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Neo laureati negli ospedali, il governatore Zaia difende la proposta

Ne ha parlato mercoledì mattina, spiegando che il dibattito è legittimo ma che c'è da tamponare il problema di carenza di medici: «Sono ragazzi competenti che possono lavorare in geriatria e medicina generale»

"Il problema è sempre quello della carenza di professionisti: le università venete negli ultimi anni «hanno sfornato meno medici di quelli che servono - ha ricordato il governatore Luca Zaia stamattina - e nella nostra regione ne mancano 1.300». L'ultima soluzione trovata, prevista da una apposita delibera regionale, è quella di fare entrare in attività giovani neolaureati e abilitati ma non ancora specializzati. L'idea ha trovato l'avversione delle università (Padova e Verona), delle opposizioni politiche, dei sindacati e degli stessi medici: la Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri teme un abbassamento della qualità dell’assistenza, oltre che ostacoli alle possibilità di carriera dei neolaureati.

"Il dibattito è legittimo - ha detto Zaia - Il mondo della formazione vuole formare i ragazzi ed è giusta la richiesta di portare giovani tutti specializzati negli ospedali. Ma non ha senso che un medico laureato con 6 anni di università più uno di abilitazione sia ritenuto un pericolo pubblico in ospedale. Se i medici abilitati non possono nemmeno avvicinarsi ai pazienti per i controlli e gli interventi più semplici, allora le università lo devono certificare. Se ci dicono che non possono fare niente, questa è una notizia. Secondo noi, invece, questi ragazzi possono essere assunti. Non per andare a fare i cardiochirurghi o i pediatri, ma per essere impiegati in reparti come geriatria (perché vengono trattate patologie di contenimento), medicina generale o pronto soccorso. La delibera resta valida, aspettiamo il ricorso di Anaao perché vogliamo vedere le motivazioni e perché speriamo di avere indicazioni di cui potremmo tener conto».

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