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Zaia: «Ho scoperto che ci sono quattro telefonate, sono responsabile di quello che dico»

Il presidente del Veneto è intervenuto nel tardo pomeriggio di martedì a Cortina, a margine della presentazione del suo libro, per commentare il servizio andato in onda su Report e riguardante i test rapidi, durante il quale attacca duramente il professor Andrea Crisanti, come emerge in alcune intercettazioni telefoniche

Sono ancora vive le polemiche che hanno preceduto e seguito la messa in onda, lunedì sera, del servizio televisivo della trasmissione Report di raitre, sul caso riguardante i test-rapidi acquistati dalla Regione tra la prima e la seconda ondata della pandemia e su cui la Procura di Padova ha aperto un'inchiesta che vede come indagati Roberto Rigoli e Patrizia Simionato, ex direttore del laboratorio di microbiologia dell'ospedale di Treviso ed ex dg della sanità veneta. Il primo è accusato di aver falsamente certificato la bontà dei test, la seconda di averne avvallato l'acquisto.

Ieri, 3 gennaio, Andrea Crisanti, medico dimissionario dal Bo e pesantemente attaccato dallo stesso Luca Zaia nel corso di un'intercettazione ("Faremo schiantare Crisanti"), ha così commentato il servizio di Report (in cui è peraltro presente una sua intervista): «E' una cosa che lascia senza parole. Vedere la vera faccia del potere e come viene esercitato fa orrore. Penso che dovrebbe fare orrore a tutti i veneti e forse non solo a loro».

In serata, durante la presentazione del suo libro a Cortina, il presidente Zaia è intervenuto ribadendo le sue ragioni: «Io ho scoperto che ci sono quattro telefonate mie» ha esordito Zaia «io non ero intercettato, mi hanno spiegato, mi hanno detto che non potevano essere pubblicate perchè è vietato per legge ma non importa: io sono responsabile di quello che dico, lo confermo. Sono responsabile di quello che dico: la cosa straordinaria è che io parlo in veneto e sono tutte in italiano. Mi sono anche chiesto due o tre volte: "Ma io parlo in veneto con il mio dirigente" e non è una battuta perchè i toni e le modalità sono diverse. Però aldilà delle battute e forse non sarebbe neppure il caso di farle, dico semplicemente che queste quattro telefonate ce n'è una, quella citata, puntualmente si citano tre parole, non si cita tutta la telefonata, e io sostanzialmente cosa dico al mio dirigente? "Scusa, è da un pò che va avanti questa solfa che abbiamo denunciato il professor Crisanti. Non è vero e più lo diciamo e più monta la polemica", più tengono in piedi sta roba. Al punto che il Senato accademico si interroga si interroga giustamente e dice "ma come, denunciano un accademico: la libertà di espressione, di pensiero, Galileo Galilei". Io sarei il primo ad aver firmato. E poi scopro che nel momento in cui la tengono in piedi e non ci credono, attendiamoli alla fine no? Perchè poi vanno allo schianto quello che sostengono questo, perchè non è vero che li abbiamo denunciati. I miei che fanno? Senza confrontarsi, "ma non hai sentito l'avvocato?", fanno due righe e scrivono al Senato accademico dicendo "No, no, non è vero niente" e li puff, la polemica sparisce».

In procura mandati bancali di documentazione

«Mi sono preso settimane di polemiche, insulti, pedinamenti, dove mi fermavano da tutte le parti per chiedermi "ma lei ha denunciato?"» continua Zaia «Noi non abbiamo denunciato nessuno, non abbiamo neanche fatto esposti, non sto giocando con le parole, semplicemente dal primo giorno del Covid, 21 febbraio 2020, noi da un lato abbiamo cercato di cristallizzare una vicenda che non sapevamo che corso avrebbe avuto e soprattutto che esiti avrebbe avuto e davanti a temi quotidiani in cui tu parlavi sempre di morti, ho detto subito ai miei: notificate alle Procure con cadenza regolare la storia di quello che stiamo facendo perchè è tutta una prova sul campo cioè noi avevamo le mani nude. Tant'è che io penso che abbiamo mandato bancali di carte in Procura ma è la storia e poi tutto quello che veniva fuori, dalle telefonate, che so una contestazione da una parte o dall'altra, i miei tecnici provvedevano a prendere le dichiarazioni e argomentare scientificamente e mandare in Procura. E' esattamente quello che è accaduto: con la frase finale se la Procura intende attivarsi per le sue competenze, lo faccia, punto. Questa è la vera storia».

L'Intercettazione: «Arrabbiato dopo aver fatto la figura del bugiardo»

«Io sto parlando non con un sicario ma con il direttore generale dell'Azienda Zero, il quale dipende da me, lo nomino io, a cui ho chiesto "scusa ma perchè mandate una lettera nel momento in cui a sto punto andiamo al vedo". Mi hanno dato del bugiardo per settimane e poi vien fuori che la soluzione è quella di risolvere la cosa con la lettera di una terza persona e quindi io resto li a fare la figura del bugiardo per settimane» ha spiegato il presidente Zaia «siccome è stata messa in discussione la mia parola, quando io dico che non è stato denunciato... peraltro la lettera, l'oggetto era sui tamponi, è firmata peraltro dallo stesso dirigente che ha mandato l'altra lettera. Molto probabilmente si è sentito in obbligo o in dovere di dire, a questo punto, visto che l'ho firmata io, dico io che è per iscritto e così è finita. Io che sono stato oggetto della polemica sono rimasto li.... evito espressioni colorite. E' finita li, tutto qua».

Il rapporto con Crisanti, le accuse, la diffusione delle chat di WhatsApp

«Se fate una ricerca sui motori di ricerca di mie dichiarazioni non ne trovate in due anni e mezzo, han tentato in tutte le maniere ma io non ho mai dichiarato nulla» chiude Zaia «devo dire che io ho sempre creduto al lavoro di squadra e l'ho sempre portato avanti: voglio ricordare che in team abbiamo anche altri accademici, il professor Navalesi, la professoressa Tacconelli, potrei fare una lista infinita: sono tutti nel comitato tecnico scientifico regionale Covid insieme al professor Crisanti. Io non lo conoscevo, l'ho conosciuto dopo il Covid, dopo il 21 febbraio 2020. Accade il Covid, primo paziente, primo decesso, purtroppo il signor Trevisan di Vo', io quella sera, io, da solo deciso di chiudere Vo' e di fare 3500 tamponi. Sta diventando una leggenda metropolitana sta banalità qua. Tant'è che il professore che io non conoscevo, mai sentito, mai visto e onestamente nessuno di noi conosceva i direttori dei laboratori di microbiologia prima del Covid, mi chiama e secondo me ebbe un'intuizione che io, non essendo un'esperto, mi dice "lei ha fatto una roba che non esiste nel mondo scientifico: ha tamponato 3500 abitanti e li ha chiusi e quindi ha creato un'enclave dove noi possiamo andare a studiare il virus. Mi finanzia, penso fossero 300mila euro o giù di li, il giro di tamponi alla fine della quarantena e vediamo cos'è accaduto i tamponi al giorno zero e i tamponi alla fine". Abbiamo visto che 83 positivi sono diventati negativi: abbiamo capito che c'era la negativizzazione, per dire. Poi c'è una serie di altre riflessioni che competono al professore e al mondo accademico».

«Questa è la storia, i tamponi li ho fatti io, li ho decisi io: sapete perchè ve lo dico? Non per narcisismo ma perchè il tavolo dei tecnici che era li mi hanno detto che non si poteva fare, che ero contro le linee guida dell'Oms che prevedeva si dovessero fare i tamponi solo ai sintomatici» ancora il presidente «Siccome 3500 cittadini non erano ammalati, non erano sintomatici, mi ricordo che il dirigente mi disse "guardi che se arriva la corte dei conti lei risponde". Effettivamente se non fosse arrivato il Covid e si fosse rivelata un'influenza, io avrei risposto di quei 3500 tamponi. Siccome ci ho messo la mia faccia e il mio patrimonio difendo anche la scelta visto che è stata intelligente, me lo dico da solo. Quindi il sistema dei tamponi è mio. Punto. Sfido chiunque a dire il contrario».

«Io ne parlo con dolore di questa vicenda, ho tentato fino in fondo di fare squadra dopodiche la situazione è stata di continue affermazioni pubbliche dove mi sono trovato con dirigenti attaccati, mi sono trovato con l'ammutinamento di tutti i primari di microbiologia che si sono trovati in difficoltà per le dichiarazioni» chiude Zaia «la famosa dichiarazione "7 per 0 fa 0". Io ho anche dovuto fare una scelta, il che però va detto che al professore non sono mai state negate le risposte, gli investimenti e nessuno ha mia sostituito in professore nel comitato tecnico scientifico. Per me resta un valido professionista, non ho nulla da dire. Mettetevi nei miei panni: agosto 2020, mi chiama un vostro collega, io ero in vacanza, una settimana di vacanza, e mi dice "Guarda che il professore ha mandato a tutti una copia dei WhatsApp che gli hai mandato". Queste sono le mie giornate, andranno avanti all'infinito».

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