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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rispettate le misure anti Covid-19? «Dubbi sul cantiere» della ex cava Lobia

L'ex consigliere Equizi invia un esposto in prefettura per la gestione dell'area al confine con Caldogno: frattanto i comitati protestano per l'aumento dei costi del bacino per contrastare le piene che è in via di realizzazione in zona Diaz

«Mi domando di quali quali autorizzazioni o di quali deroghe in tema di misure al contenimento della emergenza da Covid-19 abbia potuto beneficiare il cantiere privato che in zona Lobia da settimane si occupa della ricomposizione ambientale della cava dismessa di Lobia al confine con Caldogno». È questo il quesito che l'ex consigliere comunale Franca Equizi si pone in una nota diramata ieri nella quale spiega che la circostanza lo stesso giorno è stata segnalata al Comune di Vicenza nonché alla prefettura berica con un esposto. «Quella ditta - si chiede ancora Equizi - rispetta la normativa vigente in tema di prevenzione del rischio coronavirus? E viene rispettata la norma che prevede il collocamento di bagni chimici ad uso delle maestranze?». L'ex consigliere oltre a redigere l'esposto ha anche realizzato un breve collage fotografico in tal senso.

Frattanto le polemiche sui cantieri lungo la spalla nordoccidentale del capoluogo non si placano. In questo caso a finire sulla graticola è il bacino anti-piena di viale Diaz. «Recentemente abbiamo appreso dai media locali che il costo dell'opera lieviterà di altri tre milioni di euro raggiungendo quota venti: e questo è inaccettabile. Ma soprattutto, come anticipammo per tempo, le nostre previsioni più fosche si sono puntualmente avverate» fa sapere il vicentino Gianni Luigi Padrin, portavoce del Comitato veneto alluvioni.

In questo senso l'attivista ricorda come il suo gruppo lanciò «per l'ennesima volta» l'allarme durante il meeting di Festambiente che si tenne a Valdagno alla fine di settembre del 2019. In quella occasione Padrin lanciò accuse molto precise in merito alla politica dei bacini adottata dalla Regione Veneto e recepita anche dai consorzi di bonifica. In quella circostanza sulla graticola finì non solo la questione dei costi ma gli ambinetalisti puntarono l'indice anche sulla reale bontà dei progetti.

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