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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il vescovo Giuliano ricorda Benedetto XVI durante il Te Deum

Monsignor Brugnotto ha sottolineando in particolare la gentilezza, l’umiltà e l’intelligenza con cui ha guidato la Chiesa in tempi complessi

Durante il Te Deum di fine anno oggi pomeriggio, sabato 31 dicembre, in Cattedrale il vescovo Giuliano Brugnotto ha ricordato il papa emerito Benedetto, sottolineando in particolare la gentilezza, l’umiltà e l’intelligenza con cui ha guidato la Chiesa in tempi complessi, ma anche la sua capacità di affidarsi a Dio nel momento della fragilità e della debolezza: “Nei brevi incontri avuti con lui – ha raccontato monsignor Brugnotto - ho potuto personalmente godere della sua squisita gentilezza e umiltà. Dotato di grande intelligenza ha saputo raccogliere il testimone da San Giovanni Paolo II per guidare la Chiesa in tempi non facili. E con grande lucidità, ha compiuto il gesto insolito di dimettersi dal servizio di Romano Pontefice, valutando tale scelta in coscienza e sotto l’azione dello Spirito Santo. Ci ha manifestato in molti modi la capacità di affidarsi, anche nel momento della debolezza umana, a Cristo amato e cercato con la mente e con il cuore mediante la preghiera; anche quella silenziosa e discreta di questi ultimi anni”.

Nell’omelia che è seguita al ricordo dei fatti principali del 2022 a livello politico, sociale, storico ed ecclesiale (la guerra in Ucraina con le sue conseguenze pesanti sul mercato del grano e dei combustibili che colpiscono soprattutto i più deboli; le guerre dimenticate nel continente africano; i segnali preoccupanti del cambiamento climatico in atto come la siccità della scorsa estate o gli eventi estremi della Marmolada e di Ischia; la morte di alcune personalità di rilievo; le fatiche della Chiesa nel dopo Pandemia, ma anche alcuni segni di speranza e testimonianze di santità e autentica solidarietà e carità cristiana…),  e alla richiesta di perdono per il male commesso nell’ultimo anno, il vescovo Giuliano ha citato ancora Joseph Ratzinger, nella sua celebre e attualissima “profezia” del Natale 1969: “Da cosa può venire la forza per la Chiesa di andare avanti?» Egli rispondeva così: «dalla crisi di oggi verrà fuori domani una chiesa che avrà perduto molto. Essa diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto […] Perderà anche molti dei suoi privilegi nella società […] Certamente essa conoscerà anche nuove forme di ministero […]. Essa farà questo con fatica, la renderà povera, la farà diventare una chiesa dei piccoli. Ma dopo la prova, uscirà da una chiesa interiorizzata e semplificata una grande forza”.

“Pur nelle prove della vita e tra gli sconvolgimenti del mondo continuiamo a proclamare che “Dio è affidabile” – ha detto il Vescovo, citando l’Apostolo Paolo (1 Corinzi 1,9) - e noi lo ringraziamo per il “fiume carsico di grazia” che scorre spesso nascosto rispetto ai fatti della grande storia, lo ringraziamo “per i preti, i consacrati e i laici che testimoniano l’amore per Cristo donando la loro vita con l’esercizio della loro professione, con la paziente quotidiana spesso anche sofferta dedizione alla famiglia, con la costruzione del bene pubblico. Donne che si dedicano ogni giorno alla preghiera e alla vita fraterna vivendo di provvidenza. Giovani che scelgono di darsi del tempo per rientrare in sé stessi ed ascoltare la propria coscienza laddove il Signore fa udire la sua voce. Altri giovani, come Quelli dell’ultimo, che dedicano del tempo a chi è solo o svantaggiato”.

Il vescovo ha infine invitato le comunità parrocchiali a celebrare nei prossimi giorni Messe di suffragio per il papa emerito e suonare le campane, come è consuetudine, nel giorno in cui a Roma si terranno i suoi funerali.

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