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«Fascicolo lumaca»: la procura vicentina nel mirino di due deputate

A Montecitorio due onorevoli depositano una interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti su una indagine durata quasi «undici anni» e morta per prescrizione. A denunciare le vessazioni subite era stata una donna: frattanto a Borgo Berga un Gip è stato segnalato all'autorità giudiziaria «per violenza privata»

Come mai il fascicolo penale scaturito dalla denuncia «di una donna vittima di violenza sessuale da parte del marito nel 2011», è rimasto nella fase delle indagini preliminari per almeno undici anni?. «La richiesta di rinvio a giudizio ed il conseguente processo a carico dell'imputato, infatti, sarebbero stati richiesti dalla Procura di Vicenza solo di recente, a febbraio di quest'anno, dopo ben undici anni dalla perpetrazione della violenza, con l'immediata conseguenza che il reato risulta prescritto e l'imputato prosciolto». È questo uno dei passaggi salienti di una interrogazione parlamentare redatta il 20 giugno dal deputato Stefania Ascari. L'interrogazione, che da ieri 28 giugno è stata iscritta ufficialmente a ruolo, è indirizzata al ministro della giustizia Marta Cartabia e riguarda una vicenda che tra gli addetti ai lavori del tribunale è già stata ribattezzata come il caso «del fascicolo lumaca».

STRAORDINARI PER IL GUARDASIGILLI
Ancora una volta il Guardasigilli è chiamato a fare luce su quanto accade negli uffici giudiziari di Borgo Berga. I quali di recente sono stati travolti dalle polemiche montate attorno al caso di Zlatan Vasiljevic, l'altavillese di origini serbo-bosniache che il giorno 8 giugno ha dapprima freddato le sue ex (Lidija Miljkovic e Gabriela Serrano). E poi si sarebbe tolto la vita in circostanze ancora tutte da chiarire.

LA BORDATA
Ascari, che è un avvocato penalista emiliano, firma l'interrogazione assieme al vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni, che come Ascari fa parte del gruppo dei Cinque stelle. Le due nell'atto ispettivo parlamentare fanno riferimento ad un servizio pubblicato dal Corvento il 14 giugno 2022 nella edizione vicentina in pagina 14. «La fonte citata - si legge - riporta quanto subito dalla moglie dell'imputato: costrizione al rapporto sessuale, minacce di morte, lesioni... corredate da certificati di pronto soccorso... tutte situazioni incorporate in denunce reiterate, rimaste poi prive di riscontro giudiziale. Da quanto narrato dalla signora... il giorno 18 settembre 2011, infatti il marito 43enne l'avrebbe costretta con la forza a salire in auto e, raggiunto un luogo appartato a Cornedo in provincia di Vicenza, l'aveva aggredita, costringendola a subire un rapporto sessuale. L'avrebbe presa a schiaffi, le sarebbe salito sopra per bloccarla, l'avrebbe spogliata e minacciata di morte se si fosse rifiutata... Ad oggi, nonostante la sentenza di proscioglimento» per avvenuta prescrizione, «l'ex imputato rimane comunque libero ed irreperibile, anche per il suo avvocato difensore».

Questo è quanto riportano le due deputate. Appresso c'è un'altra bordata in cui le due  chiedono al Ministero della giustizia di tornare ad accendere i riflettori su Borgo Berga, a partire dalla procura della repubblica: «Quello narrato è solo l'ultimo dei casi in cui la denuncia di una donna non viene prontamente seguita da un protocollo urgente di protezione e accertamento della colpevolezza. Si rende pertanto necessario operare una indagine al fine di tutelare la posizione delle donne che hanno subito violenza, specialmente da parte del compagno, e che abbiano avuto poi la forza di denunciare; l'indagine è ulteriormente necessaria se si pensa che da gennaio 2022 ad oggi sono stati depositati presso la medesima Procura di Vicenza almeno 34 fascicoli di cosiddetto «codice rosso», ovvero di procedimenti da attivarsi a seguito di denuncia per richiesta di misure protettive contro la violenza nelle relazioni familiari».

IL CASO ELLERO
Frattanto in via Longhi la situazione rimane tesa. Non più tardi di due giorni fa il professor Renato Ellero ha denunciato il Gip Antonella Toniolo «per violenza privata» e non solo. Come riporta Lineanews.it quest'ultima sarebbe finita nel mirino del noto penalista di natali veneziani che è stato già docente di diritto all'Università di Padova, nonché già senatore della Repubblica.

Ma per quale motivo la dottoressa Toniolo sarebbe stata segnalata all'autorità giudiziaria? Il professor Ellero lamenta che durante una udienza tenutasi l'ultimo inverno, il penalista era parte offesa, il giudice per le indagini preliminari Toniolo non gli avrebbe consentito di essere accompagnato da un assistente. Più in generale l'iniziativa di Ellero  «si colloca nel più ampio contesto della guerra di carte bollate» cui l'avvocato ha dato vita poiché da anni ritiene di essere vittima di un caso di malasanità e malagiustizia che ha avuto origine da una ischemia la quale nel 2015 lo ha reso «emiplegico». L'ex senatore, che il 14 luglio compie 78 anni, dal 2015 è infatti costretto su una sedia a rotelle tanto di dover necessitare di assistenza continua per potersi spostare «più o meno liberamente».

PARLA LO SCRITTORE
Ad ogni i modo rispetto al caso del duplice omicidio ieri a Dueville durante un dibattito pubblico, lo scrittore Massimo Carlotto ai microfoni di Vicenzatoday, in maniera molto stringata peraltro, ha espresso il suo pensiero sul caso Vasiljevic: «l'attuale società fa  fatica a capire il male che si auto-alimenta» in seno alla stessa società: del quale peraltro non «vengono mai colti i segnali» premonitori utili a dare concretezza a quelle risposte che invece bisognerebbe mettere in campo per contenere il più possibile certi fenomeni.

ASCOLTA L'AUDIO-INTERVISTA A MASSIMO CARLOTTO

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