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Morire di transfobia, la storia di Cloe Bianco: studenti in piazza e proteste contro Elena Donazzan

Sabato la Rete degli studenti medi di Vicenza sarà in piazza Matteotti per un presidio in memoria della professoressa transgender che si è data fuoco all'interno del suo camper a Belluno. Nel frattempo scoppia la polemica contro l'assessora regionale dopo le sue dichiarazioni a Radio 24

«Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte». Sono le prime parole che si leggono in un post pubblicato nel sito "Persone Transgenere". Una lettera firmata da Cloe Bianco, l'ex professoressa di fisica di San Donà che finì sulla cronaca nel 2015 dopo essersi presentata in classe vestita da donna. Il suo corpo è stato trovato carbonizzato sabato mattina ad Auronzo di Cadore, all'interno di un furgone adibito a camper parcheggiato in un'area di sosta e andato in fiamme. Sette anni prima Cloe decise di fare "coming out", presentandosi ai suoi studenti del primo anno dell'istituto Mattei: "Buongiorno, d'ora in poi chiamatemi Cloe". 

La vita difficile di Cloe 

Una scelta che  le costò la sospensione per tre giorni dall'insegnamento e poi lo spostamento a ruoli di segreteria, lontana dai suoi studenti. Lei fece ricorso al giudice del lavoro, chiedendo anche un risarcimento danni di 10mila euro al ministero dell’Istruzione per i danni subiti a causa della sanzione, ma lo perse e si rifugiò nel suo camper, quello in cui il 10 giugno si tolse la vita, vittima della transfobia, uccisa da anni di pregiudizi e umiliazioni. Per rendere l'idea, basta leggere le parole di una studentessa che su Facebook ha ricordato la tragica morte della docente: "Era la mia professoressa e la cosa peggiore è che i genitori in primis erano delle merde che la vedevano come un fenomeno da baraccone facendo code lunghissime ai colloqui con lei (cosa che prima non succedeva mai) solo per vederla di persona e poi deriderla".

Nel 2015 la 58 enne docente di Fisica dell’istituto Scarpa-Mattei, fu al centro anche di aspre polemiche politiche. Al tempo, un genitore scrisse una lettera di indignazione ad Elena Donazzan, che era Assessore regionale all’Istruzione, la quale pubblicò la missiva sul proprio profilo Facebook dichiarando l'accaduto "una follia" e che "chiederà che siano presi dei provvedimenti"«Partiamo dal presupposto che non ci devono essere giudizi di tipo personale - ha attaccato Donazzan - ma la sessualità è un fatto personale e privato e la scuola è un luogo pubblico. Questo insegnante ha disorientato una classe, andando vestito in maniera ridicola. Con parrucca bionda, seno finto e minigonna non si va a scuola, ma da un'altra parte. Questa persona - conclude - non può insegnare così".

Le polemiche dopo il tragico gesto

La politica bassanese, intervistata da Radio 24, è tornata di nuovo a parlare di Cloe nei giorni scorsi, dopo l'atto estremo compiuto dalla professoressa. "Il movimento LGBT sta usando, e questa è una cosa abbastanza sconvolgente per me, sta usando la morte tragica di una persona, per farne una polemica politica. Io credo che oggi chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento LGBT, perché a sette anni di distanza cercare visibilità attribuendo una responsabilità senza farsi la domanda se forse tutto quel loro clamore, tutto quel loro aver sempre usato in vita quando il professor Blanco fece coming out su qualcosa di diverso, perché dire che si è omosessuali è un’affermazione, presentarsi in classe – perché questo accadde – con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna e i tacchi è un’altra cosa. Venne usato allora come bandiera di grande coraggio e oggi viene usato per fare una polemica tutta politica perché io sono di Fratelli d’Italia", ha detto l'esponente del partito di Giorgia Meloni ai microfoni di Radio 24, parlando al maschile della professoressa transgender, etichettandola ancora come "un uomo vestito da donna" e denunciando di aver ricevuto insulti e minacce di morte sui profili social indirizzate a lei e alla sua famiglia. 

La protesta degli studenti 

Venerdì, in numerose città del Veneto, studenti e associazioni hanno manifestato per dire no alla transfobia. «Dopo le dichiarazioni dell'assessora Donazzan del 2015 e di stamattina non possiamo rimanere in silenzio. Sabato, insieme a tante realtà vicentine, saremo in piazza Matteotti dalle 17.00 perché la transfobia non può e non deve in alcun modo trovare spazio nella nostra Regione, men che meno dentro alle mura delle sedi istituzionali in cui siete l'assessora Donazzan», ha dichiarato Riccardo Bortoli, della Rete degli Studenti Medi di Vicenza. «Saremo in tante e tanti, non solo studenti, ma come cittadini che non si possono più sentire rappresentanti da chi fa della transfobia, dell'esclusione sociale e della violenza il proprio baluardo politico. Per ricordare Cloe, e tutte le persone che non hanno ricevuto ascolto, assistenza e soprattutto dignità dalle istituzioni di questa Regione, ci troveremo domani in piazza Matteotti», ha  aggiunto Martina Chichierchia della Rete di Vicenza. 

Selvaggia Lucarelli difende Donazzan 

E mentre la rete degli studenti chiede le dimissioni dell’assessora del Veneto, a difendere Donazzan arriva Selvaggia Lucarelli, per la quale “le semplificazioni sulle cause di un suicidio con tanto di ricerca dell’istigatore (l’assessore Elena Donazzan) sono una vigliaccata superficiale”. «Semplificare una questione così dolorosa e privata è esattamente quello che ha fatto la Donazzan con Cloe, strumentalizzato per fini politici», ha aggiunto nel suo post su Instagram la giornalista, concludendo: «La vita di Cloe Bianco non la conosciamo quasi per nulla e da quello che sembra i problemi non riguardavano solo il lavoro, ma anche la sfera familiare e delle amicizie».

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