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Guerra in Ucraina, l'appello da Vicenza: "Il cibo e i medicinali non arrivano nelle città assediate"

Anna Parovyak, rappresentante della comunità ucraina a Vicenza: "Abbiamo bisogno assoluto di protezione umanitaria per portare i beni di prima necessità". Le testimonianze dalla guerra: "A Sumy colpiti autobus con bambini". Nel Vicentino arrivati 70 profughi: "Ne aspettiamo almeno 8mila"

Nono giorno di guerra in Ucraina con il conflitto che si fa sempre più pesante, anche e soprattutto per la popolazione civile. L’avanzata dell’invasore Russo e l’assedio delle  città, con bombardamenti e attacchi di terra hanno fatto precipitare il paese in una catastrofe umanitaria destinata a peggiorare. Gli ultimi negoziati con Putin parlano di un corridoio umanitario per permettere l’uscita della popolazione dalle zone devastate dal conflitto, “ma la gente è ormai allo stremo, non ci sono viveri, non ci sono medicine, l’appello che lanciamo è di un immediato intervento di organizzazioni internazionali per permettere almeno di raggiungere con i camion la gente intrappolata nelle città”, spiega Anna Parovyak, rappresentante della comunità ucraina a Vicenza, composta da circa 2600 immigrati.  

Lei, assieme alle organizzazione vicentine, hanno attivato una rete di raccolta fondi e beni di prima necessità da portare nel paese devastato dalla guerra. “La solidarietà continua ed è stata eccezionale devo ringraziare tutti, la Caritas e anche l’Enpa per il cibo fornito agli animali, ma sono molte le difficoltà per fare arrivare cibo e medicinali all’interno delle città assediate. I camion sono guida da persone anziani, perché i giovani sono a combattere, i camion arrivano al confine poi gli scatoloni vengono spostati su un altro mezzo con targa ucraina, perché solo quelli possono entrare ma poi non c’è un corridoio che possa portare i viveri in città, dall’ovest all’est”. Da Vicenza sono partiti 3 camion con 33 bancali e altri ne partiranno in queste ore, mentre alcuni volontari di una Onlus di Altavilla Vicenza si sta già preparando per partire, il 13 marzo, per l’Ucraina, all'est, dove hanno preso accordi con un prete del luogo. 

“Gli ucraini hanno deciso che combatteranno fino all’ultimo uomo ma nel frattempo tutti chiedono l’aiuto di organizzazioni internazionali perché i russi stanno distruggendo tutto, hanno bombardato orfanatrofi, asili nido. Le ultime notizie che ho da chi vive in Ucraina parlano di tre autobus pieni di bambini colpiti dai missili nella regione di Sumy. La maggior parte sono bombardamenti con razzi a lunga distanza – continua Anna che ha un filo diretto con parenti e amici che vivono sul campo la tragedia della guerra – mia cugina lavora in ospedale a Kherson e mi dice che non hanno più niente da mangiare. Il sindaco di Kherson sembra però che abbia raggiunto un raccordo con i capi dei soldati russi: se i cittadini rispettano certe regole, che hanno fatto avere al sindaco, allora potrebbe aprire la città per permettere l’entrata di cibo e medicinali”.

E nel frattempo continua l’emergenza profughi. Per ora sono quasi 10mila gli ucraini arrivati in Italia ma, secondo le previsioni dell’associazione Italia-Ucraina, potrebbero diventare 800mila. Nel Vicentino, a oggi, sono arrivati 70 rifugiati già sistemati in alloggi messi a disposizione dai Comuni con il coordinamento della prefettura. La macchina dell’accoglienza, nella nostra provincia, si sta organizzando e ogni giorno all’associazione ucraina berica, che ha creato una rete per dare informazioni ai profughi, arrivano circa 15 telefonate di privati disposti ad aprire la propria casa ai rifugiati.

“Se devo fare una previsione nelle prossime settimane ci aspettiamo l’arrivo di circa 8000 mila profughi nel Vicentino”, conclude Parovyak , sottolineando il fatto che “non sono profughi semplici, sono quasi tutti donne con bambini e persone anziani, ci voglio case famiglia adatte. Una signora mi ha chiamato dall’Ucraina dicendo che stanno arrivando le sue figlie con  5 bambini piccoli”.

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