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Il miracolo di Daniela si chiama Angelo: madre dopo il tumore al seno con mutazione "Jolie"

Si ammala di cancro maligno, con fattore di recidiva altissimo, lo stesso che aveva colpito sua madre. Sottoposta a chemioterapia, mastectomia bilaterale, rimozione delle ovaie, innovativo protocollo immunoterapico, la donna realizza il suo sogno di diventare mamma

 “Si chiama così per due motivi: perché è un autentico miracolo, e perché mia mamma e il nonno paterno si chiamano Angela e Angelo. Questo nome rappresenta quello che è”. Daniela D’Antoni, 42 anni, siciliana d'origine ma bassanese d'adozione, racconta la sua storia di speranza.

“Mi sono ammalata di tumore al seno, la diagnosi è avvenuta cinque anni fa all’Istituto Oncologico Veneto dove sono stata indagata geneticamente e i medici hanno scoperto la mutazione BRCA1, la cosiddetta mutazione “Jolie” (dal cognome dell’attrice Angelina Jolie, portatrice sana di BRCA1), cancro triplo negativo con fattore di recidiva altissimo, al 70 per cento. Ho fatto una prima chemioterapia che ha ridotto le dimensioni della neoplasia, quindi una mastectomia bilaterale e sono stata arruolata dallo Iov in un innovativo protocollo immunoterapico. Nel 2018 ho fatto un intervento di oncofertilità, una annessiectomia bilaterale per mettere in sicurezza le ovaie eseguita allo IEO di Milano in un percorso in tandem con Padova. Il sogno di diventare madre è sempre stato un faro in me, anche se la mia, di mamma, aveva avuto la stessa mutazione BRCA1, ovvero la mia stessa storia clinica ma ben oltre la mia nascita”.

Quello di Daniela è dunque purtroppo un pesante déjà vu. “Allo Iov mi hanno salvato la vita. Se avessi scelto altri ospedali probabilmente non sarei qui a raccontarmi e a raccontare che ho avuto un figlio”. Nel luglio dell’anno scorso, infatti, grazie alla procreazione medicalmente assistita, Daniela ha coronato il suo grande desiderio: la nascita di Angelo. “Naturalmente tutto è avvenuto sotto stretto monitoraggio, attualmente eseguo controlli ogni sei mesi. Sono contenta di condividere la mia storia, se può servire a qualcuno per far capire che ce la si può fare: è difficile, contano tanto nella malattia e nei tentativi di  maternità, la vicinanza e l’affetto di chi ti sta attorno, ma alla fine di questo percorso così accidentato la felicità è allo stato puro. Il mio compagno che continuava a fare il tifo per me e per noi, ripetendo “dai che ce la facciamo”, è stato importantissimo”.

“Quella di Daniela, Marco e Angelo è una bellissima storia di condivisione e di speranza. Quando ci si ammala di tumore – sottolinea Patrizia Benini, direttore generale dello Iov- Irccs – è sempre un nucleo familiare ad ammalarsi in senso lato, e nel caso delle neoplasie ereditarie, anche in senso stretto. E’ una battaglia che si combatte insieme a più livelli, parentale, medico, umano. E oggi la presenza nel mondo del piccolo Angelo ci insegna che il modo migliore per anticipare il futuro è crearlo”.

Essere portatore di una mutazione genetica che predispone ad un alto rischio di malattia oncologica, come avviene nelle donne portatrici di mutazione BRCA1 e 2, rappresenta una problematica importante, data anche la consapevolezza acquisita in questi anni nella popolazione femminile. Questa tematica è stata portata alla ribalta nel 2013, quando l’attrice Angelina Jolie (portatrice sana di BRCA1) ha comunicato al mondo la sua scelta di eseguire gli interventi di riduzione del rischio. Negli ultimi anni, la richiesta e la conseguente esecuzione del test per l'identificazione di mutazioni BRCA1 e 2 è aumentata esponenzialmente, anche per la possibilità di utilizzo, nei soggetti mutati, di nuove terapie oncologiche mirate che hanno decisamente cambiato la prognosi di queste pazienti.

L'identificazione, inoltre, di un sempre maggior numero di soggetti sani, spesso molto giovani, portatori di mutazione BRCA1 e 2 ha imposto la ricerca di soluzioni di sorveglianza e di abbattimento del rischio di malattia all'interno di percorsi multidisciplinari di alto livello, di cui lo IOV e la ROV (Rete Oncologica Veneta) sono tra i principali interpreti in ambito veneto e nazionale.

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