Scuola, ripresa "amara" per gli studenti: mobilitazioni in tutto il Veneto
"Vogliamo iniziare questo anno chiedendo ascolto, di parlare con noi e non di noi", dichiarano i ragazzi attraverso i vari flash mob che hanno preso vita anche nel capoluogo berico
Riaprono oggi i cancelli delle scuole: un primo giorno che studenti, famiglie e docenti, aspettano in modo particolare, dopo due anni di DAD, restrizioni e chiusure. Tuttavia è con l’amaro in bocca che gli studenti tornano a scuola: "In questi due anni non è stato profuso nessun impegno per costruire una scuola e soprattutto una società diverse" dicono i ragazzi della Rete degli Studenti Medi fuori dalle scuole venete attraverso dei flash mob che hanno toccato Padova, Venezia, Treviso, Verona, Vicenza, Belluno, Feltre e Vittorio Veneto.
''Il mondo che ci è stato consegnato si sta distruggendo sotto ai nostri occhi, da una sanità debole ad un'istruzione immobile, da un sistema di produzione che distrugge l'ambiente ad un mondo del lavoro precario e insicuro. Vogliamo iniziare questo anno chiedendo ascolto, di parlare con noi e non di noi, e di permetterci di costruire un futuro, ma soprattutto un presente, a nostra misura." È con queste parole che studenti di tutto il Veneto hanno accolto il ritorno a scuola in questo primo giorno dell'anno scolastico con flashmob, assemblee e iniziative che hanno toccato moltissime città della regione e del paese"
Serve una riforma dell'istruzione pubblica
"Oggi siamo davanti a tante scuole d'Italia perchè non possiamo permetterci di sprecare altro tempo per dire che questa non è la scuola e la società che meritiamo. Le strade delle nostre città parlano chiaro: serve una riforma dell'istruzione pubblica, pretendiamo politiche attive per il contrasto alla crisi climatica, vogliamo una legge che tuteli l'amore e l'identità di tutti, vogliamo essere interpellati per le decisioni che riguardano il nostro futuro, come sarebbe dovuto succedere per il pnrr. Oggi rientriamo a scuola, ma non nella scuola che volevamo'', dichiara Marco Nimis della Rete degli Studenti Medi del Veneto.
Tanti sorrisi fuori da cancelli delle scuole, ma anche tanta rabbia e preoccupazione: una scuola che non è cambiata e una narrazione distorta delle nuove generazione, quella degli studenti e dei giovani che hanno vissuto la scuola e la socialità da dietro ad uno schermo.
Il vaccino non basta
''Stiamo finalmente tornando a riabitare gli spazi scolastici e a riviere la socialità che per mesi ci è mancata - continua Nimis - Siamo felici ma al contempo insoddisfatti e arrabbiati. Il vaccino è un antidoto preziosissimo per superare la pandemia del Covid19, ma non basta come cura per tutti i problemi che la pandemia ha evidenziato".
"Siamo insoddisfatti anche perchè, nonostante dagli spazi agli interventi sul trasporto pubblico sia cambiato poco o nulla - spiega - e soprattutto nemmeno in questo le componenti studentesche siano state interpellate, la narrazione della Regione e del Ministero è quella di un rientro in una scuola sicura, senza mai affrontare con noi quella che è la questione più urgente dopo mesi di pandemia e disagio: una scuola nuova, inclusiva e accessibile".
"Siamo arrabbiati perchè non ci sta bene che la nostra generazione venga dipinta come quella dei giovani svogliati e sdraiati - conclude - quando invece siamo stati tra i primi a vivere la chiusura le scuole nel febbraio 2020, rimanendo a casa e rinunciando alla scuola in presenza, all'aggregazione, allo sport, agli hobby e siamo ad oggi una delle fasce di popolazione che si è vaccinata con più meticolosità e senso di responsabilità. Oggi dopo scuola ci troveremo in assemblee pubbliche e aperte a tutti, per ascoltarci e condividere assieme la paure e le proposte per questo nuovo anno''.