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Il punto di Achille Variati: «La vita vale più dei soldi»

L'intervento del sottosegretario all'interno ed ex sindaco di Vicenza: «La vita normale, per un po’, deve essere fermata»

Dovrebbe essere un pensiero scontato, banale, ma a quanto pare non è più così. In queste ore vedo emergere dal Veneto una tesi pericolosa, sbagliata e anche miope: quella che antepone alle preoccupazioni per la sicurezza e la salute pubblica quelle per l’economia. Per cui la priorità, anziché essere come fermare il virus, diventa come continuare la vita di tutti i giorni. La conseguenza di un atteggiamento come questo?

Comportamenti individuali e collettivi che producono un’ulteriore diffusione del contagio. E questo gravissimo errore purtroppo non emerge solo dalla confusione delle discussioni sui social: fa capolino anche nelle parole polemiche di figure politiche, amministratori, rappresentanti di categoria.
Cerchiamo nuovamente di fare chiarezza, perché è fondamentale che passino i messaggi giusti. La priorità è una sola, limitare il diffondersi del contagio.

Domanda: ma allora siamo in quarantena? No, e “quarantena” è una parola sbagliatissima che non dovremmo usare, perché ha un significato molto chiaro e forte che speriamo - speriamo - non diventi la nostra realtà. Non c’è quarantena neanche nelle zone di contenimento venete, le province di Padova,Treviso, Venezia. Merci e lavoratori possono circolare. Questo era importante chiarirlo, e lo abbiamo chiarito già ieri.
Ma allora vuol dire che possiamo fare tutto? No. Assolutamente no. Soprattutto: non dobbiamo fare la vita normale. Dobbiamo regolarci noi, essere responsabili, porre limiti a quello che facciamo. La vita normale, per un po’, deve essere fermata.

Si può circolare, se necessario. Ma bisogna evitare di farlo, se possibile. Perchè questo è l’unico modo per rallentare e infine fermare la diffusione del virus. Non è il momento delle polemiche, dei protagonismi. Per questo mi chiedo: quando il presidente della regione Veneto Luca Zaia polemizza duramente con le misure di emergenza varate dal Governo sta facendo un buon servizio o un cattivo servizio all’interesse pubblico? Ha senso contestare le valutazioni del comitato scientifico nazionale proponendo letture diverse da parte di altri esperti? Che effetto producono dichiarazioni che definiscono eccessive e addirittura sbagliate le misure varate dal Governo?

Vediamo anche qui le scene di mercati affollati, piste da sci piene di gente, raduni non necessari che avranno un solo effetto: propagheranno il virus. Mentre in Veneto da martedì 3 marzo a domenica 8 marzo, in pieno allarme, i positivi sono più che raddoppiati, da 307 a 670. Siamo una delle regioni più colpite, per ora. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: nessuno dovrebbe andare in giro e avere contatti ravvicinati con gli altri se non è necessario. Chi può, lavori a distanza. Le riunioni vengano fatte in forma digitale. Le aziende che possono mettano collaboratori in ferie. È ovvio che sono sacrifici, e grossi. Ma ciascuno di noi deve rinunciare a qualcosa, per il bene collettivo.

Ci sono e saranno danni, è chiaro. E il Governo aiuterà chi li ha patiti, con le risorse molto significative che in questi giorni vengono stanziate. Ma se il virus non viene fermato, la crisi economica sarà solo più profonda e pesante.

E quindi: la priorità per tutti, adesso, deve essere salvare le vite.

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