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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus in Veneto, in aumento i ricoveri negli ospedali

I dati aggiornati a martedì 23 marzo sull'epidemia da coronavirus in regione. Assente Luca Zaia, per una conferenza, nel consueto appuntamento in diretta Facebook. Al suo posto l'assessore Lanzarin

AGGIORNAMENTO ORE 17

Con 528 nuovi contagi in più rispetto alla mattina di martedì, ma il dato non è completo a causa del ritardo nell'invio dei risultati dei tamponi antigenici da parte dell'AULSS 2, il Veneto conta attualmente 38346 positivi. Lo rivela il bollettino delle ore 17 di Azienda Zero, che segnala altri 15 decessi nelle ultime ore. Ancora in incremento la presenza di malati negli ospedali della regione. Sono 2061 i ricoverati, dei quali 1800 (+35) in area non critica e 261 (+4) in terapia intensiva. 

IL BOLLETTINO

Il bollettino del 23 marzo di Azienda Zero sull'andamento dell'epidemia da Covid-19 in Veneto sono stati resi noti nella mattinata di martedì dall'assessore Manuela Lanzarin. I dati indicano che 18353 molecolari e 25022 rapidi, per un totale di 43375 tamponi totali effettuati, hanno trovato 1966 nuovi contagiati nelle ultime 24 ore, con un incidenza (positivi trovati su tamponi effettuati) del 4,53%. Gli attualmente positivi sono invece 39083. Negli ospedali sono ricoverati 2013 (+55) persone, suddivise in 1753 (+39) in area non critica e 260(+16) nelle terapie intensive, se a questi si aggiungo 286 persone non covid in rianimazione, il totale dei posti letti occupati in area critica sono 546. Infine, rispetto a ieri, ci sono stati 106 dimessi e, purtroppo, altri 52 decessi. 

Report ore 8

LA SITUAZIONE VACCINI

«È indubbio che ci sono stati tutta una serie di aumenti per quanto riguarda la parte ospedaliera, ma è troppo presto per dire in che fascia saremo la prossima settimana, riusciremo a fare previsioni giovedì», ha commentato Lanzarin, fornendo i dati sulla situazione vaccini: «C'è stato confermato l'arrivo di 83mila dosi di Pfizer, non abbiamo ancora notizie di Moderna e di Astazeneca, ma potrebbero arrivare in settimana. La campagna sta andando avanti con 17224 dosi di vaccino inoculate ieri, 12308 prime dosi e 4906 seconde dosi. Il totale delle dose somministrate fino a oggi in Veneto sono 640456, mentre sono 203789 le persone che hanno completato il ciclo». 

LA SITUAZIONE IN TERAPIA INTENSIVA

Nel corso della conferenza, il dottor Paolo Rosi, responsabile delle terapie intensive del Veneto, ha fornito il quadro dei ricoveri attuali in Veneto, dal quale risulta che l'età di chi entra in area non critica è diminuita nella terza ondata rispetto alla seconda, ma è aumentato il numero di chi entra in rianimazione. La crescita, rispetto a novembre, è però meno ripida. 

«Dalla seconda settimana di marzo il dato delle entrate in terapia intensiva è stabile attorno ai 20 ingressi con picchi di 26 mentre prima era di 6 entrate al giorno. Oggi la media dei nuovi ingressi supera quella di chi esce. La curva sta salendo in maniera lineare. Una crescita meno ripida di novembre, ma se non cambia avremo 300 pazienti in terapia intensiva entro fine mese. Negli ospedali dell'area critica i posti letto operativi, sono oltre 600 e si inizia a ridurre le attività non essenziali per liberare il personale. Stiamo tenendo un 90 posti liberi al giorno, e le provincie stanno gestendo il carico di pazienti che arriva».

Per quanto riguarda la suddivisione per fasce di età di chi entra in rianimazione, questa è omogenea ma c’è una riduzione molto importante degli ultra ottantenni, dimezzati rispetto alla seconda ondata. Nel dettaglio, ora sono 2,5% gli ultra ottantenni che entrano in rianimazione, mentre sono aumentati al 37% le persone ricoverate nella fascia di età dai 70 agli 80, così come c'è stato un incremento dei 60-69enni (sono anche loro al 37%). La fascia dei 50-59enni di ricoverati in rianimazione è del 15%, mentre quella sotto ai 50 anni sono al 7%.

La percentuale dei ricoverati in terapia intensiva è dello 0,58%, in pratica 1 su 200 contagiati finisce in  terapia. «I pazienti che arrivano da casa e vanno direttamente in terapia intensiva sono il 30%, contro il 60% della seconda ondata; il 40% entra nei primi tre giorni di ricovero. I primi dati dicono che diminuisce la mortalità, probabilmente a causa del calo dell'età media», ha concluso Rosi 

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