rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità Arzignano

L'affaire Pfas plana da Borgo Berga a Montecitorio

La maxi contaminazione da derivati del fluoro che ha colpito tutto il Veneto centrale scuote il tribunale berico e pure la Camera dei deputati dove fa capolino la presenza di un teste americano del processo in corso a Vicenza: frattanto a Roma si tenta la strada della messa al bando di queste sostanze

Nel Veneto il diritto alla salute viene spesso calpestato perché viene impedito a tutti i residenti a rischio di esposizione da derivati del fluoro, i temutissimi Pfas, di conoscere le concentrazioni di questi composti non solo «nel proprio sangue» ma pure negli alimenti in commercio. È questo il succo di una lunga nota diramata ieri 27 maggio da Giovanni Fazio volto storico di Cillsa. L'associazione, che da anni si batte per la difesa dell'ambiente nell'Ovest vicentino, due giorni fa ad Arzignano aveva organizzato un incontro al quale ha partecipato come «ospite d'onore» Robert Bilott: l'avvocato americano che negli Usa aveva prima scoperchiato l'affaire Pfas e poi trascinato in tribunale il colosso chimico DuPont costringendolo ad un maxi accordo stragiudiziale che ha segnato la storia del movimento ambientalista in tutto il mondo.

IL PROCESSO VICENTINO
Tuttavia la presenza di Bilott nel Veneto ha avuto un significato anche dal punto di vista giudiziario. Pochi giorni fa, il 25 maggio, Bilott infatti è stato chiamato a Borgo Berga, sede del palazzo di giustizia berico, sul banco dei testimoni rispetto al processo penale che ha coinvolto la Miteni di Trissino, accusata di uno maggiori disastri ambientali da contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche (tra Veronese, Vicentino e Padovano ha interessato tutto il Veneto centrale), i Pfas appunto, mai avvenuto in tutto il globo. Bilott anche in ragione della documentazione acquisita nei processi americani ha potuto spiegare ai giudici popolari e alla corte presieduta dal giudice Antonella Crea un retroscena che pesa come un macigno. Nel 1999 infatti due colossi della chimica americani, la 3M e la DuPont assieme alla stessa Miteni lavorano ad uno studio sulle scimmie. Dal quale emerge come queste sostanze possano infliggere alle cavie gravi danni di salute. Di fronte a quella evidenza (nel caso di specie di tratta di un sottoprodotto della famiglia dei Pfas, il Pfoa) la 3M decide di dismettere la produzione.

IL RETROSCENA
La DuPont che è un grande utilizzatore di Pfoa per le sue lavorazioni. E a quel punto chiede a Miteni, che come 3M è un suo fornitore, che cosa intenda fare. E la ditta vicentina in quel momento si dice pronta ad aumentare la produzione per soddisfare la domanda del suo cliente. Si tratta di una circostanza che a livello giornalistico era già stata sbozzata. Ma adesso la cosa assume la forma di un «importante elemento di prova» (la cui robustezza per vero è messa in dubbio dalle difese che non reputano riscontrabile la narrazione di Bilott) filtrato nella sede del processo, fanno sapere gli attivisti. Stando al racconto del legale infatti la Miteni sin dal Duemila conosceva della tossicità dei Pfas o quantomeno della tossicità di uno dei componenti di quella sterminata famiglia di composti.

«LA SODDISFAZIONE» DELLE PARTI CIVILI
Bilott giovedì durante un'udienza fiume per ore era stato affrontato dalle difese che hanno cercato contenere la potata del racconto, ma il legale non ha mai perso un colpo tenendo spesso inchiodato lo sguardo dei giudici popolari. «Cosa che durante il dibattimento - fa sapere Matteo Ceruti legale di parte civile per le Mamme No Pfas nell'ambito del processo in corso a Borgo Berga - non era mai avvenuto». Tanto che poco dopo l'udienza molte delle parti civili avevano espresso soddisfazione «per il colpo portato a segno» dai pubblici ministeri Paolo Fietta e Hans Roderich Blattner: soprattutto perché quest'ultimo aveva «fortissimamente voluto» la testimonianza di Bilott. La quale potrebbe divenire così uno dei capisaldi dell'intero procedimento. La novità uscita dal dibattimento peraltro aveva avuto molta eco sui media regionali, nazionali ed anche sulla Tv di Stato, la Rai.

«DOLO O NEGLIGENZA» DA PARTE DELLE AUTORITÁ
Sullo sfondo però, rimane il rammarico dei gruppi ambientalisti. I quali si domandano se in questa vicenda le autorità di controllo, Comune di Trissino, Provincia di Vicenza, l'agenzia regionale per l'ambiente (l'Arpav), il Genio civile, il servizio di sicurezza sui luoghi di lavoro dell'Ulss locale (lo Spisal), la stessa Regione Veneto, l'Istituto superiore di sanità e il Ministero dell'ambiente abbiano fatto quanto di loro spettanza per evidenziare il problema prima che questo si aggravasse in modo irreparabile. Si tratta di addebiti messi nero su bianco dalla associazione ambientalista Greenpeace in un dossier reso pubblico il 19 aprile. In quel documento si tracciava uno scenario a tinte così fosche che Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna No Pfas proprio di Greenpeace, due gironi fa ad Arzignano aveva rincarato la dose: spiegando che in ragione della documentazione raccolta da chi ha redatto quel rapporto la situazione non è stata affrontata come si doveva «o per dolo o per negligenza».

I DATI DELLA CITTÁ DEL GRIFO
Si tratta di parole che hanno fatto calare il gelo durante l'evento organizzato al Mattarello. Durante il quale per vero sono rimbalzate le parole del sindaco arzignanese Alessia Bevilacqua e dell'assessore all'ecologia dello stesso comune (si tratta di Giovanni Fracasso) i quali hanno parlato dell'esito delle analisi in materia di presenza dei perfluoroalchilici nelle acque reflue della città del Grifo. «Le analisi dei Pfas allo scarico sono rassicuranti e dimostrano l'impegno costante di Acque del Chiampo, il gestore intercomunale del servizio idrico, nel piano di abbattimento delle sostanze perfluoroalchiliche nell'acqua che esce dal depuratore. Si tratta - aveva specificato Fracasso in una nota del 25 maggio - d'un segnale incoraggiante per la salute dei cittadini ma soprattutto un segnale di trasparenza nella comunicazione dei dati in relazione a un problema così delicato». La comunicazione di Fracasso giunge a pochi giorni da un'altra nota dell'assessore pubblicata il 18 maggio. Nella quale si era fatto il punto «sulla qualità dell'acqua emunta» dai pozzi privati e utilizzata nell'industria conciaria.

SOSTANZE AL BANDO: UNA LEGGE ATTESA
Ad ogni buon conto la presenza di Bilott nel Veneto ha avuto una valenza che travalica i confini regionali. L'avvocato infatti, col supporto della rete ambientalista il 24 maggio è stato invitato per un confronto in materia di tutela ambientale alla Camera dei deputati. In quell'occasione, col supporto della rete ecologista del Nordest è stato presentato uno schema di base per dare vita ad una legge che bandisca i Pfas ossia il loro impiego e soprattutto la loro produzione dal nostro Paese. Il documento, che ha l'ambizione di essere una sorta di testo unico sui derivati del fluoro è stato messo a punto dalla giurista Claudia Marcolungo, docente all'Università di Padova. Secondo Fazio la proposta portata nella capitale costituisce un vero e proprio «salto di qualità» per quanto riguarda le richieste della galassia ecologista. La quale da anni «deve fronteggiare le inerzie della politica, spalleggiata dalle lobby» affinché il bando per queste sostanze tossiche non sia sancito «una volta per tutte dal parlamento». Anche perché, rimarca Ungherese di Greenpeace, i costi ambientali che le comunità debbono affrontare sono «enormi» rispetto al peso minimo che in termini di ricavi che i Pfas generano nell'industria in termini di profitti. In questo senso Ungherese dà conto dei risultati di una ricerca condotta dall'osservatorio svedese Chemsec.org e pubblicata non più tardi del 25 maggio. Peraltro la tensione rimane tesa. Perché come ha ricordato ieri il segretario per il Vicentino della Cgil Giampaolo Zanni durante un briefing della rete ecologista a Vicenza in zona Carpaneda, «tra qualche giorno il Gip berico» dovrebbe decidere se rinviare a giudizio o meno gli indagati per l'altro filone dell'affaire Miteni: quello relativo ai danni alla salute patiti dagli operai della fabbrica, oggi fallita.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'affaire Pfas plana da Borgo Berga a Montecitorio

VicenzaToday è in caricamento