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Venerdì, 29 Marzo 2024
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È polemica sul notiziario del Comune: tiratura più che raddoppiata e distribuzione capillare

La rivista, trimestrale, prima veniva stampata in 20 mila copie e distribuita solo nelle edicole e nelle sedi Comunali

Era già finito nel mirino dei gruppi di minoranza lo scorso febbraio e, adesso che è uscito, è ancora bufera sul giornalino comunale “La città di Vicenza”. Il perché è presto detto. Secondo i consiglieri di minoranza e il candidato sindaco Giacomo Possamai, si tratta di un uso improprio di uno strumento di informazione per fare campagna elettorale. I primi a denunciare il fatto - anche al prefetto di Vicenza che però non ha rilevato nessun comportamento che valica le norme - sono stati Sandro Pupillo di Da Adesso in Poi, Leonardo Nicolai di Coalizione Civica, Alessandra Lolli del Gruppo Misto, Isabella Sala del Partito Democratico. “Eravamo venuti a conoscenza che la concessionaria di pubblicità del giornalino aveva mandato un messaggio alle imprese e ai commercianti avvisando che a marzo sarebbe uscito un numero speciale “pre-elezioni” con una distribuzione capillare, cosa che poi è avvenuta”. 

Il 10 marzo “La città di Vicenza” è in effetti stato distribuito nelle cassette della posta delle famiglie della città di Vicenza e in un numero di copie superiore alle 50mila, contrariamente a quanto è accaduto con le edizioni precedenti. Il notiziario, trimestrale, ha infatti visto la sua nascita il 4 maggio 2021 e al tempo l’Amministrazione Comunale aveva annunciato che la rivista sarebbe stata stampata (come poi è accaduto a parte l'ultimo numero) in circa 20 mila copie e distribuita nelle edicole, negli sportelli comunali, nelle sedi delle circoscrizioni e della Biblioteca civica Bertoliana. L’azienda incaricata (ha vinto l’appalto nel 2019) dell’ideazione, la progettazione, la realizzazione e la diffusione del notiziario è la TviWeb s.r.l. di Brendola, il cui Direttore commerciale e sviluppo è Arrigo Abalti, ex-assessore della Giunta Hüllweck. Il costo dell’operazione è a carico dell’editore, il quale nella pubblicazione deve illustrare “i progetti e i provvedimenti adottati dal Comune di Vicenza” e può incassare la raccolta pubblicitaria, il core-business del progetto. 

“In sostanza il notiziario comunale è stato usato per una massiccia campagna elettorale che danneggia gli altri tre candidati sindaco”, chiarisce Pupillo. E Giacomo Possamai, uno di questi tre candidati (gli altri sono Claudio Cicero di Impegno a 360 Gradi e Lucio Zoppello di Rigeneriamo Vicenza Insieme) rincara la dose, annunciando l'intenzione di voler chiudere il giornalino in casa di vittoria: “Il giornalino di Rucco costruisce un racconto di una città in cui tutto funziona perfettamente, con la quale si vuol far credere ai cittadini che si viva nella migliore delle città possibili, dove “Campo Marzo è rinato”, tutto è verde e pulito, il traffico non esiste e i problemi nemmeno, la sicurezza è completa, ogni cosa funziona come in Svizzera. La funzione propagandistica della pubblicazione è evidente anche per un'altra ragione: Rucco compare 15 volte in foto. Nell’ultima pagina di contenuti, nel caso il messaggio non fosse chiaro, appare in 3 foto diverse. Troviamo un sindaco che taglia nastri, visita cantieri, passeggia, staziona in parchetti, apre le porte di palazzi, sorride davanti a statue. Tutto molto bello. Peccato che, fuori dal Palazzo e fuori dalla propaganda, la realtà sia ben diversa. Il sindaco, lo ricordo, è stato eletto per risolvere problemi, non per mettersi in posa, 15 volte in 60 pagine”. 

Sulla questione, l'ufficio elettorale del (ri)candidato sindaco Francesco Rucco, da noi interpellato, non ha lasciato dichiarazioni. 

AGGIORNAMENTO: LA RISPOSTA DI RUCCO

Alle 13.30 di giovedì Francesco Rucco è intervenuto, con una nota, sulla questione del bollettino di informazione Comunale "La città di Vicenza" 

“Apprendo dalla stampa che il mio avversario del Pd intende chiudere il magazine dell’Amministrazione distribuito a tutti i cittadini di Vicenza - ribatte il candidato del centrodestra civico - e, al di là dell’evidente strumentalizzazione che viene fatta a base di retorica e propaganda da campagna elettorale, il vero tema, per certi versi inquietante, è che per un dirigente nazionale di un partito che si dichiara Democratico, qui di democratico vedo ben poco. Al contrario vedo una cultura politica che chiude i giornali che non le piacciono. Oggi si parla della Città di Vicenza, domani, se ci sarà qualsiasi altra testata che ha una linea editoriale diversa da quella del pensiero unico democratico, il candidato del Pd la chiude, se ne ha gli strumenti, o potrebbe esercitare chissà quali altre pressioni per condizionare le altre. È un messaggio ai naviganti del mondo dell’informazione che colpisce al cuore la libertà di esprimere un punto di vista che potrebbe non essere gradito al candidato sindaco democratico. Fossi un direttore o un editore, mi preoccuperei per questo scivolone così sgradevole e rivelatore in cui è inciampato il capogruppo progressista in Regione. Del resto non è di certo il primo caso, visto che già si era sottratto con due televisioni a un confronto faccia a faccia tra noi due. Evidentemente la paura vera è quella di non sapersi confrontare di fronte ai dati, ai numeri e alla realtà delle tantissime cose fatte dalla nostra Giunta in questi 5 anni e se ci confrontassimo uno a uno avrebbe poco da fare propaganda e slogan. La stessa ragione per la quale ha paura di un notiziario del Comune che non fa altro che informare sulle cose fatte nell’interesse dei vicentini e insieme ai vicentini. La ragione per cui preferisce chiudere i giornali e zittire le voci che, dicendo la verità, disturbano la sua propaganda”.

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