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Botti di San Silvestro, la “normale" barbarie di Capodanno

Esplosioni senza tregua davanti alla casa di riposo e all’ospedale. La denuncia arriva dalla Lav che segnala anche il decesso di un gattino a causa dei petardi. Ma, al di là del sensazionalismo, non c’è una vera stima dei danni causati dai festeggiamenti di fine anno. Il tutto in barba a qualsiasi divieto

Non c’è pandemia che tenga, non c’è disgrazia che conti, non c’è emergenza che valga. E, soprattutto, non c’è nessun motivo per rispettare i divieti: i botti di capodanno s'hanno da fare. Si fanno perché si fa così, da sempre. Su questo non si discute. Il rito è sacro, in barba a tutti gli appelli.

La tradizione nazional-popolare degli spari di San Silvestro anche quest’anno si è consumata con buona pace delle puntuali ordinanze delle amministrazioni comunali. Il giorno dopo, naturalmente, si contano i danni: feriti, arti amputati, disagi nelle persone più fragili, morti (quest’anno per fortuna nessuno) e animali deceduti per i festeggiamenti.

In Italia, lo scorso Capodanno si è registrato un decesso e 79  persone sono rimaste ferite; il 2022 è stato salutato con nessun morto ma sono state 124 le persone che, in maniera più o meno grave, hanno dovuto ricorrere alle cure mediche. Di queste, 31 sono finite in ospedale. Nel Vicentino sono state in tutto 13 le uscite dei pompieri nella nottata di Capodanno, 6 delle quali per altrettanti cassonetti bruciati con fuochi di artificio o petardi. Dal punto di vista ospedaliero è andata meglio, nessun ferito al pronto soccorso di Vicenza, intasato più che altro da indigestioni di alcol. A  Bassano del Grappa, però, un 25enne ha perso la mano per l’esplosione di un petardo. Poi ci sono gli episodi di inciviltà. Come quello avvenuto a Marostica e segnalato con una nota dalla Lav: “A Marostica ci hanno segnalato che non c’è stato limite di spari davanti alla Casa di Riposo e all'ospedale, che sono continuati per circa un'ora senza che nessuno fermasse quel rumore”.

La stessa nota riporta la morte di un gattino di circa 3 mesi e mezzo, sanissimo, che viveva in una colonia felina nei pressi di viale XI Febbraio a Bassano e che doveva andare in adozione a giorni. “Il suo cuore non ha retto allo spavento di quella “guerra assordante” che si svolgeva sopra la sua testa e la mattina è stato trovato raggomitolato sotto un cespuglio esanime”. 

Da molti anni, ormai, la LAV ricorda la fuga e la morte di animali domestici e selvatici provocati dai botti di Capodanno. Ogni anno si contano, in Italia,  centinaia di uccelli, gatti e cani da compagnia morti per la paura, ma non ci sono dati precisi sugli animali selvatici. Lorenzo Croce, presidente dall’Associazione italiana difesa animali ed ambiente, nel suo bollettino annuale, fa sapere che «nella notte di San Silvestro sono almeno 400 tra cani e gatti morti e centinaia quelli scappati di cui non si conosce la sorte. Si tratta di un dato peggiore rispetto a quello dello scorso anno».

In realtà non si conosce il numero di animali morti durante la notte di Capodanno. L’unico studio attendibile risale al 2019 ed è stato fatto dal WWF. Secondo il report si stima che ogni anno in Italia siano almeno 5.000 gli animali deceduti a causa dei botti di fine anno. Di questi, l’80% sono selvatici, mentre sono migliaia gli animali domestici che fuggono in preda al terrore.

E la legge? Su quanto siano efficaci i divieti, i numeri parlano da soli.

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