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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Smart tv in stanza per una miglior degenza: il dono della Fondazione San Bortolo ai pazienti

La richiesta è partita dal direttore dell’UOC di Malattie infettive Vinicio Manfrin e dallo staff infermieristico che avevano raccolto il disagio degli ospedalizzati

La Fondazione San Bortolo ha donato 14 smart tv 43 pollici complete di staffe a muro per le stanze di degenza del Reparto Malattie Infettive. 

“Non è un vezzo come potrebbe sembrare – spiega il presidente della Fondazione Franco Scanagatta - ma un importante supporto psicologico ai pazienti che devono rimanere in reparto per lunghi periodi, una distrazione che aiuta ad affrontare meglio la degenza”. 

L’acquisto e l’installazione hanno avuto il costo di 4.500,00 euro che la Fondazione San Bortolo ha potuto mettere subito a disposizione, usufruendo dell’importante apporto della società DAICOM di Vicenza. “Dopo la ristrutturazione del primo piano, infatti, erano stati tolti i televisori da letto, un po’ datati e i pazienti non avevano più la possibilità di far passare il tempo guardando qualche programma tv. Le famiglie avevano addirittura chiesto di portare gli apparecchi da casa ma, - continua Scanagatta - come è possibile immaginare, la gestione diventava complicata e a livello sanitario poco sicura”.

La richiesta è partita dal direttore dell’UOC di Malattie infettive Vinicio Manfrin e dallo staff infermieristico che avevano raccolto il disagio dei pazienti. Gli apparecchi sono stati installati e messi in uso, grazie alla rapida collaborazione dell’Ufficio Tecnico dell’Ulss8, inoltre la misura da 43 pollici è stata scelta e definita in reparto, così come l’altezza dell’installazione, studiata in specifico con il Dott. Manfrin per rendere più agevole la vista del paziente da steso.

“Ringrazio la Fondazione San Bortolo e l’azienda del territorio che si sono impegnate in questa ennesima dimostrazione di generosità verso l’ospedale di Vicenza - commenta Maria Giuseppina Bonavina, direttore generale dell’Ulss 8 Berica - L’attenzione a rendere meno pesante anche sul piano psicologico il periodo del ricovero rientra nel concetto più generale di “umanizzazione” dell’assistenza sanitaria, non limitandoci a curare la malattia, ma ascoltando i bisogni della persona”.

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