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Emergenza Pronto Soccorso: "In Veneto sono al collasso e gli ospedali rischiano denunce per lesioni od omicidio"

La denuncia arriva dal Codacons. L'associazione chiede di accreditare presso il Sistema Sanitario Nazionale gli studi medici privati della regione al fine di reperire personale e di ricorrere ai medici militari nei casi più gravi

Troppi accessi e pochi medici, in poche parole i "Pronto Soccorso del Veneto sono al collasso". La denuncia arriva dal Codacons che avvisa: "Gli ospedali che non prestano cure adeguate rischiano denunce per omissione di soccorso e concorso in lesioni e omicidio". Per affrontare l’emergenza l'associazione propone di accreditare presso il Servizio Sanitario Nazionale gli studi medici privati della regione, al pari di quanto già avviene con le cliniche convenzionate, e di ricorrere in via d’urgenza ai medici militari nelle situazioni in cui il sovraffollamento dei pronto soccorso mette a rischio la vita dei pazienti.

“La crisi strutturale del sistema di emergenza sanitario sta letteralmente esplodendo in diversi ospedali del Veneto che non riescono a far fronte agli accessi – spiega il presidente Carlo Rienzi – Una situazione che rischia di esporre nosocomi e medici ad una valanga di denunce per omissione di soccorso, concorso in lesioni e, in caso di decessi nei pronto soccorso, concorso in omicidio colposo”.

“Di fronte a questa grave crisi la Regione Veneto e le istituzioni devono attivarsi con misure straordinarie volte a garantire i servizi di assistenza agli utenti – prosegue Rienzi – In tal senso chiediamo di inserire nel Servizio Sanitario Nazionale anche gli studi medici privati del Veneto, che devono operare per sopperire alla mancanza di camici bianchi nei pronto soccorso, alle stesse condizioni delle cliniche convenzionate, apportando le necessarie modifiche alla normativa vigente per consentire a tutti i pazienti di poter accedere in modo il più possibile agevole alle prestazioni di cui necessitano, anche presso strutture private non accreditate, così da alleggerire accessi e carico di lavoro nei pronto soccorso”. Nelle situazioni di più grave sovraffollamento dei pronto soccorso, inoltre, deve essere previsto l’intervento straordinario dei medici militari al fine di garantire le cure necessarie ai pazienti – conclude il Codacons.

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