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Pedemontana, dissequestrato il tunnel della discordia

Levati i sigilli al cantiere della Spv, finito nella bufera per l'utilizzo di materiali non a norma

Via ai sigilli dal cantiere della Spv a Malo, quella galleria "marchiata" da un incidente mortale nol 2016 e da un cedimento del terreno nel 2017 sul lato di Castelgomerto. I lavori avevano ricevuto un terzo stop lo scorso luglio con un ipotesi di reato della procura di Vicenza per frode nell'esecuzione della galleria a danno della Regione Veneto. Sotto accusa, l'utilizzo di materiali materiali non marchiati “CE” e miscele di calcestruzzo diverse da quelle previste dagli elaborati progettuali. 

Il cantiere di 6 chilometri, all'interno del progetto della Pedemontana Veneta, può ora riprendere i lavori a pieno regime in seguito al provvedimento del GIP del Tribunale di Vicenza che ha autorizzato nella giornata di martedì il concessionario a proseguire le operazioni in Galleria Naturale - lato Malo. Il provvedimento segue quello di minore portata che già era stato notificato il 7 novembre, relativo alla riduzione delle aree di sequestro dei depositi di materiale adiacenti al costruendo casello di Malo. In questo caso i consulenti hanno campionato i materiali, prelevati e conservati in altro ambito protetto, permettendo quindi il dissequestro e la ripresa completa dei lavori anche in quella tratta.

«Con soddisfazione apprendiamo del provvedimento del GIP , una decisione è importante non solo per lo sblocco della situazione, ricordiamo ferma dal 2016 sul lato di Malo, ma anche per le affermazioni del perito del Giudice, prof. Genevois, riportate nel provvedimento stesso, che valida in toto il sistema tecnico di ancoraggio proposto, in base alle risultanze delle prove effettuate», recita una note della Giunta Regionale, sottolineando: .«Quindi è sancito che il sistema di ancoraggio (chiodi) che il costruttore ha proposto di impiegare per la messa in sicurezza della galleria è del tutto adeguato. Si ricorderà che il concessionario, tra il novembre 2018 e l'aprile 2019, ha sviluppato 7 campi di prova per testare direttamente la migliore soluzione di chiodi in acciaio e betoncini e scegliere la più affidabile. Tra queste, alcune soluzioni non sono risultate soddisfacenti, soprattutto per quanto riguarda i bulloni di ancoraggio, che hanno mostrato una scarsa tenuta, mentre due soluzioni - in particolare – si sono risvelate adeguate. Una di queste ultime è stata scelta dal concessionario, proposta per la prosecuzione dei lavori ed evidenziata nella richiesta di dissequestro, corredata da tutte le idonee certificazioni sui chiodi, sia per la barra che per la testina.Ciò permetterà di procedere più speditamente nel completamento del casello stesso, oggetto della prossima apertura al traffico»

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