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Albera, è ancora polemica sulla «bretella lumaca»

Il collegamento tra viale del Sole e la frazione Morachino rimane «una chimera»: sale il malcontento tra i residenti della spalla Ovest del capoluogo che lamentano disagi nonché un impatto del traffico sulla viabilità storica che senza un bypass alternativo ha reso «invivibile» quella parte della città

I residenti della spalla occidentale di Vicenza non hanno intenzione di porre fine ad una protesta che dura da due anni. Due anni come il ritardo nel completamento della tangenziale Ovest, più nota come asse attrezzato o bretella dell'Albera, «che ormai si sta trasformando in una chimera» spiega il consigliere Giovanni Rolando del Pd che oggi 11 maggio dalle 9 del mattino hanno presidiato il mercato del quartiere Maddalene per spiegare ai cittadini le motivazioni alla base dell'ennesimo sit-in.

SALUTE E AMBIENTE
«Dopo 1.500 giorni trascorsi, più di quattro anni dalla data consegna lavori e con ben due anni di ritardo dalla prevista inaugurazione - attacca l'esponente della opposizione in sala Bernarda - le persone che si sono raccolte al comitato della zona Albera sollecitano le istituzioni affinché sia completata un'opera che dovrà connettere viale del Sole alla strada statale Pasubio Sp46 in zona Morachino». L'opera però, Vicenzatoday.it ne aveva parlato non più tardi del 19 marzo, quando il Comitato zona Albera aveva dato vita ad una iniziativa simile, procede a rilento denunciano i residenti. I quali contestualmente lamentano a ogni piè sospinto l'impatto su salute, ambiente e condomìni («quella parte della città è ormai invivibile» questo il refrain abituale) dovuto ai mezzi che passano sulla arteria storica sempre trafficatissima. Si tratta di parole che pesano come pietre anche perché il completamento della bretella «riguarda un tratto di appena cinque kilometri». Alla grossa, mugugnano i residenti, i lavori stanno procedendo, si e non «alla velocità di un kilometro l'anno il che la rende un'opera lumaca, anzi una bretella lumaca».

IL SOPRALLUOGO
«Dopo l'apertura del sottopasso carrabile di via Ambrosini, avvenuta il 14 aprile scorso, i cittadini si aspettavano, come da comunicato istituzionale, l'apertura del sottopasso di strada Pian delle Maddalene, che avrebbe dovuto vedere l'apertura dopo dieci giorni o, al massimo entro la fine del mese di aprile: il che non è avvenuto». I comitati per appurare la cosa ieri avevano effettuato un vero e proprio sopralluogo. Poi Rolando distilla un'altra considerazione: «Nulla è dato sapere per quanto riguarda il progetto cugino della bretella ossia il cosiddetto raccordo dallo svincolo settentrionale della Sp46 sino all'ingresso nord della base americana Del Din di Via Ferrarin. Il cui tracciato misura 1,6 kilometri lungo due corsie per ogni senso di marcia, tracciato il cui importo è pari a 24 milioni di euro interamente finanziato».

LO SCENARIO
E così il vero interrogativo si ripete ogni volta che i comitati scendono in strada. Quali sono i motivi di questi ritardi? L'opera è finanziata dallo Stato, ossia da Anas, la quale ha appaltato i lavori ad un raggruppamento in cui spiccano il Consorzio integra di Bologna e la vicentina Icm-Maltauro. Comune di Vicenza e Regione Veneto hanno invece la funzione in qualche modo di garanti. In questo contesto le spiegazioni giunte dalle istituzioni «sono sempre state incomplete e frammentarie» spiegano i residenti che allo stesso tempo chiedono di sapere se la stazione appaltante abbia preso provvedimenti contro i responsabili dei ritardi. C'è poi un'altra questione di fondo sul tappeto. È vero che i lavori sono iniziati due anni fa. Ma le ruspe si sarebbero dovute mettere all'opera almeno una decina d'anni fa perché la tangenziale è una delle opere che lo Stato aveva garantito alla città quale compensazione per la realizzazione della nuova caserma americana, il cui impatto sulla città «è sempre stato considerato poco tollerabile dalla stragrande maggioranza dei vicentini». La rogna è di non poco conto. La grana in passato l'aveva dovuta affrontare l'amministrazione comunale quando sindaco era il democratico Achille Variati. Ora a reggere le sorti di palazzo Trissino c'è una giunta di centrodestra capitanata dal civico Francesco Rucco, il quale deve fronteggiare un problema non troppo dissimile da quello del suo predecessore.

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