Emergenza Covid, medici militari al fianco dei sanitari nella campagna tamponi
Affiancheranno per la durata di due mesi il personale sanitario dell'Azienda Ulss 7
Un team sanitario ed un team logistico composto complessivamente da 5 militari delle forze armate è operativo da martedì nell’affiancare l'attività di screening anti-covid erogata dall'Azienda ULSS n.7 Pedemontana all'ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa.
Il team medico, composto da un ufficiale medico dell'Esercito italiano del dipartimento militare di Medicina legale di Padova e due sottufficiali della Marina militare, rispettivamente dell'ospedale militare di Taranto e del dipartimento militare di Medicina legale di La Spezia, ed il team logistico, composto da due graduati dell’Esercito italiano dell’8° Reggimento guastatori paracadutisti "Folgore" di Legnago (Verona), affiancheranno per la durata di due mesi il personale sanitario dell'Azienda Ulss impegnato nella campagna di tamponi.
“Ancora una volta le nostre forze armate riconfermano la loro importanza nell'ambito di questa pandemia - ha dichiarato l'assessore regionale Elena Donazzan - non solo a Bassano del Grappa, ma in tutta Italia, centinaia e centinaia di militari stanno apportando il loro contributo nel fronteggiare questa straordinaria emergenza, contribuendo al potenziamento dei vari punti-tamponi sparsi sul territorio. Stiamo parlando di donne e di uomini straordinari, altamente preparati e provenienti da tutta Italia - come appunto nel caso di Bassano del Grappa - che non senza qualche sacrificio renderanno un importante servizio al nostro territorio e alla Nazione”.
“Ringrazio i militari impiegati all’ospedale San Bassiano e negli altri punti-tamponi del Veneto - continua Donazzan - che conclude “il loro impegno in questo momento cruciale per l'Italia e per gli italiani rende ancor più attuale l'appello delle associazioni combattentistiche e d'Arma per la reintroduzione di un servizio militare o civile universale e obbligatorio per i nostri giovani che risponda agli attuali bisogni della nostra comunità. La leva obbligatoria portò alla formazione di cittadini più consapevoli, responsabili e socialmente impegnati: un "senso del dovere" che in Veneto si traduce nel sistema più organizzato e numeroso d'Italia di volontariato. Un patrimonio inestimabile, che non possiamo permetterci di perdere”.