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Scuola, in classe senza mascherina: tutte le nuove regole per studenti e professori

Donazzan:"Vittoria del Veneto. Ora termoscanner in tutti gli edifici scolastici"

Niente mascherina in aula per il ritorno in classe ormai alle porte, ma in caso di risalita dei contagi le autorità sanitarie potranno imporla. Dopo giorni di indiscrezioni, ora è tutto nero su bianco. Come riporta Today Gli studenti potranno stare senza mascherina al banco se in condizione di distanziamento di almeno un metro. È quanto ha ribadito il Comitato tecnico scientifico in un documento pubblicato al termine della riunione di oggi sulla riapertura delle scuole in sicurezza. L'ipotesi di renderla obbligatoria in ogni momento alle scuole medie e alle superiori, ventilata da alcuni esperti, non si concretizza.

"Nell'ambito della scuola primaria, per favorire l'apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l'assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) - si legge nella nota del comitato - Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l'assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria".

“Sull’utilizzo delle mascherine in classe alla fine è prevalso il buon senso”, ha dichiarato l‘assessore regionale all’Istruzione e formazione del Veneto, Elena Donazzan. “Da subito, insieme al presidente della Regione Veneto, avevamo detto che sarebbe stato sbagliato imporre le mascherine per ore in classe a bambini e ragazzi in fase di crescita. Non solo sotto l’aspetto della salute dello studente, ma anche sotto l’aspetto della didattica – aggiunge l’assessore - la mascherina è incompatibile con la comunicazione tra docente e studente e non contribuisce affatto a creare un clima di empatia in classe”.

Nel dettaglio, fa sapere il Cts, ''l'apertura delle scuole è una esigenza primaria del Paese, ma lo è altrettanto la sicurezza e la continuità delle attività". "Pertanto - si sottolinea nella nota - accanto alle esigenze didattiche e formative, è necessario prendere in considerazione il principio di precauzione, la protezione dei lavoratori, la efficacia, la sostenibilità e la accettabilità delle misure proposte. A partire da maggio il Cts ha elaborato diversi documenti con elementi tecnici di valutazione, sottoposti al decisore politico, circa la possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da Sars-Cov-2, con l'obiettivo di garantire la salute e la sicurezza per la riapertura delle scuole per il nuovo anno scolastico". L'Organizzazione Mondiale della Sanità, in un recente documento del 21 agosto, ricorda il Cts, fornisce indicazioni rispetto all'uso delle mascherine in ambito scolastico differenziandole per fasce di età. Fra 6 e 11 anni: uso condizionato alla situazione epidemiologica locale, prestando comunque attenzione al contesto socio-culturale e a fattori come la compliance del bambino nell'utilizzo della mascherina e il suo impatto sulle capacità di apprendimento. Dai 12 anni in poi: utilizzare le stesse previsioni di uso degli adulti. La consensus conference Oms del 31 agosto ribadisce la necessità di affiancare l'uso delle mascherine alle altre misure preventive, quali il distanziamento sociale, la sanificazione delle mani, l'etichetta respiratoria, un'accurata informazione ed educazione sanitaria in linguaggio adeguato all’età degli studenti.

Gli studenti italiani si abbasseranno la mascherina quando sono al banco a un metro di distanza dai compagni, ma alle scuole superiori e anche alle medie potranno farlo solo se c’è una bassa circolazione locale del virus (come oggi). In caso di un netto aumento dei contagi, saranno fatte altre valutazioni. 

Il Cts ribadisce di fatto per ora quanto già indicato sulle situazioni dinamiche e in quelle statiche in cui non vi è il rispetto del distanziamento. "In tutti i contesti di condizione statica, il Cts ribadisce l'importanza dell’uso delle mascherine come già espresso nel documento tecnico sulla scuola del 28 maggio 2020 e incluso nel Piano Scuola 2020-2021 e specifica che - si legge nella nota - nell’ambito della scuola primaria, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto)". "Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l'assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria - prosegue il Cts nella nota - Si sottolinea che l’uso delle mascherine è solo una delle misure di prevenzione che devono essere implementate in ambito scolastico in una corretta associazione con tutte le altre misure già raccomandate al fine limitare la circolazione del virus (es. igiene dell'ambiente e personale, ricambio d'aria, sanificazione ordinaria…)". Infine il Cts sottolinea che ''il dato epidemiologico, le conoscenze scientifiche e le implicazioni organizzative riscontrate, potranno determinare una modifica delle raccomandazioni proposte, anche in relazione ai differenti trend epidemiologici locali, dall’autorità sanitaria che potrà prevedere l'obbligo della mascherina anche in situazioni statiche con il rispetto del distanziamento per un determinato periodo, all'interno di una strategia di scalabilità delle misure di prevenzione e controllo bilanciate con le esigenze della continuità ed efficacia dei percorsi formativi".

"Il dato epidemiologico, le conoscenze scientifiche e le implicazioni organizzative riscontrate, potranno determinare una modifica delle raccomandazioni proposte, anche in relazione ai differenti trend epidemiologici locali, dall’autorità sanitaria che potrà prevedere l’obbligo della mascherina anche in situazioni statiche con il rispetto del distanziamento per un determinato periodo - avverte il Cts -, all’interno di una strategia di scalabilità delle misure di prevenzione e controllo bilanciate con le esigenze della continuità ed efficacia dei percorsi formativi".

E i docenti? Il Cts non ha affrontato il tema ma, secondo Repubblica, per le mascherine dei professori resterà valida la regola già dettata: "Quando sono ad almeno due metri, dagli studenti, alla cattedra, possono toglierle. Se si spostano devono indossarla". Soddisfatto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, che al quotidiano romano dice: "Portare la mascherina è un fastidio per tutti. Il punto è: ci sono alternative? Non possiamo far finta che non ci sia la pandemia. Mentre viene data rilevanza agli aspetti pedagogici per gli alunni della primaria, che la potranno rimuovere se c’è il distanziamento, ai più grandi viene chiesto un sacrificio in più e solo legato all’andamento del contagio. Lo trovo molto ragionevole".

Rimangono però in sospeso alcune questioni sul tema scuola. “Resta il nodo trasporti  - sottolinea Donazzan - perché la mediazione raggiunta della capienza all’80 per cento dei posti è ingiustificata e inapplicabile e creerà solo complicanze nella gestione dell’importante flusso di studenti, soprattutto nelle scuole superiori. Il governo deve inoltre trovare le risorse per aumentare il servizio, posto che in tempi così brevi sarà anche difficile trovare mezzi e autisti. Ancora una volta si evidenzia che la già difficile situazione viene  peggiorata dai ritardi con cui il governo ha trattato il tema riapertura scuole”.

Tra i problemi aperti per la ripartenza della scuola resta anche quello della misurazione della temperatura in ingresso per studenti, docenti e personale scolastico. “Propongo l’installazione di termoscanner in tutte le sedi scolastiche – dichiara l’assessore del Veneto – così come già avviene negli uffici pubblici, negli aeroporti, in alcune grandi aziende. Affidarsi alla misurazione a casa da parte delle famiglie è chiaramente inattendibile, così come sarà impraticabile misurare individualmente la temperatura con l’uso della ‘pistola’. La soluzione più logica, veloce ed efficace non può che essere quella di installare alle porte di ingresso delle scuole apparecchiature per il rilevamento automatizzato della temperatura. Costa troppo? Invece di spendere inutilmente milioni per l’acquisto di banchi con lo rotelle che non serviranno a nessuno, il governo investa su questi dispositivi, attendibili e funzionali”.

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