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Caracol, apre tutti i battenti l'ambulatorio popolare

Da ieri la sezione socio-sanitaria del centro per il volontariato di viale Crispi è pienamente operativa. Dalla oculistica alla ginecologia, dall'assistenza psicologica alla medicina generale alla attività dentistica, gli attivisti spiegano: «In memoria di Olol Jackson siamo vicini ai più deboli»

Ieri 19 giugno alle 18 ha ufficialmente aperto i battenti l'ambulatorio popolare di viale Crispi: medicina generale, gabinetto dentistico, gabinetto psicoterapeutico, oculistica, ginecologia e più in generale orientamento alla assistenza medica e sociale sono i punti di forza di una struttura «che in nessuna maniera intende sostituirsi al servizio nazionale» ma che ha l'ambizione di «dare un porto sicuro» a quelle persone che in qualche modo finiscono ai margini della società «o per ragioni economiche, di anzianità o di difficoltà ad interfacciarsi con la burocrazia pubblica per l'effetto di un distanziamento psicologico o culturale difficilmente colmabile».

La psicoterapeuta Angela Di Biase è componente del consiglio della assemblea dei soci di Caracol Olol Jackson, la onlus nata dopo la scomparsa dello stesso Jackson, uno dei volti più noti nel Vicentino tra quelli attivi nel sindacato di base e in passato nella galassia antagonista. La dottoressa Di Biase ai microfoni di Vicenzatoday.it spiega che quello maturato in queste ore è «un percorso iniziato ormai quattro anni fa poco dopo la scomparsa di Jackson». Per la psicologa e attivista l'impegno di Jackson è stato lo stimolo per dare vita ad una iniziativa dal valore sociale grazie alla quale dare testimonianza alle idee del sindacalista scomparso ma anche per fare germinare il suo lascito. «Il nostro obiettivo finale - rimarca Di Biase - è quello un giorno di chiudere i battenti perché questi servizi in una con i diritti ad essi sottostanti dovrebbero essere garantiti a tutti dal sistema assistenziale e previdenziale pubblico. Fino a quel girono però noi ci saremo con tutte le persone che condividono i nostri valori».

E così sulla scorta di esperienze simili, basti pensare a quella di Emergency a Mestre, pur a fronte di una serie di peculiarità tutte vicentine, da ieri gli ambulatori di viale Crispi hanno cominciato funzionare a pieno regime. L'obiettivo non è quello di fornire determinate prestazioni specialistiche in maniera estemporanea ma quello di ascoltare i bisogni delle persone che entrano in contatto con il centro prediligendo un approccio che miri alla comprensione della persona e non solo all'aspetto patologico che lamenta. Per fare tutto ciò, raccontano gli attivisti del Caracol, lo sforzo è stato concentrato «su un'opera volontaristica durata anni» rispetto alla quale è stato dato spazio ad un approccio preciso. Un approccio in cui medicina, prevenzione, sport, cultura, psicologia, sociologia, sindacato e volontariato valorizzino le proprie competenze. «Le persone sono persone a tutto tondo, vanno comprese nella loro interezza e occorre comprendere anche la loro storia e quella della comunità da cui provengono». E ancora: «In memoria di Olol Jackson siamo vicini ai più deboli».

Questi sono i refrain, a partire da quello dell'innalzamento della asticella dei diritti che da mesi animano il collettivo di via Crispi. Un mantra che ieri è stato ribadito ancora una volta. «Ovviamente - fa sapere il direttore sanitario del centro, ossia il dottore Carlo Basso - adesso con la struttura completamente operativa la sfida entra nel vivo». Basso in una lunga intervista rilasciata a Vicenzatoday.it spiega come è stato impostato il lavoro preparatorio allorché il team di che lo ha affiancato per mesi e mesi «ha cercato di capire quali fossero «i bisogni più evidenti» in materia «di salute» e non solo. Basso ha anche ringraziato la onlus Emergency che ha fornito al Caracol il necessario per attrezzare un moderno studio ginecologico. Leggermente diverso invece l'approccio seguito per la dentistica. In questo caso l'attrezzatura pressoché nuova è stata acquistata da uno studio che aveva appena chiuso. «Questo - sottolinea Basso - ci ha permesso di contenere i costi e garantire comunque uno standard di assoluto riguardo». Al momento medici e operatori che prestano la propria opera come volontari sono in equilibrio in relazione alle richieste. In futuro, qualora gli accessi aumentassero, dice il direttore, l'obiettivo è quello di coinvolgere altri volontari qualificati.

Ma quale è il contesto sociale in cui si colloca una iniziativa del genere? Il sindacalista di Adl Teo Molin Fop, uno dei volti storici del Caracol, non ha dubbi. «Sia i panel statistici ufficiali, sia la nostra esperienza sul campo ci dicono che è in drammatico aumento il divario tra i benestanti e coloro che per i motivi più vari si trovano alla base della piramide sociale». Questa tendenza, puntualizza Molin Fop al dittafono di Vicenzatoday.it si era appalesata «già prima della emergenza» coronavirus. Adesso tra crisi da Covid-19, dissesti dovuti al crac delle ex popolari, precarizzazione più o meno strisciante e perdita del potere sociale e d'acquisto sono sempre più numerosi i soggetti che si trovano «nelle condizioni di chiedere un aiuto come quello fornito dal nostro centro. Per di più - aggiunge Molin Fop - se si considera che la attuale crisi deriva a sua volta da una crisi sanitaria non si capisce perché il piano di rilancio nazionale varato da Governo e Ue punti assegni così poche risorse alla sanità pubblica» si concentri molti di più su altri aspetti.

ASCOLTA LA AUDIO-INTERVISTA AD ANGELA DI BIASE
ASCOLTA LA AUDIO-INTERVISTA A CARLO BASSO
ASCOLTA LA AUDIO-INTERVISTA A TEO MOLIN FOP

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