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"Faccetta nera" cantata in diretta, Donazzan bloccata da Facebook

L'assessore all'istruzione della Regione Veneto, con una nota, è intervenuta sull'episodio de "La Zanzara", non rinunciando a una stoccata verso gli avversari: «Ecco di cosa si occupa la sinistra italiana nel periodo più tragico della nostra storia repubblicana: di fascismo». Nel frattempo, dopo una comunicazione dallo staff di Zuckerberg, ha sospeso i suoi profili social

Aggiornamento: Donazzan bloccata sui social

Il tuo account è soggetto a restrizioni. I tuoi post precedenti non rispettavano i nostri Standard della community, pertanto non puoi pubblicare contenuti o commentare”: questo riporta l'avviso ricevuto nel tardo pomeriggio di oggi dall’assessore Regionale del Veneto Elena Donazzan dai social network di Mark Zuckerberg.

A comunicarlo una nota dell'ufficio stampa dell'assessore. “Mi hanno imbavagliata sui social, impossibilitata temporaneamente a postare e a commentare. Avrei voluto archiviare questa surreale vicenda con un post - poi trasformato in comunicato stampa - ma non è stato possibile. Da stamane è partito il consueto ‘shit storm’, di cui sono ora vittime purtroppo anche i miei followers” ha dichiarato Donazzan, destinataria nelle ultime ore di molti insulti e minacce sul web dopo la sua partecipazione alla trasmissione radiofonica “La Zanzara”.

L’assessore Donazzan, conclude la nota, ha quindi scelto di sospendere momentaneamente, a tutela dei suoi followers, tutti i suoi profili social fino al termine di queste restrizioni.

La vicenda

L'assessore all'istruzione Elena Donazzan canta in diretta radio - a "La Zanzara" di Cruciani e Parenzo - il più conosciuto inno fascista "Faccetta nera". La vicenda non passa innoservata e si levano proteste dal mondo civile e politico, chiedendo le dimissioni della politica, rappresentante di Fdi. Lei risponde con un post su Facebook nel quale parla di strumentalizzazione e denuncia il fatto di essere stata minacciata, sempre via social. E forse per questo la sua pagina Fb ora risulta disattivata. 

Le richieste di dimissioni

Nel frattempo continuano a fioccare a Zaia le richieste di dimissioni dell'assessore. Lui lascia intendere che lascerà scivolare via la cosa, "consigliando" però la Donazzan a porgere le scuse per l'accaduto. Scuse con un'abbondante dose di riserve che arrivano poco dopo, con un comunicato ufficiale. E nelle quali, l'assessore parte subito all'attacco. 

«Ecco di cosa si occupa la sinistra italiana nel periodo più tragico della nostra storia repubblicana: di fascismo. Ho scoperto dunque che trovano il tempo non solo per litigare tra loro per mantenere in vita un governo che sta falcidiando la nostra economia, ma anche per montare un caso nazionale sulla mia partecipazione a ‘La Zanzara’, trasmissione che tutti conosciamo come goliardica e a tratti irriverente»

Le (quasi) scuse

«Sto subendo minacce ed insulti: pazienza, non è la prima e non sarà l'ultima volta - si legge ancora nella nota - non accetto però lezioni sull’approccio che l’Italia tutta dovrebbe avere sui temi relativi al secondo conflitto mondiale: un periodo da consegnare definitivamente alla storia per ottenere una reale ed effettiva pacificazione nazionale, assicurando dignità di memoria a tutti coloro hanno sacrificato la propria vita durante la guerra civile tra il 1943 ed il 1945»

E alla fine: «Se a sinistra, tra i pochi che condividono questa necessità, qualcuno si è sentito offeso, me ne scuso -  afferma l’Assessore regionale - a tutti quelli, invece, che non vedono l'ora di sfruttare certe strumentalizzazioni per ribadire odio e livore, non ho nulla da dire. Sarebbe inutileOra passo e chiudo, perché da Assessore della mia amata terra, il Veneto, ho cose molto più importanti di cui occuparmi».

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