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Coronavirus, chiusura locali alle 23: «Assurdo e controproducente»

Per Gianluca Baratto, presidente di Fipe Confcommercio Vicenza (bar e ristoranti) la chiusura anticipata è un “abbaglio”: “La sicurezza è dentro i locali, non fuori”

“Rispondere ad una legittima preoccupazione sull’aumento dei contagi da coronavirus con provvedimenti incomprensibili e irrazionali come l’anticipo della chiusura di bar e ristoranti non solo danneggia gravemente un settore già in difficoltà, ma soprattutto può essere controproducente innescando comportamenti potenzialmente pericolosi”. Gianluca Baratto, presidente di Fipe-Confcommercio Vicenza (l’associazione dei titolari di pubblici esercizi come bar e ristoranti) esprime con forza il dissenso della categoria sulle annunciate misure del prossimo Dpcm attualmente in discussione, facendosi portavoce della domanda che è sulla bocca di tutti gli operatori del settori in queste ore: “Ma dove pensano che andranno le persone e soprattutto i giovani, ad esempio il sabato dopo le 23.00? A casa? O non cercheranno invece un modo per proseguire la serata, assembrandosi in qualche luogo privato se non in qualche circolo “border line”, dove molto probabilmente non esistono né controlli sul distanziamento, né sanificazione, né quant’altro?”.

La sensazione, sostengono baristi e ristoratori, è che il Governo punti il dito su alcuni comparti, perché è impossibilitato a risolvere situazioni ben più critiche, dove è troppo complesso intervenire: “C’è un’incongruenza evidente sul fatto che alle stesse persone che la mattina si trovano ammassate sui mezzi pubblici dove è spesso impossibile mantenere il minimo distanziamento – prosegue il presidente Baratto – venga impedito qualche ora dopo di stare sedute al tavolo di un bar o ristorante, dove invece ci sono gli spazi prescritti per legge, c’è una continua sanificazione e c’è la sorveglianza del personale sui comportamenti. Ciò che non deve essere dimenticato, in segno di rispetto di noi imprenditori, sono gli enormi sforzi, in termini economici ed organizzativi, intrapresi per svolgere l’attività in sicurezza. Sforzi che Fipe Confcommercio nazionale sta in queste ore ulteriormente evidenziando sui tavoli ministeriali per esporre con forza le nostre ragioni”.

Ma la categoria non si sofferma solo sulla pesante motivazione economica che potrebbe venirsi a creare con il nuovo Dpcm. Il messaggio lanciato da Fipe Confcommercio Vicenza vuole evidenziare anche l’“abbaglio” in cui il Governo rischia di incorrere: “Chiudere i locali – conclude il presidente Gianluca Baratto - non può che trasformarsi in un  “liberi tutti”, perché socialità e divertimento uscirebbero dalla sfera della legalità per trasferirsi in luoghi di fatto incontrollabili. La sicurezza è dentro i locali, non fuori: lasciamo che ristoratori e baristi continuino a lavorare come hanno fatto egregiamente in queste settimane, e sollecitiamo i cittadini a collaborare ancor più tenendo comportamenti virtuosi all’interno dei locali pubblici, aspetto fondamentale per il rispetto della salute di tutti”.

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