rotate-mobile
Attualità

Femminicidi a Vicenza: gli ispettori puntano su «magistrati, consulenti e assistenti sociali»

È questa l'indiscrezione che filtra da via Arenula mentre dopo le esequie di una delle vittime le attiviste della rete antiviolenza chiedono lumi sull'operato della giustizia: fari accesi anche sulla procura minorile veneziana

Gli ispettori che su input del Guardasigilli Marta Cartabia si stanno occupando dei reconditi del duplice omicidio avvenuto a Vicenza e attribuito a Zlatan Vasiljevic, avranno a che fare non solo con l'operato della magistratura penale e civile vicentina. Avranno a che fare non solo con l'operato della Corte d'appello di Venezia. Ma avranno a che fare anche con l'operato della procura minorile di Venezia. È questo quanto emerso ieri 17 giugno a margine del sit-in promosso da alcune associazioni che si battono contro la violenza sulle madri e sui figli: che l'iniziativa fosse in calendario peraltro ne aveva dato contro Vicenzatoday.it il 13 giugno. Ad ogni modo a Borgo Berga, questi i rumors che filtrano da giorni, la situazione è «tesissima». Quando le donne si sono presentate a palazzo per consegnare una lettera aperta di denuncia indirizzata, fra gli altri, al presidente del Tribunale Alberto Rizzo e al ministro della giustizia Cartabia, è stato loro riferito come lo stesso Rizzo «fosse a Roma».

LA SENTENZA DI MAGGIO
Non si conoscono «i dettagli della trasferta» ma tra le gatte da pelare che gli ispettori saranno chiamati a vagliare, questa la voce che circola, c'è pure «la sentenza civile 785/2022 del 5 maggio 2022» che potrebbe costituire una sorta di quaderno degli indizi delle défaillance che avrebbero, almeno in parte, creato le condizioni per per il duplice omicidio di via Vigolo a Vicenza: un delitto che per giorni ha riempito le colonne dei quotidiani nazionali. Ma non si tratta di vagliare solo l'operato di consulenti e magistrati; in quelle pagine ci sarebbero anche riferimenti specifici alla condotta degli assistenti sociali, che avrebbero in qualche modo dato il loro parere affinché ad una delle vittime, la scledense di origini serbe Lidija Miljkovic (i cui funerali si sono svolti ieri a Vicenza), fosse revocato de facto l'affido esclusivo dei figli: pur a fronte della condotta conclamatamene violenta dell'uomo. Il cui gesto ha strappato la vita alla 42enne che ieri alla chiesa serbo-ortodossa di San Luca è stata salutata dai suoi cari e dal suo ultimo compagno Daniele Mondello (in foto). Di più diffiicile lettura invece è, per certi versi, il quadro che ha portato il medesimo killer a uccidere un'altra sua ex sempre il giorno 8 giugno a Vicenza, si tratta della rubanese di natali sudamericani Jenny Gabriela Serrano

«DISEGNO CRIMINALE»
L'omicida, questo il timore delle madri della rete anti-violenza, potrebbe aver deciso di portare a compimento «il suo disegno criminale» proprio perché le istituzioni sarebbero state troppo poco risolute nel recidere ogni legame tra Vasiljevic e la vecchia famiglia: anche perché gli specialisti potrebbero non avere adeguatamente scandagliato lo stato di salute mentale dell'uomo. In questo senso la sentenza del maggio 2022 costituirebbe una sorta di cartina tornasole della vicenda giudiziaria nel suo complesso, rispetto alla quale gli ispettori «potrebbero essere chiamati» anche a scandagliare l'operato della procura dei minori di Venezia.

A CACCIA DI NOMI
Perciò, di questo tenore sono le voci di corridoio in via Arenula, «gli ispettori presto dovranno andare a caccia non solo dei nomi dei magistrati che avrebbero operato le scelte più controverse ma anche dei consulenti e degli assistenti sociali che non avrebbero tenuto una condotta adeguata alle circostanze». A fronte di un contesto così complesso rimangono sul tappeto le dichiarazioni rese ieri durante il sit-in organizzato dalla rete delle madri che si battono contro «la violenza patriarcale degli uomini su donne e figli»: parole durissime che le telecamere e i microfoni di Vicenzatoday.it hanno puntualmente documentato. Sullo sfondo poi rimane un dato politico. Ieri a Borgo Berga c'era anche il deputato del M5S Stefania Ascari, che come componente della commissione giustizia ha chiesto chiarezza sul caso Vasiljevic. Poi un altro caso che a Vicenza sta facendo dscutere. Si tratta dello stupro denunciato da una donna di origine marocchine. Il presunto responsabile, pure lui di origini marocchine, è stato prosciolto da ogni accusa perché il processo è defunto per prescrizione a causa delle lentezze della procura berica. Sulla vicenda specifica, un'altra tegola sugli uffici giudiziari di Borgo Berga, Ascari ha intenzione di chiedere lumi al governo con una interrogazione parlamentare.

GUARDA LA VIDEO-SINTESI DEL PRESIDIO ORGANIZZATO A BORGO BERGA
ASCOLTA L'AUDIO-INTERVISTA A NATOLI, BRUSCHINI ED ASCARI

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Femminicidi a Vicenza: gli ispettori puntano su «magistrati, consulenti e assistenti sociali»

VicenzaToday è in caricamento