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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Faggin, eccellenza vicentina ospite dell'ultima puntata di Eta Beta su Rai Radio1

Nella trasmissione condotta da Massimo Cerofolini spazio ad un concittadino illustre, al suo studio sulla consapevolezza dopo le grandi scoperte del passato che hanno cambiato il mondo: l’Intel 4004 ritenuto il primo microprocessore nella storia dell’informatica

Non ha bisogno di molte presentazioni Federico Faggin. Vicentino di nascita e americano d'adozione, 76 anni suonati, è stato tra i protagonisti di Eta Beta, la trasmissione condotta da Massimo Cerofolini e trasmessa su Radio1 Rai, che sabato scorso ha chiuso la stagione "con i fuochi d'artificio".

Nell'ultima diretta infatti si sono trovati in studio con Cerofolini, Barbara Carfagna, giornalista autrice e conduttrice di #Codice – La vita è digitale, su Rai1. Con interviste a Ren Zhengfei, fondatore e presidente della multinazionale cinese #Huawei, con sede a Shenzhen, il più grande produttore al mondo di apparecchiature per le telecomunicazioni e il secondo produttore di smartphone dietro Samsung; Federico Faggin e Alessio Figalli matematico e accademico italiano con cattedra all'università di Zurigo, attivo nello studio del calcolo delle variazioni e delle equazioni differenziali alle derivate parziali, vincitore della Medaglia Fields, il Premio Nobel della Matematica, nel 2018.

Da sogno visionario a incubo minaccioso? Come sta cambiando il mondo creato dalla Silicon Valley? E in che modo riportare la tecnologia al servizio dell’uomo anziché del profitto? questi alcuni dei quesiti che sono stati posti al più grande genio vivente italiano che ha dato vita al il primo microchip del mondo, il primo telefono intelligente capace di inviare dati, il primo touch screen, che Steve Jobs ha provato in tutti i modi a comprargli, senza riuscirci.

Senza dimenticare le nuove ricerche sulla consapevolezza dell’essere umano, capaci di coniugare la scienza con la spiritualità. Dopo anni  a carcare un computer consapevole, il fisico ha infatti capito che è impossibile perchè l'uomo non è una macchina che può essere replicata da un computer.

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