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«Il processo BpVi e il processo Miteni» rischiano di intasare il tribunale berico

È la denuncia del consiglio direttivo della camera penale della città del Palladio che ha condensato i suoi timori in una lunga e accorata nota

«Esprimiamo e tutta la nostra preoccupazione per la gravissima e non più tollerabile situazione di difficoltà che attraversa la sezione penale del Tribunale di Vicenza. Il processo attualmente in corso nei confronti degli ex vertici della Banca Popolare di Vicenza, con la destinazione, a quel dibattimento, di tre magistrati in via pressoché esclusiva, ha, unitamente ad altre difficoltà contingenti, l’effetto di un vero e proprio uragano sulla ordinaria attività giudiziaria penale del nostro Tribunale». Sono queste le parole usate dal consiglio direttivo della Camera penale di Vicenza in una nota diramata nel pomeriggio di oggi 1 ottobre 2019.

I toni sono molto preoccupati. «Attualmente i magistrati che svolgono le funzioni di giudice monocratico, che costituisce la composizione del giudice nella gran parte dei processi penali, sono soltanto quattro, contro i nove che sarebbero in organico e svolgevano tali funzioni prima dell’arrivo del processo BpVi... Ciò ha ovviamente determinato una redistribuzione dei ruoli precedentemente formati, con inevitabile allungamento dei tempi di definizione dei processi pendenti... anche perché il mutamento della persona fisica del giudice può comportare la necessità di riassumere le prove...».

Ma secondo la camera penale berica, che poi è l'organo associativo dei penalisti del Vicentino, all'orizzonte c'è un altro processo «monstre» che potrebbe incartare l'attività di Borgo Berga. Si tratta del processo alla Miteni che dovrebbe approdare in aula a fine ottobre. «Questa situazione, già di per sé grave, è destinata a divenire letteralmente catastrofica - si legge - se il procedimento Miteni relativo all'affaire Pfas dovesse approdare a dibattimento il prossimo anno, posto che tale processo determinerebbe, con ogni probabilità, l’applicazione in via esclusiva di ulteriori due magistrati, segnando a quel punto una riduzione di circa il 70% dell’attività giudiziaria ordinaria, quantomeno per quanto riguarda i processi monocratici affidati ai giudici togati».

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