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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Coronavirus, il punto di Luca Zaia: «Stiamo calando velocemente, se avessimo i vaccini in 6 mesi ne siamo fuori»

I dati aggiornati a giovedì 18 febbraio sull'epidemia da Covid-19 in Veneto e le considerazioni del presidente della Regione sulla situazione attuale

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 32254 tamponi che hanno trovato 1042 contagiati in una giornata con un'incidenza del 3,13%. I positivi oggi calano a 21986 mentre 1425 sono invece i ricoverati totali in Veneto 1290 (830 dei quali positivi) in area non critica e 135 in terapia intensiva, dei quali 98 sono Covid. I decessi sono stati +30. 

BOLLETTINO VENETO 18 FEBBRAIO ORE 8

«Sono numeri buoni, ma comunque l'incidenza è aumentata rispetto a ieri anche se stiamo calando velocemente, speriamo che non si parti con una nuova ondata» è il commento di Luca Zaia che ha presentato i numeri del bollettino del 18 febbraio nel consueto appuntamento giornaliero con la stampa. 

Sul fronte vaccini i dati sono di 250mila inoculazioni effettuate fino a ora e 108mila seconde vaccinazioni. Attumente tra Pfizer, Moderna e Astrazeneca arrivano in Veneto circa 100mila vaccini a settimana. «Sono troppo pochi, ci servono i vaccini, tirando la macchina possiamo arrivare a un milione al mese e in sei mesi ci veniamo fuori».

L'argomento del giorno è stato quelle della varianti del virus, che proprio l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie sta studiando attraverso il sequenziamento dei campioni dei test eseguiti in Veneto e che hanno avuto esito positivo al coronavirus. «Abbiamo cominciato a cercarle in tempi non sospetti - ha dichiarato Zaia - Già da ottobre abbiamo chiesto di eseguire i sequenziamenti e ad alcuni sembrava che perdessimo tempo. Sotto Natale abbiamo scoperto di avere la variante inglese anche in Veneto ed anche in quel caso alcuni dissero che stavamo cercando alibi. Adesso, però, tutta Italia è concentrata sulle varianti».

I sequenziamenti sono stati eseguiti dall'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, con un ruolo importante dei laboratori di microbiologia del Veneto, e finora ne sono stati fatti più di 500. Lo scenario che deriva da questo studio sulla presenza delle mutazioni del coronavirus in Veneto è stato delineato da Antonia Ricci: «Del coronavirus abbiamo identificato in Veneto 17 diversi gruppi genetici. E sono 4 le varianti che abbiamo trovato e che sono definite preoccupanti e da monitorare. Nelle ultime due settimane abbiamo caratterizzato 296 campioni, di cui 182 in due giornate per aderire ad uno studio nazionale sulla presenza della variante inglese. E la presenza della variante inglese nei campioni del Veneto è risultata in linea con la presenza a livello nazionale, quindi attorno al 17%. Sempre tra 296 campioni analizzati nelle ultime settimane, abbiamo ricevuto 22 campioni provenienti da test eseguiti in istituzioni scolastiche. In una scuola del Veneziano abbiamo identificato 8 campioni di variante inglese, mentre negli altri cluster non abbiamo identificato varianti. E la variante inglese l'abbiamo trovata anche in 4 campioni provenienti da Cortina dove sono in corso i Mondiali di Sci. Inoltre, tra i casi particolari che abbiamo verificato, abbiamo riscontrato la presenza della variante brasiliana. Infine, abbiamo analizzato alcuni campioni tra test positivi eseguiti su cittadini rientrati dall'estero. Su 14 casi, 2 appartengono alla variante inglese. In conclusione possiamo dire che la variante inglese circola anche in Veneto ed è prevedibile un aumento della prevalenza di questa variante, che è più contagiosa. Anche la variante brasiliana è più contagiosa, ma non quanto quella inglese, però ha la particolarità di sfuggire in parte alla copertura degli anticorpi. Questo però non significa che i vaccini non funzionino».

E dopo l'intervento di Antonia Ricci, è intervenuta anche la dottoressa Russo: «La sorveglianza sulle varianti è aumentata e la loro presenza ha imposto delle modifiche anche all'indagine epidemiologica. In particolare, nel caso venga accertata la presenza di una variante più contagiosa, il tracciamento dei contatti viene ampliato ed è più probabile che a questi soggetti venga richiesto l'isolamento».

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