rotate-mobile
Attualità Monteviale

Monteviale contro l’impianto di recupero: «Qui non lo vogliamo»

Sono già cento le firme raccolte, solo nella serata di ieri. Il progetto è ora al vaglio della Provincia

I cittadini uniti contro l’impianto di recupero inerti. Nella serata di ieri, martedì 8 novembre, circa un centinaio di cittadini di Monteviale, con qualche "infiltrato" di Creazzo, si sono riuniti nella sala sovrastante il bar del campo da calcio del paese, per discutere e sottoscrivere le osservazioni, raccolte dal comitato per la tutela ambientale di Monteviale, da inviare al tavolo tecnico della Provincia. Le osservazioni riguardano il progetto di un nuovo impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi, attualmente appunto al vaglio dell’ente provinciale, che potrebbe vedere la luce nella zona artigianale del paese, appena sotto la collina. Presenti per l’occasione anche i rappresentanti politici dei territori interessati, nelle persone del vicesindaco di Monteviale Marco Aleardi e del sindaco di Creazzo Carmela Maresca, che hanno garantito ai cittadini l’assoluta contrarietà delle rispettive giunte al progetto.

LA STORIA DELL’IMPIANTO DI RECUPERO INERTI

Per la verità, questo non è il primo impianto che avrebbe dovuto sorgere a Monteviale negli ultimi anni. Nel luglio del 2020, infatti, un progetto simile fu presentato alla provincia di Vicenza dalla ditta Berica Eco Inerti. Anche in quell’occasione ci fu la mobilitazione dei cittadini di Monteviale, che si dimostrarono fin da subito contrari, assieme all’allora amministrazione, alla costruzione. Alla fine il progetto non passò il vaglio della Provincia, e le acque si calmarono. Ora, a presentare un progetto molto simile, con la differenza che questo impianto presenterebbe una copertura, è la ditta Sartorello Escavazioni. Lo scorso 26 ottobre la ditta ha presentato ai cittadini di Monteviale il progetto, in un’assemblea pubblica, scatenando più di qualche perplessità, che è sfociata in un’aperta ostilità al futuro impianto.

LE PROTESTE DEI MONTEVIALESI

Le rimostranze dei cittadini di Monteviale riguardano l’impatto gravoso che potrebbe assumere l’impianto in un paese così piccolo e immerso nella natura. Le criticità, oltre all’aspetto acustico e ambientale – tra quelle evidenziate durante la serata polveri, possibili allagamenti e problemi per la fauna locale - riguardano la viabilità. L’impianto infatti comporterebbe un andare e venire di camion, che aumenterebbero significativamente il traffico e potrebbero letteralmente bloccare le strade paese, già messe a dura prova dalla nuova tangenziale. Infine, anche l’aspetto legale, a detta dell’avvocato Ruggero Rubisse, presente all’evento, presenterebbe più di qualche problematica, come il fatto che chi si propone di costruire il capannone non sarebbe nemmeno proprietario dell’area, e il contratto di utilizzo sarebbe di soli quattro anni.

«STIAMO UNENDO LE FORZE PER ARRIVARE A QUESTO OBIETTIVO»

Ora, tocca al tavolo tecnico della Provincia di Vicenza stabilire se il progetto sia fattibile o meno. Oltre alle osservazioni, solo nella serata di ieri il comitato per la tutela ambientale di Monteviale ha raccolto cento firme, che sembrano destinate a crescere. «Oggi (mercoledì 9 novembre ndr) siamo andati a sentire il responsabile della Provincia – spiega Piermaria Foletto, del comitato -, il dottor Baldisseri, per capire com’è la situazione e l’opinione dei vari enti. Al momento è ancora tutto in fase embrionale, sono state fatte varie osservazioni e stanno attendendo un’integrazione da parte della ditta Sartorello Escavazioni. Sono contento della reazione dei cittadini di Monteviale, che hanno partecipato numerosi alla serata, e che maggioranza e opposizione stiano facendo fronte comune. Stiamo unendo le forze per arrivare a questo obiettivo. L’apertura di un’attività è sacrosanta, ma bisogna anche salvaguardare l’interesse della collettività».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Monteviale contro l’impianto di recupero: «Qui non lo vogliamo»

VicenzaToday è in caricamento