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Covid-19, sanità veneta «allo sbando»

Il Caracol porta in piazza Matteotti una cinquantina di persone e durante la protesta punta l'indice contro palazzo Balbi. E così Zaia finisce nel mirino pure per l'aumento «incredibile» dei contagi e dei decessi: esposti alla procura berica e in quelle di Venezia, Treviso, Padova e Verona

Nonostante la narrazione agiografica la sanità veneta soprattutto a partire dalla fine della primavera non è stata in grado di reggere l'urto dell'emergenza coronavirus: sia perché azzoppata da una privatizzazione strisciante andata avanti per anni sia perché i vertici della sanità regionale e di palazzo Balbi non hanno preso contromisure adeguate. È questo il grido d'accusa lanciato da una cinquantina di persone che ieri 19 dicembre in serata si sono riunite in piazza Matteotti a Vicenza: l'iniziativa è stata promossa da Caracol, il centro per il volontariato sociale di viale Crispi.

«I dati di questi ultimi giorni ci raccontano di un Veneto con la sanità al collasso, di un aumento «incredibile tra contagi e decessi». Un Veneto che è ormai la pecora nera della Penisola» nel fronteggiare l'emergenza da Sars-Cov-2 spiega Teo Molin Fop uno dei volti noti del Caracol. E sempre del Caracol è la voce di Angela di Biase la quale davanti alla scalinata di palazzo Chiericati ha parlato senza mezzi termini di una sanità la quale anche per ragioni di business si concentra in modo pressoché univoco «sul sintomo tralasciando invece la persona nel suo complesso».

In collegamento streaming è poi intervenuto dall'Alto vicentino il consigliere comunale scledense Carlo Cunegato (milita in Coalizione civica nella opposizione di centrosinistra) il quale non solo ha puntato l'indice sulla protesta di ben «362 sanitari dell'Ospedale di Santorso i quali si dicono allo stremo». Ma ha pure snocciolato una serie di dati che pesano come macigni. «Nel Veneto mancano 1200 medici, così aumentano le liste d'attesa tanto che si crea un processo di privatizzazione mascherata seguendo la scia delle decisioni dell'ex direttore generale della sanità Domenico Mantoan. Nella nostra regione -  attacca Cunegato - il 28% delle visite specialistiche, il 24% dei ricoveri e il 70% della riabilitazione finisce al privato. Altro che Veneto terra di una sanità pubblica a disposizione di tutti sbandierata da certi media». Cunegato ha poi messo sulla graticola il governatore leghista Luca Zaia dopo averlo accusato di aver barato in merito alle cifre sulla reale disponibilità delle terapie intensive. «Se fossimo stati in un altro Paese Zaia sui media sarebbe stato massacrato».

E la situazione è talmente «allo sbando» che il Coordinamento per la sanità pubblica dell'Alto vicentino il Covesap con una nota diramata oggi fa sapere che grazie ai propri legali in questi giorni sta presentando una raffica di esposti alle procure di Venezia, Padova, Rovigo, Treviso, Vicenza, Verona proprio affinché la magistratura si attivi per vagliare ogni tipo di fattispecie penale in relazione all'aumento «impressionante di contagi» nonché all'alto numero di decessi che in queste settimane hanno interessato il Veneto. Tuttavia la protesta, fanno sapere gli attivisti del Caracol, non si arresta perché la situazione «pare destinata ad aggravarsi». Si tratta di parole che giungono in un momento particolare perché il governatore leghista del Veneto Luca Zaia in mezzo Veneto viene criticato da destra a manca anche in maniera molto vibrante.

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