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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Anniversario della Liberazione, allo stadio Menti una lapide in memoria di Armando Frigo

Il giovane calciatore del Vicenza fu un eroe dimenticato della Seconda guerra mondiale

Allo stadio Menti verrà posta una lapide muraria in memoria di Armando Frigo, detto “Reich”, giovane calciatore del Vicenza ed eroe dimenticato della Seconda guerra mondiale. La lapide verrà posta in prossimità dell’ingresso dello Stadio e scoperta in occasione dell’anniversario della Liberazione. Lo ha deciso la giunta comunale per dare il giusto onore al giovane calciatore fucilato dai nazisti insieme ad altri tre ufficiali italiani il 10 ottobre del 1943 a Crkvice, in Croazia.

Nato a Clinton nell’Indiana nel 1917 da genitori emigranti originari dell’Altopiano di Asiago, Armando Frigo rientrò in Italia all’età di 8 anni con la famiglia e si stabilì a Vicenza, dove intraprese una brillante carriera di calciatore giocando nel Vicenza, squadra con cui debuttò come professionista nel 1935, nella Fiorentina, con la quale vinse la Coppa Italia insieme all’amico Romeo Menti, ed infine con la Juventus e lo Spezia.

Arruolatosi nell’esercito nel 1941 pur potendo beneficiare della dispensa in quanto calciatore professionista, Armando Frigo fu inviato in zona di guerra nell’attuale Montenegro, alle Bocche di Cattaro, sull’allora costa dalmata. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, gli fu ordinato di difendere con i suoi uomini la strada tra Crkvice e Ledenice, ma a distanza di un mese fu costretto ad arrendersi alle truppe di occupazione tedesche per la mancanza di munizioni e viveri.

Rifiutatosi di togliere le mostrine da ufficiale, nonostante le richieste dei suoi soldati e ben sapendo che, dopo l’8 settembre, la sorte degli ufficiali italiani che venivano catturati era irrimediabilmente segnata, Armando Frigo fu sommariamente processato e fucilato dai nazisti il 10 ottobre 1943, sacrificando la sua vita per salvare quella dei suoi uomini, che per un mese avevano resistito eroicamente a Crkvice, consentendo agli Alpini della “Taurinense” di mettersi in salvo e arrendendosi solo dopo aver sparato l’ultima cartuccia.

Dei quattro ufficiali che sacrificarono la propria vita solo uno, per ragioni legate alla procedura burocratica di conferimento, fu decorato con la medaglia d’oro al valor militare, mentre il vicentino Armando Frigo è rimasto uno dei tanti eroi dimenticati della Seconda guerra mondiale.

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