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Fridays for future: favorevoli e contrari

La manifestazione in difesa dell'ambiente è stata anche motivo per riportare l'attenzione su una questione molto sentita sul territorio: il futuro dell’impianto di incenerimento rifiuti di Cà Capretta di Schio

La manifestazione di massa di venerdì mattina ha diviso l'opinione pubblica. Tra i pro, il comitato di cittadini "Giù le mani da San Felice" che ha sostenuto e partecipato alla mobilitazione: "Per dare futuro ai nostri giovani che oggi manifestano ed hanno voluto ribadire con la presenza a San Felice che il futuro sta nel rispetto per i luoghi in cui studiamo, lavoriamo, viviamo, la prospettiva è oggi quella di partire dalla valorizzazione dell'ambiente e delle ricchezze che la storia della nostra città e dei nostri quartieri hanno prodotto nel tempo".

"Questo vuol dire, nel nostro caso, opporsi alla costruzione di qualcosa che impoverisce il nostro quartiere e invece promuovere la valorizzazione dell'esistente (verde ed ex ospedale psichiatrico) per dare una vita futura alla delicata rete di relazioni sociali, commerciali, culturali che ne costituiscono il tessuto storico - concludono - L'amministrazione pubblica ha il dovere di interpretare questi indirizzi ed agire per la loro realizzazione: l'interesse per il quale agisce dev'essere esclusivamente quello dei cittadini e della comunità".

Tra i contro, Lotta Studentesca che "si oppone in modo totale a chi vuole strumentalizzare una battaglia sacra come quella per il nostro pianeta, urlando in piazza slogan antifascisti e mostrando cartelloni a favore di famiglie gay, diritti LGBT e bandiere dell’europa. Di fatto le migliaia di ragazzi che partecipano a questa carnevalata sono i nuovi radical chic, figli del pensiero unico e del conformismo contro i quali noi scagliamo la nostra battaglia. Mentre voi sfilate come poveri subumani per le strade delle città con bandiere in testa e cartelloni senza senso, noi siamo quotidianamente nelle strade a lottare davvero e quando necessario pagando a caro prezzo le nostre battaglie. La vera rivoluzione siamo noi e non voi che scendete in piazza mascherati facendo caciara una volta all’anno".

"Volete davvero fare la rivoluzione? - concludono - Volete davvero essere il cambiamento? Allora bruciate le bandiere dell’Unione Europea, spezzate le catene di Bruxelles e unitevi a Lotta Studentesca l’unico vero movimento rivoluzionario".

E c'è chi, in occasione della settimana di mobilitazione mondiale contro i cambiamenti climatici, riporta al centro un tema molto sentito sul territorio: il futuro dell’impianto di incenerimento rifiuti di Cà Capretta di Schio.

"Sembra necessario ricordare, visto quanti si sono permessi di esprimere pubblicamente valutazioni sul futuro dell’impianto non avendone alcun titolo, che l’inceneritore è proprietà di AVA – Alto Vicentino Ambiente, una società partecipata pubblica, i cui soci sono i comuni dell’Alto Vicentino. - sottolineano in una nota AVR- Alto Vicentino Ricicla, Associazione Genitori Preoccupati, Fridays for Future Alto Vicentino e Isde Medici per l'Ambiente sez. di Vicenza, Unione Sindacale di Base - Spetta dunque ai cittadini/proprietari, attraverso i sindaci che li rappresentano, stabilire i principi cui deve attenersi il piano industriale e gli obiettivi che con esso si intendono raggiungere".

"In merito alla possibile chiusura della linea due, la più datata delle tre linee di cui a breve si dovrà decidere il destino, riteniamo davvero sconcertante che essa debba ancora costituire oggetto di discussione da parte di chi si ostina a caldeggiarne, invece, il rinnovo o addirittura il potenziamento, in totale inosservanza dell’impegno ufficiale preso dall’assemblea dei soci di AVA di non procedere più ad ampliamenti. - rimarcano - La situazione di gravissima emergenza ambientale del nostro pianeta più volte denunciata dalla comunità scientifica internazionale, infatti, ci impone di intraprendere la strada della riduzione delle emissioni di gas serra con decisioni urgenti ed incisive".

"Per quanto riguarda la linea due di Cà Capretta - evidenziano - la sua dismissione è realizzabile poiché il raggiungimento a livello provinciale degli obiettivi di raccolta differenziata ( 76% entro il 2020 ) imposti dalla normativa regionale, determina una riduzione del rifiuto da incenerire, rendendo di fatto l’impianto sovradimensionato rispetto alle reali necessità. Contestualmente alla chiusura della linea due, chiediamo ai sindaci, rappresentanti dei cittadini e responsabili della loro salute e dell’integrità del territorio, di adoperarsi, anche con forme di sostegno reciproco, affinchè ogni comune metta in atto le pratiche virtuose che portano al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalla normativa regionale, alla riduzione della produzione dei rifiuti e a quanto privilegi il recupero di materia rispetto al recupero di energia, come richiesto dalla gerarchia europea sui rifiuti e dalla normativa sull’economia circolare".

"A chi ancora si ostina ad affrontare la gestione dei rifiuti nell’ottica di poter usufruire dell’impianto di incenerimento di Schio a costi ridotti e con mano libera - concludono - rispondiamo che tale atteggiamento è moralmente inaccettabile e non sarà più tollerato. La gravità della situazione e l’urgenza con cui tutti siamo chiamati ad agire non ammette in chi è chiamato a prendere pubbliche decisioni né ignoranza nelle questioni ambientali né provvedimenti miopi che mirano a mantenere un consenso immediato a discapito del futuro del nostro pianeta e delle giovani generazioni. A quanti, ancora, non ritengano indispensabile una profonda revisione del nostro sistema dei consumi e del modello economico che ha condotto a questa situazione, consigliamo una silenziosa passeggiata nei luoghi delle nostre montagne dove un anno fa eventi meteorologici di inaudita violenza, risultato dei cambiamenti climatici in atto, hanno cancellato i boschi, lasciando posto ad una desolata distruzione, sottraendo a tutti noi un patrimonio inestimabile di natura, storia e bellezza".

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