante per la Vicenza culinaria – afferma il sindaco Francesco Rucco – perché Mario aveva saputo valorizzare e riproporre intelligentemente la nostra cucina enfatizzando soprattutto i bolliti ed il baccalà. Era "il cogo", come amava definirsi, vecchia maniera capace anche di intrattenere i clienti perché dotato di una grande empatia. Creatore della rassegna "I piaceri della tavola" che ebbe un grande successo fu anche il primo maestro di un giovanissimo Carlo Cracco che lavorò con lui per alcuni anni. Alla moglie, ai figli e a tutti i familiari porgo sentite condoglianze a nome di tutta la città".

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