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Cimice asiatica, danni alle colture vicentine per 11 milioni di euro

La nuova “grandinata” che colpisce il mais, il frumento (scartato per la panificazione) i frutteti, i cereali e le verdure. Le stime di Condifesa TVB sulle segnalazioni arrivate negli ultimi giorni

Nel Basso Vicentino c’è chi ha perso il 60 per cento del raccolto. Nell’area dell’Alto Vicentino qualcuno ha perso l’intero raccolto. Ed in questi giorni gli uffici del Condifesa TVB e la mail del direttore Filippo Codato sono presi d’”assalto”. La nuova “grandinata” che colpisce il mais, il frumento (scartato per la panificazione) i frutteti, i cereali e le verdure si chiama cimice asiatica che nella provincia Berica ha causato danni per 11 milioni di euro.

Non usa mezzi termini il presidente del Condifesa TVB Valerio Nadal nell’analizzare il problema che interessa numerosi agricoltori della Marca: “si tratta di una vera e propria calamità, visto che i danni nella nostra regione arrivano a cento milioni e a livello nazionale sono stimati fino ad oggi in 600 milioni”. E non si arrende ma cerca una soluzione: “siamo pronti come soggetto unico (assieme al Condifesa di Trento) che ha chiesto il riconoscimento al Ministero dell’Agricoltura (MIPAAF) per la gestione di fondi mutualistici a contribuzione pubblica già dal 2019. Pensiamo che il fondo con un meccanismo di forte coinvolgimento delle imprese agricole nella corresponsabilizzazione e monitoraggio del problema ad oggi possa essere un tassello utile per non far scoraggiare e chiudere le aziende colpite”.

Claudio Zambon imprenditore di Lonigo e consigliere del Condifesa TVB cerca una soluzione attraverso l’introduzione di un altro insetto: “Stiamo valutando con l’Università di Firenze di incontrare un entomologo per studiare l’efficacia con l’introduzione della vespa samurai. Per alcuni nostri imprenditori i danni sono ingenti. Non possiamo aspettare”. 

Codato ha quindi rilanciato: “Nell’attuale quadro di estrema gravità ma anche di incertezza nell’evoluzione del problema l’attivazione di un fondo mutualistico agevolato con risorse pubbliche e compartecipato dagli agricoltori, potrebbe dare una compensazione se pur parziale alle imprese agricole. In prospettiva (3-5 anni) l’adozione di sistemi di protezione fisica (reti antinsetto) abbinate alla diffusione del parassitoide e all’attuazione di tutte le buone pratiche necessarie porterà ad un contenimento dei danni e a quel punto il fondo potrà dare risposte più puntuali e decisive alle aziende colpite”.

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