rotate-mobile
Attualità Trissino

Derivati del fluoro, «nell'acqua la tolleranza sia pari a zero»

Lo ribadiscono le «Mamme non Pfas» in un documento reso pubblico a poche ore da un incontro con i funzionari del Ministero dell'ambiente il quale sta lavorando ad una modifica della legge di riferimento: ma la bonifica della Miteni segna il passo

I limiti dei contaminanti da derivati del fluoro, «i temibili Pfas» debbono essere pari a zero. L'abbassamento delle soglie cui sta lavorando il Ministero dell'ambiente nell'ambito della modifica della legge (che dovrebbe avvenire in un documento collegato ad un disegno di legge all'esame delle camere) per la Mamme no Pfas di Verona, Vicenza e Padova non è né sufficiente né accettabile. Lo rende noto lo stesso comitato delle Mamme no Pfas in una nota diramata oggi 19 gennaio.

«La letteratura scientifica nazionale e internazionale dichiara la pericolosità» di tali componenti «anche a piccole dosi» e perché «non c’è un limite sicuro per queste sostanze, i cui effetti sulla salute umana sono molteplici e si manifestano a distanza di decenni». Nel sostenere la propria posizione il comitato richiama un lungo documento della sezione berica di Isde - medici per l'ambiente. Un documento nel quale, tra le tante, si esplicita nero su bianco che «il concetto di limite non è applicabile alle sostanze poli-perfluoroalchiliche» ossia i Pfas, per due motivi. Uno, queste sostanze «sono dotate di proprietà interferenti endocrine», cioè mettono seriamente a rischio l'equilibrio degli ormoni umani. Due, queste sostanze «sono poi persistenti negli esseri viventi e negli esseri viventi si accumulano».

Le Mamme No Pfas, che in questa come in altre circostanze agiscono in rete con altri gruppi  del territorio nazionale (Stop Solvay, Mamme da Nord a Sud in primis: anche in Piemonte come nel Veneto il problema è molto sentito per ragioni industriali), aggiungono un altro dettaglio. Dopodomani ci sarà un nuovo incontro, «con la modalità della teleconferenza», nel quale il coordinamento ecologista ribadirà il proprio orientamento ai vertici del dicastero di via Cristoforo Colombo capitanato dal ministro Sergio Costa. Sullo sfondo rimane la vicenda del maxi inquinamento da derivati del fluoro attribuito alla Miteni di Trissino nell'Ovest vicentino che ha coinvolto tutto il Veneto centrale. La querelle, che è già sfociata in un processo penale «di mole straordinaria» sta scontando peraltro un altro problema: quello della bonifica del sito industriale, bonifica che nonostante le promesse dei più alti dirigenti della Regione Veneto, cui spetta l'obbligo della sorveglianza, all'oggi è rimasta al palo.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Derivati del fluoro, «nell'acqua la tolleranza sia pari a zero»

VicenzaToday è in caricamento