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Coronavirus, nuova ordinanza in Veneto: scuole superiori chiuse per gennaio

Il punto di Luca Zaia sulla situazione dell'epidemia da Covid-19 in regione. In arrivo nuove disposizioni. E sull'incontro governo-regioni: «Non idea in che fascia saremo, decideranno gli scienziati»

Sempre in aumento i contagi in Veneto e ospedali sempre sotto pressione. In arrivo una nuova ordinanza sulla chiusura delle scuole superiori e il Veneto che attende, come il resto d'Italia, i provvedimenti che prenderà il Governo alla scadenza del decreto Natale, prevista per il 7 gennaio. 

IL BOLLETTINO 

Sono 1682 in più i positivi in Veneto nelle ultime 24 ore (con una percentuale del  12,69 sui tamponi fatti) con 94956 attualmente positivi e 3459 ricoverati in totale, dei quali 400 (+4) in terapia intensiva e 3059 (+27) in area non critica. Purtroppo altri 50 decessi in più rispetto ieri. Sono i dati del bollettino di lunedì 4 gennaio forniti da Luca Zaia nel corso della conferenza stampa tenuta oggi nella sede della protezione civile. A questi numeri si aggiunge un altro dato, quello sui vaccini. Sono a ora 16.748  le persone vaccinate, con il 43% delle scorte di magazzino già smaltire.

IL BOLLETTINO DELLE ORE 8 DEL 4 GENNAIO

SUPERIORI CHIUSE, DIDATTICA A DISTANZA AL 100%

Il presidente della Regione ha anche annunciato che a breve firmerà una nuova ordinanza con la quale dispone la chiusura delle scuole superiori per gennaio in tutto il Veneto, con la didattica a distanza al 100%. «Non è prudente aprire le scuole, per questo abbiamo preso questa decisione. Un sacrificio che dobbiamo fare per il bene della comunità - ha commentato - Su questo punto è pronta un'ordinanza, alle quali abbiamo voluto allegare le motivazioni scientifiche. Abbiamo quindi dato mandato alle aziende di trasporto di adeguare il trasporto pubblico rispetto all'ordinanza. Lo facciamo oggi perché è giusto che ci sia il tempo di organizzarsi. La nostra è una scelta di prudenza. Saranno poi gli scienziati a decidere per tutte le regioni italiane ma credo che altre regioni seguiranno il nostro esempio».

L'ORDINANZA

IL DOPO EPIFANIA 

Mancano poi pochi giorni al giorno dopo l’Epifania, quando scadrà il decreto legge 172/2020 (il così detto decreto Natale), mentre otto giorni dopo a perdere di validità sarà il Dpcm del 3 dicembre 2020. A partire dal 15 gennaio enterà invece in vigore un nuovo Dpcm. Dalle prime informazioni, il Governo, che dovrebbe riunirsi in giornata, ha sul tavolo diverse ipotesi. La prima è che il 7 e l'8 gennaio l'Italia sia interamente in zona gialla; il 9-10 gennaio: zona arancione in tutto il territorio nazionale; e il 11-15 gennaio: dovrebbe tornare in vigore il sistema della classificazione per colori;

A rischio zona arancione o rossa ci sarebbero diverse regioni, tra cui il Veneto, ma questa è solo una delle ipotesi. Non è escluso ad esempio che si decida di continuare con le regole già in vigore durante le feste natalizie che prevedono la zona rossa nei festivi e prefestivi e la zona arancione negli altri giorni. Sono molti i dubbi che non sono stati ben chiariti nemmeno dalla videoconferenza di domenica tra i governatori delle regioni e i ministri Boccia e Speranza, alla quale seguirà nella giornata di lunedì un altro incontro tra Regioni e Governo sempre in vista del nuovo provvedimento da adottare dopo la Befana.

Alla conferenza ha ovviamente partecipato anche Luca Zaia. «Il tema è che c'è preoccupazione per l'andamento dei contagi, l'Italia ha due settimane di ritardo sulla curva epidemiologica europea mentre il Veneto si trova in una situazione atipica nonostante 15 giorni di restrizione. Una situazione dove se si guarda il bicchiere mezzo pieno le curva non crescono, se si guarda il bicchiere mezzo vuoto, non calano», ha spiegato il governatore del Veneto, dando notizia della certezza sulla presenza della cosiddetta "variante inglese" sul territorio regionale, una variante che non causa sintomi più importanti ma è di gran lunga più contagiosa degli altri ceppi del coronavirus. «Come governatori abbiamo sottoscritto la nostra adesione per cambiare i parametri per la divisione in zone dei territori ma abbiamo sottolineato che è un'operazione da fare in maniera incontrovertibile, senza ripensamenti», ha chiosato Zaia, aggiungendo: «Non so dire che classificazione ci sarà per il Veneto con i nuovi parametri, saranno gli scienziati a decidere». 

LA SITUAZIONE IN VENETO

In regione gli ospedali sono sempre sotto pressione, con quasi 3500 ricoverati Covid. Per l'amministrazione regionale e le autorità sanitarie locali la situazione è però sotto controllo. «Siamo stabili da un mese sul numero di ricoveri in area non critica, tanti ne dimettiamo tanti nuovi casi accogliamo e negli ultimi 15 giorni questo dato non si è modificato - ha sottolineato Luciano Flor, Direttore Generale della Sanità della Regione Veneto, intervenuto in conferenza - questo numero ci dice che avremo nuovi ricoveri in rianimazione. Sono invece 330 i pazienti in terapia sub - intensiva, che occupano posti letto attrezzati con respiratore e monitoraggio. Per quanto riguarda la rianimazione, stamattina erano 56 posti di rianimazione liberi per malati Covid e per altri. Attualmente abbiamo problemi di prendere in carico qualsiasi forma di malattia».

Gli ospedali si riempiono perché i contagi aumentano e nessuno ormai nasconde la preoccupazione per la cosiddetta "terza ondata". Sulla questione Luca Zaia ha infine puntato il dito contro chi non solo non rispetta i divieti ma è incline a comportamenti che hanno rilevanza penale. «Abbiamo persone in quarantena che si danno alla macchina, positivi che non stanno a casa o che danno numeri di telefono falsi per i controlli,  così non andiamo da nessuna parte. Ne veniamo fuori ma se non c'è impegno il virus si prenderà i suoi tempi perché noi glieli lasciamo», ha commentato il presidente della Regione Veneto, concludendo: «La preghiera che faccio ai cittadini è di rispettare le regole e di avere del buon senso personale: evitiamo le occasioni di incontro che non sono essenziali. L'obbligo è quello di fare in modo che gli ospedali non vadano al collasso e poi c'è la partita dei vaccini, davvero importante e infine spero anche che, qualsiasi restrizione ci sia, arrivano i ristori per le categorie economiche penalizzate».

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