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Covid-19, ventinove infetti in pochi giorni: la preoccupazione del sindaco

Il primo cittadino gambellarese non nasconde i suoi timori per l'impennata dei soggetti positivi, molti dei quali sono avvenuti alla casa di riposo don Bruzzo. Poi se la prende con i concittadini che non rispettano i decreti sul distanziamento sociale

A Gambellara, piccolo comune dell'Ovest vicentino, i positivi al test del coronavirus sono schizzati da zero a ventinove in pochissimi giorni. La cosa preoccupa non poco il sindaco Michele Poli il quale ieri 2 aprile ha affidato il suo pensiero pubblicando sul bollettino municipale una lunga lettera aperta ai suoi concittadini.

«La maggior parte dei contagiati - si legge - è concentrata in un luogo ben definito: la Casa di Riposo don Bruzzo. Purtroppo il virus è riuscito ad entrare qui ed ha iniziato a contagiare i suoi ospiti e anche gli operatori. La situazione ha avuto un'impennata improvvisa tanto che si pensava di non riuscire a fronteggiarla. Ad onor del vero, devo dire che gli amministratori della casa di riposo, hanno immediatamente applicato i protocolli del caso coinvolgendo fin da subito l'amministrazione comunale e la Ulss Berica, in particolar modo nella figura del direttore generale, il dottore Giovanni Pavesi. È chiaro - si legge ancora - che in queste situazioni non è facile agire con tempestività e lucidità, ma noi ci siamo riusciti. Sono state attuate quelle misure di estrema emergenza che hanno contribuito a circoscrivere il contagio».

Appresso il primo cittadino ne ha per coloro che in paese starebbero violando le disposizioni governative in tema di distanziamento sociale. Poli infatti parla di persone che si ritrovano in casa gli amici. Inquesto senso il sindaco ricorda che il virus può essere pericoloso anche per «quelli che si considerano giovani e forti». Anche per quelli che «in spregio alle regole e alle direttive sanitarie di buon comportamento, continuano a riunirsi in case private a far baldoria, a bere, a banchettare, dimostrando anche poca furbizia nel postare sui social le loro euforiche bravate».

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