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Coronavirus, Luca Zaia: «Passaggio in area arancione? Spero di no, ma dobbiamo impegnarci tutti »

Il punto stampa quotidiano del presidente della Regione con i dati sull'epidemia da Covid aggiornati al 2 dicembre. Giornata funesta per i morti: più di 100

Luca Zaia ha presentato oggi il bollettino del 2 dicembre, con una giornata nerissima per quanto riguarda i decessi: 107 nelle ultime 24 ore. Nell'incontro con la stampa sono anche emerse le considerazioni sul nuovo Dpcm, non ancora approvato e in arrivo per il 4 dicembre, e sulla campagna vaccinale. Per quanto riguarda il decreto, il Governo è ancora impegnato sullo studio sulle misure al vaglio per le prossime festività natalizie, mentre sul vaccino il presidente della Regione si dice fortemente critico per i ritardi dell'approvazione da parte dell'Ema, l'Agenzia europea per i farmaci. La risposta sul farmaco Pfizer  secondo le ultime informazioni, dovrebbe arrivare entro il 29 dicembre mentre la Gran Bretagna - ormai fuori dall'eurozona - l'ha già approvato.  Sul Veneto zona gialla o zona arancione dalla prossima zonizzazione del Governo prevista per venerdì, il Governatore fa infine appello ai cittadini: «Basta assembramenti, dobbiamo costruire un  patto sociale su questo, se dovessimo arrivare al lockdown perché non rispettiamo le regole sarebbe un fallimento sociale totale».

Il Bollettino

Nelle ultime 24 ore con 47332 effettuati (tra rapidi e molecolari) sono risultate positive 2535 persone. I ricoverati negli ospedali hanno raggiunto in area non critica il numero di 2706 (+98) mentre per le terapie intensive il Veneto si sta avvicinando ai numeri di marzo con 330 ricoveri (-9). Sono invece 107 le persone che hanno perso la vita a causa del coronavirus nell'arco di una giornata. «Siamo nella parte alta della curva speriamo di scendere tra poco - ha dichiarato Zaia - abbiamo passato le 3000 persone ricoverate, un dato che è comunque improprio, abbiamo almeno 1/3 dei positivi rispetto a marzo facendo il raffronto con i tamponi effettuati ma più ricoverati di marzo. A marzo facevamo 2000 tamponi e trovavamo 400 contagiati oggi abbiamo fatto 50mila tamponi e abbiamo trovato 2000 contagiati se a marzo avessimo fatto gli stessi tamponi di oggi avremmo trovato 10mila positivi. Questo vuol dire che a marzo c'erano 4 volte i positivi di oggi e nonostante questo gli ospedali caricano 700 pazienti in più. Arrivano più pazienti perché ci sono assembramenti e non c'è distanziamento sociale, che il vero pericolo del virus».

Area gialla o arancione e nuovo Dpcm 

Vista la pressione sugli ospedali, dobbiamo attenderci il passaggio di area del Veneto in area arancione, quindi con più limitazioni, quando venerdì ci sarà lo studio dei dati da parte del comitato scientifico? «Penso di no, ma dobbiamo metterci tutti di impegno», ha sottolineato Zaia, «La casa si costruisce sulle fondamenta. Decidiamo che l'assembramento è un  problema? Allora il Governo deve normare sull'assembramento. Ho chiesto che ci sia una norma perequativa».

Per quanto riguarda la questione ristori e stagione sciistica, il presidente del Veneto è tornato a ribadire che «i ristori devono essere una certezza», mentre la proposta di garantire l'impianto delle strutture sciistiche almeno a chi soggiorna in loco «È una soluzione che non penso passerà», ha commentato, aggiungendo: «Boccia ha detto che sta lavorando perché tutti chiudano in Europa».

Sulla questione Dpcm, «aspettiamo comunicazione, per adesso ancora niente di certo se non che le regole partiranno dalla zona gialla con chiusura palestre, centri commerciali, divieti di assembramento e chiusura dei bar alle 18».  Per il governatore «Il sentiment tra marzo e oggi è letteralmente cambiato, allora eravamo più predisposti a rispettare le regole, oggi per alcuni la Covi è un problema solo  per chi è in ospedale. Sono necessarie campagne di informazione, ci vuole un nuovo patto sociale. Gli ospedali sono al collasso ma siamo a un problema risolvibile con la collaborazione dei cittadini. Il viaggio da qui ad aprile è troppo lungo per lasciarlo in gestione a ordinanze e a Dpcm. Se continuiamo così non moriremo di Covid ma di altre patologie che non possiamo curare in ospedale»

Vaccino

«Noi siamo pronti per la campagna vaccinale, che arriva in un momento in cui ci ritroveremo il virus influenzale. Sulla obbligatorieta penso che anche se il vaccino non sarà obbligatorio, avremo sui fatti comunque tutti un  passaporto vaccinario, si sono compagnie aree che già dicono che faranno viaggiare solo i vaccinati», ha spiegato Zaia, concludendo: «L'Europa non sta facendo una bella figura con le forniture. Se la grande Europa arriva dopo la Gran Bretagna che è già pronta, vuol dire che qualcosa non va. I vaccini qui in Veneto potremo anticiparli da punto di vista della logistica anche per quanto riguarda la catena del freddo. Finiremo di vaccinare a fine estate i 5 milioni di veneti ma anche prima se l'approvazione arrivasse fra dieci giorni, perché noi siamo pronti»
 

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