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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coprifuoco alle 18, le Regioni non ci stanno ma il Governo tira dritto

Lo scontro sulla bozza del provvedimento rinvia la conferenza stampa. Per Conte i locali dovranno abbassare le serrate prima di cena, ma possono tenere aperto la domenica. Ma tutto potrebbe saltare: trattativa aggiornata a stamane

Dopo aver annunciato una conferenza stampa per le 20,30 di sabato per illustrarlo, il Dpcm 25 ottobre di Giuseppe Conte già nell'aria da mercoledì viene fermato in dirittura d'arrivo da una lettera delle Regioni che contestano la stretta su bar e ristoranti e la chiusura alle 18 delle attività commerciali e chiedono di prevedere forme di ristoro delle perdite degli esercenti. Ma le ultime notizie, come riporta today.it dicono che la bozza non cambierà. 

Il Dpcm 25 ottobre chiude l'Italia alle 18 ma...

Ovvero che la chiusura alle 18 delle attività di ristorazione è confermata anche se le Regioni chiedevano di rimandarla alle 23 ma in compenso salterà quella festiva: gli esercizi potranno rimanere aperti (sempre fino alle 18) anche il sabato e la domenica; è stata invece confermata nel Dpcm la chiusura di cinema, teatri, palestre e piscine nel corso della riunione tra il presidente del consiglio e i capi delegazione delle forze di maggioranza conclusasi a tarda notte. Ma tutto potrebbe di nuovo saltare visto che la trattativa è stata aggiornata a stamattina. 

L'esecutivo ha previsto anche ristori per i settori colpiti dalle nuove misure anti-Covid. Le risorse messe a disposizione di chi è costretto a tirare giù le saracinesche ammontano a 2 miliardi di euro, che potrebbero essere inseriti in un decreto già la prossima settimana. Sembra intanto destinata a saltare la norma che sospende concorsi pubblici e privati: "Ma quello sulla scuola - rivela all'AdnKronos una fonte presente al tavolo - andrà avanti". Per il resto sono confermate le misure presenti nella bozza, ovvero: 

  • la Didattica a distanza di tutte le superiori è disposta al 75%, le Regioni sono disposte ad arrivare al 100%. Asili nido, scuole dell’infanzia, elementari e medie resteranno tutte in presenza;
  • sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico nei cinema, nei teatri, nelle sale da concerto. Al chiuso e all’aperto. Restano chiuse le discoteche e le sale da ballo. Vietate le feste, al chiuso e all’aperto, anche dopo matrimoni e comunioni. Stop a sale giochi, sale scommesse, bingo e casinò. Ancora aperti i musei;
  • lo svolgimento delle manifestazioni pubbliche è consentito soltanto in forma statica e con rigide modalità di contenimento. Le piazze dei centri urbani, di fronte alla presenza di una folla non distanziata, possono essere chiuse dalla questura dalle ore 21 garantendo l’accesso ai negozi e alle abitazioni private.

dpcm 25 ottobre bozza 1-2

  • è fortemente raccomandato non ricevere a casa persone diverse dai conviventi. Se arrivano esterni «per ragioni di lavoro o urgenze», è «fortemente raccomandata la mascherina anche nelle abitazioni private»;
  • fermati i prossimi concorsi pubblici in presenza, eccetto quelli medici e della Protezione civile. Possono proseguire le prove già iniziate e che hanno ricevuto il benestare del Cts. Tra queste, il concorso straordinario per docenti precari.

E quindi anche la partita sulla didattica a distanza rimane aperta, visto che la bozza vuole il 75% e i governatori vorrebbero arrivare al 100%. Tanto che ora la domanda sorge: si va a scuola lunedì o no? E poi c'è il problema dei ristori per i bar, i ristoranti e le altre attività che perderanno soldi a causa del mini-lockdown: il governo stanzia almeno due miliardi e prepara un decreto legge: basterà? Intanto  c'è chi, come il governatore della Campania Vincenzo De Luca (che intanto ha messo la retromarcia sull'ordinanza per il lockdown in Campania), va oltre. "De Luca ha ritenuto improponibile la chiusura alle ore 18, riconfermando quindi la volontà di mantenere gli orari già previsti dall'ordinanza regionale, con chiusura alle 23", è l'avvertimento che arriva dalla Campania. Il rischio, per il governo, di doversi trovare ad impugnare le ordinanze regionali è molto alto.

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