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Ecoturismo nei boschi a prova di distanziamento sociale

Le foreste in aiuto del turismo italiano, in crisi a causa delle conseguenze del lockdown da virus Sars-Cov-2

Di fronte alle nubi fosche sul futuro immediato di uno dei settori economici trainanti del nostro Paese, un’opportunità potrebbe venire proprio dai boschi, luogo d’eccellenza lontano da aree affollate come spiagge e città d’arte, dove invece è più difficile rispettare le regole del distanziamento sociale.

Per questo FSC® Italia, organizzazione che si occupa di gestione forestale sostenibile, propone una serie di boschi dove è possibile rigenerarsi immergendosi nella natura, rispettando le regole anti-contagio e sostenendo il turismo locale.

“L’Italia – spiega Diego Florian, Direttore di FSC Italia – è stata il primo Paese al mondo, due anni fa, a certificare i servizi naturali offerti dalle foreste in base a cinque criteri ben definiti e misurabili: oggi abbiamo già oltre 19 mila ettari di boschi, distribuiti fra Triveneto, Lombardia e Toscana, che offrono garanzie verificabili in fatto di tutela della biodiversità, assorbimento di anidride carbonica, pulizia delle acque, conservazione del suolo e, appunto, attività ecoturistiche e ricreative. Sono boschi per i quali è stato verificato e certificato il fatto che ospitano decine di specie differenti di piante e offrono un habitat ideale a molte specie animali; stoccano migliaia di tonnellate di anidride carbonica, contribuendo a minimizzare gli impatti del riscaldamento globale; ripuliscono e incanalano milioni di metri cubi d’acqua e rendono fruibili a cittadini e turisti aree verdi accessibili per escursioni e vacanze lente e sostenibili”. 

Ecco quindi un elenco di otto aree boschive imperdibili, da visitare quest’estate sia per i servizi naturali che offrono, sia per supportare il settore turistico nazionale: i boschi litoranei del Veneto orientale, il Parco regionale Oglio Sud (Lombardia), le foreste di ERSAF (Lombardia), la foresta di Rincine (Toscana), la sughereta sperimentale di Tempio Pausania (Sardegna), la comunità di Fiemme (Trentino), il bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino (Piemonte) e i boschi di Asiago, quasi 6mila ettari di faggi, abete rosso e bianco, larici e mugheti, ricchi di percorsi e sentieri tra i quali riverberano ancora forti la storia e i tragici avvenimenti della Prima Guerra Mondiale.

Inerpicarsi qui in mountain bike o a piedi, percorrerne in silenzio i sentieri, mangiare qualcosa di frugale seduti nei prati diventano quindi gesti dal doppio significato: rigenerarsi in sicurezza, lontano dagli assembramenti, ma anche aiutare le comunità impegnate a ripartire, salvaguardando il patrimonio ambientale e storico che rappresentano questi boschi.

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