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Ecomafia, rapporto 2020: in Veneto reati quadruplicati rispetto al 2018

Crescono le illegalità ambientali: 913 con una media di 2,5 al giorno. Triste primato per Vicenza

Il “virus” dell’ecomafia non si arresta né conosce crisi. Il rapporto di Legambiente Ecomafia 2020 ci dice che nel 2019 i reati contro l’ambiente in Italia sono aumentati. Sono 34.648 quelli accertati, con una media di 4 ogni ora, e un incremento del 23.1% rispetto al 2018. In particolare preoccupa il boom degli illeciti nel ciclo del cemento (11.484 con un +74,6% rispetto al 2018), che superano quelli contestati nel ciclo di rifiuti (9.527, +10,9% rispetto al 2018). Da capogiro il business potenziale complessivo dell’ecomafia, stimato in 19,9 mld di euro per il solo 2019, circa 3,3 in più rispetto all’anno precedente e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 mld. A spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati 371 clan (3 in più rispetto all’anno prima), attivi in tutte le filiere: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare.

La situazione in Veneto

Anche in Veneto, purtroppo, l’illegalità ambientale è in crescita: nel 2019 le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno accertato più reati che nel 2018: 913 alla media di 2,5 al giorno. Possiamo dire che sono quasi quadruplicati rispetto al 2018. Vicenza prima provincia a livello regionale per numero di reati contestati nel ciclo dei rifiuti: 46 sui 163 totali.

«Tenere alta l’attenzione per evitare che siano le mafie ad approfittare delle ingenti risorse destinate all’Italia dal Next Generation EU: non c’è amministrazione locale tra quelle già sciolte per mafia, infatti, in cui gli interessi dei clan non abbiano “orientato” verso le loro imprese gli investimenti pubblici. Sempre più spesso in queste indagini si riscontra la presenza di imprese collegate direttamente alle organizzazioni mafiose, che approfittano del “contagio” corruttivo per aprirsi la strada nel mercato degli appalti pubblici. Di fronte a questi numeri e alle sfide che ci aspettano è fondamentale costruire un vero e proprio argine alle infiltrazioni ecocriminali nel tessuto economico e in quello degli enti pubblici della Regione Veneto» chiosa il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro. 

L’efficacia degli anticorpi. Oltre alle denunce dei cittadini, alle attività svolte da forze dell’ordine, Capitanerie di porto e magistratura, si conferma la validità di provvedimenti legislativi, spesso faticosamente approvati, come la legge sugli ecoreati, la 68/2015, e quella contro il caporalato, la 199/2016. Serve però dare corpo a una  efficace campagna di formazione per tutti gli operatori del settore affinché ci sia l’applicazione uniforme della legge 68/2015 su tutto il territorio regionale e l’applicazione sostanziale di tutte le azioni e buone pratiche indicate dalla LR 48/2012. Serve inoltre l’approvazione dei decreti attuativi della legge sul Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente L132/2016 a cura del Ministero dell’ambiente a partire da quelli sugli ispettori ambientali ed Upg.

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«Occorre lavorare sulla gestione del ciclo dei rifiuti e del cemento sia sul contrasto ai  reati, sia sulla necessità far lavorare insieme tutti i soggetti istituzionali e non coinvolti, per costruire un futuro di transizione ecologica. Oggi in Veneto c’è una parte di territorio annichilita di fronte a fenomeni che non vengono affrontati, ma che mettono a rischio una comunità a causa di chi ha infiltrato criminalità e modalità mafiose. Siamo di fronte ad una connivenza e non solo di colletti bianchi veneti che rischia di diventare un fenomeno che trova appoggio in possibili reti criminali locali. Formazione, denuncia e cultura della legalità sono  le azioni necessarie per uscire da questo sistema criminale» conclude Lazzaro.

Che nonostante la pandemia da Covid-19 gli appetiti degli ecocriminali non siano rallentati, lo testimoniano i numerosi interventi, le indagini delle forze dell’ordine e della magistratura che, sempre più spesso, certificano la pervasività e la ferocia di mafie e criminalità organizzate, che oltre ai danni ambientali ed alla nostra salute mortificano lo sviluppo economico e le attività imprenditoriali virtuose. È possibile risentire gli interventi sui canali Fb e YouTube di Legambiente Veneto.


 

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