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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Fascia 0-3 anni, i dimenticati del Dpcm: possono andare al parco ma non al nido

Si è parlato di ripartenza, di fase 2, senza tener conto delle necessità delle famiglie. E' questo quanto, ancora una volta, emerge dalla lettura dall'ultimo atto del governo

Il 18 maggio è indubbiamente un giorno importante per i veneti che negli ultimi due mesi si sono trovati a convivere con limiti e restrizioni per evitare il contagio del Covid-19. Sono stati mesi duri per gli imprenditori, per gli esercenti, che si sono trovati a gestire le spese e gli oneri della propria attività senza avere un introito di cassa, ma sono stati mesi duri (e lo sono tutt'ora) per le famiglie che si sono trovate a gestire lavoro e figli senza una componente fondamentale come la scuola. Ok alla didattica online, ok allo smart working ma ai figli chi ci si pensa? I genitori ovviamente, che se vogliono vivere e sfamare i propri figli dovrebbero anche lavorare.

Sono stati numerosi gli appelli lanciati alla Regione Veneto, piuttosto che al governo centrale ma, ad oggi, tante ipotesi e nessuna soluzione concreta. Il nuovo Dpcm, in vigore dal 18 maggio, "apre" ai giovani ma non alla fascia 0-3 e viene da chiedersi perchè? Perchè se si è pensato alla ripartenza dei bar, dei servizi alla persona, non si è stati in grado di avere una progettualità per il mondo dell'infanzia? Se prima i nonni erano il paracadute nella gestione dei figli, con l'inizio della pandemia e la scoperta che la fascia più a rischio contagio era proprio quella degli over70, si è voluto preservarli a scapito dell'equilibrio della famiglia.

Se è stato più volte ribadito che i bambini sono "immuni" al virus, perchè, ad oggi non si è pensato ad un ritorno alla normalità dei loro percorsi formativi? Perchè dal 15 giugno è stata annunciata la ripresa dei parchi divertimento e degli asili non si parla? Tra le righe degli allegati all'ultimo Dpcm c'è una minima apertura dai bambini over 3 ma degli 0-3 nessuno ne parla.

"A decorrere dal mese di maggio 2020 - si legge nel Dpcm del 18 maggio - alla riapertura regolamentata di parchi e giardini pubblici è possibile frequentazione da parte di bambini anche di età inferiore ai 3 anni ed adolescenti con genitori o adulti familiari, anche non parenti; a decorrere dal 18 maggio 2020 e per il periodo estivo, è prevista la realizzazione di attività organizzate per bambini di età superiore ai 3 anni ed adolescenti, con la presenza di operatori addetti alla loro conduzione, nel contesto di parchi e giardini, anche attraverso sperimentazioni innovative nell’orizzonte dell’outdoor education; a decorrere dal mese di giugno 2020 e per il periodo estivo, alla realizzazione di progetti di attività ludico-ricreative – i centri estivi – per bambini di età superiore ai 3 anni ed adolescenti, con la presenza di operatori addetti alla loro conduzione, utilizzando le potenzialità di accoglienza di spazi per l’infanzia e delle scuole o altri ambienti similari".

Ma attenzione:

"E' prevista la riapertura regolamentata di parchi e di giardini pubblici per la loro possibile frequentazione da parte di bambini, anche di età inferiore ai 3 anni, e di adolescenti con genitori o adulti familiari dal maggio 2020...La loro riapertura rappresenta indubbiamente un fatto positivo per il recupero di un equilibrio psicologico e fisico che ha risentito delle prescrizioni che hanno impedito di uscire di casa, sebbene richieda di essere regolamentata nelle forme di accesso, nelle modalità di controllo delle condizioni igieniche degli arredi e delle attrezzature disponibili e con la garanzia, in carico alla responsabilità degli adulti presenti, che sia rispettato il prescritto distanziamento fisico".

Quindi al parco si, ma all'asilo no, perché al parco la responsabilità se la prende il genitore?

Sono solo alcune delle riflessioni che nascono dalla lettura degli allegati al Dpcm. Per chi volesse approfondire:

IL TESTO INTEGRALE DEGLI ALLEGATI DEL DPCM 17.05.2020-2

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