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«Quelle accuse contro di me erano infondate»

È la bordata di Riccardo Sindoca nell'ambito di una «intricatissima vicenda» che fa da trait d'union tra l'affaire Safond e il caso della presenza della mala nel litorale veneziano. Già agente dei servizi il padovano spara a zero: «dalla ex di uno degli imputati del processo Eraclea sono stato preso di mira con addebiti gravi, ma rivelatisi subito privi di ogni sostanza. Tuttavia la procura di Vicenza pretende di archiviare la denuncia sporta da me per calunnia. Per questo ho segnalato la condotta della magistratura berica a Trento»

Le dichiarazioni rese nel luglio 2019 al comando provinciale della Guardia di finanza di Vicenza dalla bassanese Miriam Valiera, la ex compagna dell'ex patron della Safond Martini di Montecchio Precalcino (finita al centro di un maxi scandalo ambientale), sono «calunniose». Di quelle dichiarazioni, divenute poi oggetto di un fascicolo penale presso la procura della città palladiana, ha fatto le spese il consulente aziendale padovano Riccardo Sindoca. Il quale per quanto subìto ha sporto una regolare «denuncia-querela». Che per la procura, «pur a fronte di riscontri evidenti, pretende di archiviare». A spiegarlo è lo stesso Sindoca a partire da una nota diffusa ieri 6 giugno. Peraltro la nota del consulente di Villa del Conte nel Padovano, con un passato «in un servizio segreto della rete Nato», si colloca nel contesto più ampio di quanto evidenziato durante il processo alla mala di Eraclea in una con i tanti anfratti della vicenda.

Uno dei quali aveva interessato appunto una tentata rapina patita dall'imprenditore vicentino Dalle Rive nella sua villa in provincia di Treviso, rapina che tra le figure chiave avrebbe annoverato, quale basista, l'ex guardia giurata Giuseppe Daniel, uno dei condannati in primo grado al processo alla mala di Eraclea. Questo frangente era stato approfondito proprio ieri in un servizio di Vicenzatoday.it. Lo stesso argomento era stato trattato sempre da Vicenzatoday.it con una inchiesta del 25 luglio 2021.

IL PROLOGO
Per dare contezza del contesto va considerata la figura della 57enne Valiera, che fu convivente di Dalle Rive, ma che, stando alle carte, ebbe anche una relazione con Daniel. È proprio la ex convivente di Dalle Rive (scomparso nel 2019, a sua volta rimasto invischiato nel cosiddetto affaire Safond), la donna della quale il presunto basista Daniel, si sarebbe servito per attingere informazioni sulla dimora del manager sita a Castelcucco nel Trevigiano, giustappunto nell'ottica di una rapina poi sventata dalla Polizia di Stato.

LA RICOSTRUZIONE
Come ricostruisce Vicenzatoday.it del nell'estate del 2021 Valiera, il 15 luglio 2019 deposita un esposto-denuncia al comando provinciale della Guardia di finanza di Vicenza. In quel documento la donna spiega di avere avuto col Daniél una relazione sentimentale dal 2014 al 2018. Di più nella medesima denuncia la Valiera sostiene che lo stesso Daniel gli avrebbe raccontato, affinché ne fosse data notizia agli inquirenti, che in passato nell'abitazione del presunto basista si sarebbero introdotti alcuni «uomini incappucciati ed armati di pistola» che con accento meridionale avrebbero minacciato sempre lo stesso Daniel.

Ma quale sarebbe il motivo di quella minaccia? Sempre Vicenzatoday.it riferisce che alla base di quelle asserite condotte ci sarebbe stata la volontà di convincere il Daniel «per le spicce» affinché quest'ultimo non rivelasse agli incaricati dall'autorità preposta, che glielo avessero eventualmente domandato, dei rapporti tra «il mio ex compagno Rino Dalle Rive» e il consulente padovano «Riccardo Sindoca». Stando alla denuncia della Valiera, che nello stesso documento dichiara di sentirsi minacciata da quelle persone senza volto, si precisa altresì che le visite degli incappucciati si sarebbero ripetute per ben diciannove volte, tutte con data certa, tra l'ottobre 2018 e il luglio 2019.

I DETECTIVE DELLA GDF
In uno o più episodi, sempre stando alla denuncia della bassanese raccolta dai marescialli della GdF Venerando Basile e Melissa Romanzi, Daniel sostiene anche di essere stato picchiato da quelle persone col volto travisato. Tanto che il presunto basista si sarebbe dovuto recare almeno in due circostanze presso l'ospedale di Jesolo «per frasi medicare». Si tratta di accuse gravi, che gli inquirenti furono obbligati a vagliare attentamente.

GLI INVESTIGATORI SMONTANO L'ACCUSA CONTRO IL PADOVANO
Ma poco dopo che cosa scoprono le fiamme gialle? Dalla annotazione di polizia giudiziaria del 19 luglio 2019 con protocollo 274686 in riferimento al procedimento penale 1502/18 (annotazione indirizzata ai sostituti procuratori berici Cristina Carunchio e Hans Roderich Blattner), emerge un riscontro investigativo eclatante che si basa su due elementi chiave. Uno, i controlli sui varchi elettronici in grado di rilevare le targhe nel percorso che porta verso la abitazione di Daniel hanno avuto esito negativo: almeno con le targhe fornite dalla Valiera. Questo è quanto riferiscono per l'appunto i vigili urbani di Eraclea nel Veneziano. Due, dai referti medici inviati dal nosocomio iesolano alle fiamme gialle risulta che sia sì vero che Daniel si sia recato per due volte in quella struttura: «ma mai per fatti riconducibili a percosse subite come dichiarato dalla denunciante». In pratica la ricostruzione della Valiera finisce per non trovare alcun riscontro. Tanto che Sindoca, come quest'ultimo ribadisce nella nota diffusa ieri, passa al contrattacco: anche per capire la ragione ultima «delle calunnie propalate nei miei confronti» spiega quest'ultimo ai taccuini di Vicenzatoday.it.

LA BORDATA
«Parlo di gravissima calunnia nei miei confronti - scrive Sindoca - poiché la polizia giudiziaria diede seguito ad una meticolosa indagine». E che si trattasse di «menzogne» lo spiega il fatto che il consulente padovano «nemmeno» sapesse dell'esistenza di quel «tizio», vale a dire di Daniel. Pertanto non si capisce come «io abbia fatto a malmenare» o a minacciare «a mano armata» chicchessia. Ma c'è di più. L'ex 007, che con la procura di Vicenza ha in corso una querelle infinita attorno al caso Safond (la ditta che si occupa della rigenerazione di sabbie di fonderia nel frattempo ha cambiato nome e proprietà), aggiunge un altro dettaglio. Dal momento in cui viene a conoscenza delle affermazioni di Valiera, il consulente padovano procede per l'appunto con una denuncia per calunnia. Che peraltro non è un reato contro l'onorabilità della persona ma contro l'amministrazione della giustizia: ossia è l'illecito penale che commette chi accusa qualcuno di un reato sapendolo non colpevole.

LE CARTE NELLA CITTÀ DEL CONCILIO
Nella nota diramata ieri Sindoca spiega che le indagini seguite alla sua denuncia non sono state condotte nel modo adeguato. La procura di Vicenza infatti avrebbe, «in maniera assai grave», liquidato le accuse «ingiuste e farlocche» contro lo stesso Sindoca, tale è la doglianza di quest'ultimo, come il risultato «di un bisticcio sentimentale» tra Valiera e Daniel. Così il professionista padovano, «vista la abnormità della situazione», spiega di avere denunciato la stessa procura berica alla magistratura di Trento, competente in casi del genere. Ma per quale ragione? L'ufficio del pubblico ministero non avrebbe sufficientemente approfondito le ragioni «recondite» della condotta di Valiera e di altri: sebbene «si fosse acclarato immediatamente in sede di indagine che quelle accuse contro di me erano infondate».

Ovvero non si sarebbero cercate le ragioni ultime, cioè il vero movente, per cui qualcuno avrebbe cercato di incastrare Sindoca con accuse tanto gravi. Detto in parole povere l'autrice della denuncia o l'eventuale ispiratore di quella stessa denuncia avrebbero dovuto patire quantomeno una imputazione «per calunnia». Tant'è che l'ex 007 parla di vicenda surreale. «Chiedo nuovamente alla autorità giudiziaria di Vicenza - rimarca Sindoca - di indagare a fondo su chi abbia indottrinato tale Daniel a muovere simili accuse nei miei confronti». Addebiti che in ultima analisi sono stati riscontrati pressoché immediatamente come «non veri». Ai taccuini di Vicenzatoday.it il padovano rincara la dose: «Dalla ex di uno degli imputati del processo Eraclea sono stato preso di mira con addebiti gravi, ma rivelatisi privi di ogni sostanza. Tuttavia la procura di Vicenza pretende di archiviare la denuncia sporta da me per calunnia bollando le accuse inopinatamente rivolte nei miei confronti come il risultato di una sorta di screzio sentimentale. Per questo ho segnalato la condotta della magistratura berica a Trento».

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