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L'addio silenzioso al 2020 in una Vicenza deserta e poi i botti di Capodanno in tutta la città

Un fine anno di silenzio e poi, a mezzanotte, l'esplosione di petardi e botti in diverse parti della città, da terrazze, giardini e balconi per dire addio all'anno "bisesto" più funesto e accogliere, ma con prudenza, il 2021. E a mezzanotte e mezza, di nuovo il silenzio

La città deserta, qualcuno a spasso con il cane, i ragazzi del delivery, qualche botto in lontanza e poi il silenzio. Piazza dei Signori e tutto il centro cittadino mai così vuoto nella serata di Capodanno. D'altra parte è retorico dire che un ultimo dell'anno così nessuno l'aveva mai vissuto. Vicenza ha detto addio al 2020 in sordina, in zona rossa come tutto il paese. Nel silenzio, a mezzanotte sono poi esplosi i botti, da balconi, giardini e terrazze, in tutta la città 

Effetto del lockdown, sicuramente, ma anche dello spirito della gente che esce da un anno a dir poco devastante. Sui social, molti i messaggi di speranza per il 2021, ma non urlati, quasi sussurati per scaramanzia. Inevitabili anche i fatalisti e i pessimisti, come i catastrofisti e i complottisti. I dati del ministero della salute non sono confortanti: il tasso di positività in Italia risale al 12.6%, in Veneto i contagi continuano ad aumentare, la pressione negli ospedali non accenna a diminuire e la speranza si aggrappa a un vaccino.

L'Italia accoglie il 2021 con prudenza. i vicentini, sia quelli andati a passare il capodanno in montagna, nelle seconde case che quelli rimasti in città, si sono chiusi nell'intimità di coppie, famiglie e amici, oppure sono rimasti da soli. Gli ultimi saluti, di persona, poco prima del coprifuoco e poi tutti a casa. 

I botti sono iniziati poco prima mezzanotte, sparsi in diversi punti della città, in barba a tutti i divieti. E a squarciare un silenzio impossibile da non sentire in sottofondo. Razzi, mortaretti, sparati un po' per "dovere", un po' per rabbia, che hanno avuto il culmine allo scoccare delle lancette, a mezzanotte. Dopo un quarto d'ora, gli ultimi fuochi...e poi il ritorno del silenzio. Perché c'è gran poco da festeggiare. Non c'era altro modo che questo per salutare il 2020 e non c'è altro modo che la cautela per accogliere quello che tutti sperano sia l'anno della rinascita. Il 2021.

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