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Epidemia dalla Cina, la Regione allerta Ulss e ospedali

I principali punti sanitari del territorio regionale hanno ricevuto le prime indicazioni sul coronavirus che ha iniziato a diffondersi nella zona cinese del Wuhan e che è strettamente collegato al virus della Sars

Anche la Regione Veneto si prepara ad affrontare i rischi connessi al nuovo Coronavirus, l'agente patogeno che ha scatenato un'epidemia in un'area della Cina e che potrebbe infettare anche il resto del mondo. Le Ulss e le aziende ospedaliere venete hanno ricevuto oggi, 23 gennaio, la circolare trasmessa dal Ministero della salute e la lettera scritta dall'ente regionale. Identico l'oggetto di entrambi i documenti: «Polmonite da nuovo Coronavirus in Cina». I principali punti sanitari del territorio regionale, dunque, hanno ricevuto le prime indicazioni sul virus che ha iniziato a diffondersi nella zona cinese del Wuhan e che è strettamente collegato al virus della Sars (sindrome respiratoria acuta grave).

I SINTOMI

sintomi più comuni sono febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie e gli esami radiologici al torace dei pazienti infetti evidenziano anche lesioni infiltrative bilaterali diffuse. «Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che il virus possa causare sia una forma lieve, simil-influenzale , che una forma più grave di malattia - si legge nei documenti inviati a Ulss e ospedali - Una forma inizialmente lieve può progredire in una forma grave, soprattutto in persone con condizioni cliniche croniche pre-esistenti, quali ipertensione, e altri problemi cardiovascolari, diabete, patologie epatiche e altre patologie respiratorie. E anche le persone anziane potrebbero essere più suscettibili alle forme gravi».
Le autorità cinesi e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) hanno confermato che il virus si può trasmettere da uomo a uomo, ma le modalità di trasmissione non sono stata ancora del tutto comprese.

Per coloro che hanno in programma un viaggio verso lo Wuhan o nelle altre zone colpite dal nuovo Coronavirus, il Ministero della salute consiglia di posticipare il viaggio. E nel caso non fosse possibile, le indicazioni da seguire sono: vaccinarsi contro l'influenza almeno due settimane prima della partenza; evitare il contatto diretto con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute; lavarsi spesso le mani, soprattutto dopo il contatto diretto con persone malate; evitare di visitare mercati ittici o di animali vivi ed evitare il contatto diretto con animali da allevamento o selvatici vivi o morti.

IL RISCHIO DI INFEZIONE

Attualmente il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie stima in moderato il rischio di introduzione dell'infezione in Europa. Sono stati, dunque, definiti i criteri e le modalità di segnalazione dei casi di infezione. «I casi sospetti - scrivono il Ministero della salute e le autorità sanitarie regionali - vanno visitati in un'area separata dagli altri pazienti e ospedalizzati in isolamento in un reparto di malattie infettive, possibilmente in una stanza singola, facendo loro indossare una mascherina chirurgica, se riescono a tollerarla. Il numero di operatori sanitari, di familiari e di visitatori ad un caso sospetto deve essere ridotto, e deve essere registrato. Il personale sanitario che accudisce tali casi dovrebbe, ove possibile, essere dedicato esclusivamente a questi pazienti per ridurre il rischio di trasmissione. Per motivi precauzionali, si raccomanda che il personale sanitario, oltre ad adottare le misure standard di biosicurezza, applichi le precauzioni per prevenire la trasmissione per via aerea e per contatto, utilizzando idonei dispositivi di protezione individuale. Dovrebbero essere utilizzati strumenti mono-uso e strumentazioni portatili per evitare di muovere il paziente. Se è necessario trasportare il paziente fuori dalla stanza di isolamento, usare percorsi predeterminati per minimizzare la possibile esposizione di personale sanitario, altri pazienti e visitatori. Qualora il paziente venga posto in isolamento domiciliare, sia il paziente che i familiari devono essere istruiti per applicare le precauzioni standard di biosicurezza per prevenire la trasmissione».

Fonte: Veronasera.it
 

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