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Guerra in Ucraina, l’Anpi di Vicenza: “L’invasione da parte del despota Putin va condannata totalmente”

"Un atto criminale e disumano che va condannato senza reticenze, indugi o riserve mentali". La sezione provinciale chiarisce la posizione dopo le polemiche su Cinzia Bottene alla manifestazione di sabato. Ma anche a Vicenza, c'è ancora chi, tra imprenditori, intellettuali e parte dell'opinione pubblica "giustifica" l'autocrate

“L’invasione Russa dell’Ucraina va condannata senza se e senza ma”. L’Anpi provinciale, con  una nota, chiarisce a tutto tondo la sua posizione dopo le polemiche sulla manifestazione di sabato in piazza Matteotti. Una piazza piena di bandiere per ribadire il no alla guerra, una manifestazione pacifica e di pacifisti che però ha scatenato qualche polemica per il fatto che, durante il suo intervento, Cinzia Bottene, dirigente ANPI, ha criticato la Nato chiedendo la fine delle servitù militari Usa. Un’affermazione non gradita dai rappresentanti della comunità Ucraina presenti alla manifestazione, che infatti hanno tolto la parola a Bottene strappandole dalla mano il foglio del discorso. Inoltre, in rete, da qualche giorno circola  un comunicato dell’Anpi Nazionale nel quale si legge: “Il riconoscimento dell’indipendenza del Donbass da parte della Russia può portare il mondo a un passo della guerra ed è l’ultimo, drammatico atto di una sequenza innescata dal continuo allargamento della Nato a est vissuto legittimamente da Mosca come una crescente minaccia”.

A questo si deve aggiungere il clima di disinformazione che circola sui social e su una parte dei media, una disinformazione che, in qualche modo, sembra “giustificare” Putin e crea delle divisioni all'interno dell'opinione pubblica  italiana. L’adesione a questa sorta di “putinismo” o perlomeno di giustificazione all’invasione di uno Stato sovrano, arriva anche da parte di qualche imprenditore e intellettuale vicentino, come si legge dai post in rete. Le argomentazioni, molte volte originate da “fake news” - come a esempio una lettera che circola sul web con la quale si giustifica l'aggressione della Russia -  o da una lettura arbitraria del conflitto scatenato dall’autocrate russo, vanno da “La responsabilità della guerra è della Nato perché la Russia è accerchiata” a argomentazioni sommarie quali “La presenza di milizie naziste in Ucraina”, fino addirittura alla stessa negazione del conflitto con frasi tipo “Quale guerra, in Ucraina ci sono solo molotov”. Il tutto in una sorta di una campagna di disinformazione che sembra quasi studiata ad hoc dallo stesso Putin.

Per quanto riguarda invece l'Anpi, in una lettera (qui il link per scaricarla) firmata da Danilo Andriollo (Presidente provinciale) e Luigi Poletto (Presidente della città di Vicenza), l'associazione chiarisce la sua posizione, sintetizzandola in 5 punti: 

  1. La guerra è una aberrazione assoluta e attenta alle radici stesse del genere umano: è una follia che va estirpata dalla vita e dalla storia
  2. L’invasione dell’Ucraina da parte del despota Putin è un atto criminale e disumano che comporta inaudite sofferenze e va condannato senza reticenze, indugi o riserve mentali. Esprimiamo solidarietà incondizionata al popolo ucraino e appoggio ai pacifisti russi perseguitati
  3. L’Unione Europea deve essere unita nel perseguire una politica di pace e di tutela dei diritti umani e recuperare autonomia, autorevolezza e consapevolezza strategica di grande area legata alla civiltà dei diritti.
  4. L’Italia deve essere ferma nel non coinvolgimento in operazioni belliche di qualsiasi natura sulla base dell'art. 11 della nostra Carta Costituzionale e deve adoperarsi in ogni modo per riaprire canali diplomatici e pervenire ad una cessazione delle ostilità e al ritiro delle forze armate russe dal territorio ucraino nel rispetto dei diritti umani e del principio di autodeterminazione dei popoli.
  5. La NATO deve evitare ogni escalation militare e attenersi strettamente al suo carattere difensivo e non espansionistico. Occorre attribuire alle Nazioni Unite la funzione di gestire e risolvere i conflitti tra gli Stati con gli strumenti della diplomazia, del dialogo, della cooperazione, del diritto internazionale al fine di pervenire ad una architettura della sicurezza nella parte orientale del continente europeo che contemperi le esigenze di tutti i popoli e di tutti gli Stati secondo i principi del multilateralismo, dei diritti umani e della coesistenza pacifica.

Sulla manifestazione di sabato, sull'intervento di Cinzia Bottene e sul comunicato di cui prima, invece, la stessa lettera precisa che "nel corso della manifestazione di Vicenza dopo le parole iniziali, sono seguiti gli interventi programmati, tra i quali quello di Cinzia Bottene, dirigente ANPI, contenente alcune affermazioni inappropriate al momento e al contesto, che hanno causato fraintendimenti, al di là delle sue intenzioni, e provocato la reazione di parte delle cittadine e cittadini ucraini presenti numerose/i in piazza", aggiungendo: "La stessa ANPI nazionale è stata oggetto di inaccettabili attacchi i cui promotori hanno utilizzato le affermazioni contenute in un comunicato scritto prima dell’invasione russa all’Ucraina come fosse stato scritto dopo l’inizio della guerra di aggressione. La posizione di ANPI nazionale è invece chiara: l’invasione della Russia va condannata totalmente.Continueremo, insieme a tutto il mondo amante della pace e della giustizia tra i popoli, a realizzare iniziative di mobilitazione per il cessate il fuoco, per la fine dell’aggressione russa, per un’Ucraina libera, autodeterminata e sovrana. Lo faremo costruendo occasioni di incontro con le comunità ucraine al fine di trovare i modi più appropriati per aiutare la popolazione oggi vittima della guerra".

"Risulta perciò a noi incomprensibile e ingiustificabile la polemica scatenata contro la nostra Associazione, tendente a dipingerci o come amici della Russia o di Putin o come “compagni che sbagliano”, unendo il dileggio all’offesa - conclude l'Anpi - a ben vedere la posizione dell'ANPI e del movimento per la pace è molto semplice: no all’aggressione, immediato ritiro delle truppe russe, immediato cessate il fuoco, negoziato internazionale. Non dimentichiamo che l’Italia ripudia la guerra".

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